Avete presente quel 12/12/2012 in cui si aspettava, anche con non poca ansia e trepidazione, che accadesse qualcosa, chessò, un segnale che stesse per arrivare la fine del mondo? Bene, quella volta è andata male (per i teorici dell’apocalisse) ma, forse, per quegli stessi “complottisti”, questa volta non sarà affatto così. Sì, perché la vera fine del mondo in realtà è prevista per il 21 giugno 2020, giorno del Solstizio d’estate. Che queste teorie piacciano o meno, è ormai tristemente noto che quest’anno resterà nella storia per un’enorme complicazione chiamata Covid che certamente ha reso nefasto questo 2020. Che sia solo il primo dei messaggi che annunciano l’inizio della fine del mondo? O è solo una delle tantissime bufale (con il gusto del macabro) legate all’ormai leggendario calendario Maya? Sul web spunta una “nuova” teoria sulla profezia dell’antica civiltà mesoamericana.

Ad affermarlo un account Twitter a nome di uno scienziato, tal Paolo Tagaloguin che, sul suo profilo, ha spiegato perché abbiamo interpretato male il calendario. Intanto occorre subito constatare che l’account – naturalmente già sparito insieme a tutti i tweet – era chiaramente un falso: esiste davvero un professore Tagaloguin, ma si tratta di un biologo in nessun modo legato allo studio della civiltà Maya. Eppure i suoi tweet hanno acceso nuovamente il dibattito sulla fine del mondo, spiegando appunto che il cambio tra calendario giuliano e gregoriano avvenuto nel 1582 avrebbe fatto perdere 11 giorni all’anno nell’interpretazione del calendario Maya, per un totale di 8 anni di scarto. Da qui spiegato il calcolo errato.

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La alquanto stramba (e infondata) teoria ha risollevato un polverone mediatico e la rilettura in “chiave moderna” della profezia emersa già poco meno di un decennio fa, è tornata a mietere vittime tra i credenti di una data destinata alla catastrofe universale. Che la morte di tutto ciò che ci circonda sia inevitabile, come spiegano gli scienziati, è un conto, il modo in cui questo avverrà è un’altro. L’universo, che quest’anno compie 13,8 miliardi di anni, sta subendo una continua espansione e, quel che è certo, è che «Molto tempo dopo la morte del nostro Sole, forse tra 100 miliardi di anni, le galassie verranno disgregate e l’universo sarà costituito di stelle isolate che finiranno per esaurire la loro energia», spiega un documentario del National Geographic.

Ma per tutti coloro che hanno paura di assistere alla fine del mondo, gli esperti chiariscono: «Tra Big Bang, Big Rip e Big Crunch, una sola cosa è certa: l’universo è destinato a scomparire, ma è molto improbabile che la specie umana sopravviva per assistere ai sintomi della fine».

Quindi tranquilli, domenica 21 giugno, tempo permettendo, organizzate pure il vostro pic-nic fuori porta!