Fiorella Mannoia è tornata sul palco dell’Ariston a 29 anni di distanza dall’ultima volta in gara. Per la quinta volta, festeggiando i trent’anni di Quello che le donne non dicono che vinse il premio della critica nel 1987. Avrebbe potuto partecipare come super ospite, ha scelto di mettersi in gioco. E lo ha fatto con eleganza e forza. Con una capacità interpretativa distante anni luce da qualsiasi altro partecipante.
Il suo brano Che sia benedetta (testo di Amara e Salvatore Mineo, musica di Amara) si è classificato al secondo posto ed è ora contenuto nell’edizione speciale in doppio cd dell’album Combattente, disponibile in tutti gli store fisici e digitali.
Prima di partire le avevamo chiesto se avrebbe voluto vincere. E così ci aveva risposto: «Tutti vorremmo, ma non ne farò certo un dramma se non succederà». Non è successo, in classifica. Ma per molti, soprattutto addetti ai lavori, la vincitrice morale di questo Festival rimane lei che ora si appresta a incontrare i suoi fan negli instore a Roma, Milano e Bologna (il 15-16 e 17 febbraio) e prepara il calendario degli appuntamenti live. Dall’imperdibile concerto all’Arena di Verona il 17 settembre ad alcune date primaverili (dal 9 aprile, info biglietti su fepgroup.it) per Combattente Tour.
LA NOSTRA INTERVISTA A FIORELLA MANNOIA
Perché tornare in gara?
«Ho fatto una scelta per rimettermi in gioco, come trent’anni fa. Con la stessa umiltà».
Che effetto le ha fatto questo secondo posto?
«Sono venuta con lo stesso spirito. Non per vincere. Certo, ci speravo in un angolino, sarei ipocrita a dire il contrario. Ma spero che questa canzone possa vivere a lungo, come hanno vissuto le altre mie canzoni presentate a Sanremo».
Il brano Che sia benedetta è un inno alla vita. Lei per cosa ringrazia ogni giorno?
«Per quello che ho avuto».
Cosa vorrebbe cambiare, prima di tutto?
«Vorrei un mondo più onesto».
A chi è dedicata?
«A chi spreca la vita».
Che cosa voleva far arrivare?
«Che la vita è perfetta e siamo noi che a volte la sporchiamo con le nostre miserie umane».
Ricorda il suo Sanremo più bello?
«Quando presentai Quello che le donne non dicono, non avrei mai pensato che sarebbe diventata così immortale, che sarebbe durata così tanto, arrivando a unire tre generazioni».
L’intervista al primo classificato a Sanremo 2017: Francesco Gabbani
L’intervista al terzo classificato a Sanremo 2017: Ermal Meta