Sessant’anni il 16 maggio, Rosario Tindaro Fiorello, per gli amici solo Fiore, è il mattatore più simpatico e divertente della televisione italiana: presentatore, comico, cabarettista, imitatore, cantante, opinionista e chi più ne ha, più ne metta. Inarrestabile e sempre pronto a punzecchiare il suo interlocutore, che si tratti di personaggi immensi come l’amato Mike Bongiorno, Pippo Baudo o Adriano Celentano a cui non le ha mandate a dire, Fiorello oggi è più che mai protagonista dello schermo perché è uno dei pochi (o forse l’unico) in grado di ballare, cantare, intrattenere, improvvisare e fare battute senza mai scadere nella volgarità e soprattutto senza paura di esprimere opinioni (a volte) scomode.
Fiorello, siciliano doc, catanese d’origine e romano d’adozione, è un uomo per bene, arrivato dalla gavetta. È uno di quelli che sa quanto sia difficile e dura la scala del successo. Non si è mai montato la testa e non ha mai dato l’affetto del pubblico per scontato. Ed è proprio questo suo mettersi sempre in gioco e ripartire da zero che amiamo di più: Fiorello ha imparato (e ci ha in qualche modo insegnato) che non ci si può fermare e che si può cambiare crescendo e sperimentando diversi tipi di successo.
Tutti sanno che Fiore ha iniziato la sua carriera come animatore nei villaggi turistici: è partito dalla Valtur di Brucoli, un borgo marinaro in provincia di Siracusa, come facchino di cucina, per poi percorrere tutta la scala gerarchica, da aiuto cuoco a cameriere, barman e perfino deejay fino a quando, un giorno, la direzione del villaggio gli propone di fare un piccolo spettacolo nell’anfiteatro e sulle note di Moonlight Serenade inizia il suo successo come mattatore nei villaggi.
Fiorello è coinvolgente, è dotato di talento e ha quella verve che incanta chiunque entri in contatto con lui. Ma nella vita ci vuole (anche) fortuna! E lui ci va a sbattere contro nell’inverno del 1988, quando, mentre si trova nel villaggio-vacanze di Pila in Valle d’Aosta, conosce Bernardo Cherubini, fratello del più noto Lorenzo-Jovanotti che lo porta a Milano per presentargli un certo Claudio (Cecchetto): il talent scout, che aveva già scoperto Amadeus, Gerry Scotti, lo stesso Jovanotti, Fabio Volo, Leonardo Pieraccioni e Sabrina Salerno intuisce subito il talento e lo mette alla prova affidandogli il suo primo programma su Radio Deejay. È la svolta.
Il passo verso Dee Jay Television e il Karaoke, il programma che lo ha consacrato re del piccolo schermo è stato breve – chi non ricordata il suo codino e i cappotti o le giacche multicolor tutte le sere alle 20 su Italia 1 – e all’inizio degli anni Novanta, esattamente come oggi, è l’indiscusso protagoista delle serate estive. Fiorello conduce il Festivalbar con Alessia Marcuzzi, vince il Telegatto come “Personaggio rivelazione dell’anno”, reinterpreta la poesia San Martino di Carducci e riesce a farla imparare a memoria ai ragazzi, trasforma Please don’t go in Sì o no e sfonda con i suoi one-man-show: prima il Fiorello Show, poi La febbre del venerdì sera, Buona Domenica, con Costanzo, Paola Barale e Claudio Lippi, Matricole con Simona Ventura e il grande spettacolo Rai, Stasera pago io, che riesce perfino a “battere” C’è posta per te e il colosso Maria De Filippi.
Nel 2011 Fiorello sbalordisce ancora una volta e lo fa dal suo profilo Twitter dimostrando che il successo e i numeri si possono fare con qualunque mezzo: comincia a diffondere una rassegna stampa quotidiana social che vede come protagonisti gli amici dell’edicola vicino casa. Lo showman si siede al tavolino del bar e monta tutti i giorni il suo spettacolo sotto gli occhi curiosi dei passanti, complice anche l’amicizia con personaggi famosi che fa da cassa di risonanza. L’Edicola Fiore ha talmente successo che viene perfino trasmessa da RaiUno durante la sua trasmissione Il più grande spettacolo dopo il weekend (ispirato alla canzone Il più grande spettacolo dopo il Big Bang dell’amico di sempre Jovanotti). Ed è di nuovo Fiore-show!
Sanremo, che lo si ammetta o no, resta il sogno di tutti i conduttori oltre che di tutti i cantanti. E forse la kermesse ligure resta per Fiorello l’unico sassolino che non è riuscito a levarsi dalla scarpa. Arrivato “solo” quinto con Finalmente tu, nell’edizione del ’95 vinta da Giorgia, Fiore ha sempre cercato il riscatto sul palco dell’Ariston. E l’edizione del 2020 sarà ricordata anche per questo: la “co-conduzione” (non ce ne voglia Amadeus) di Amadeus-Fiorello dimostra un affiatamento unico che il pubblico dell’Ariston e quello a casa intuiscono e fanno vincere. Si tratta infatti dell’edizione più vista dal 1999. Oggi, a soli tre mesi dalla fine della trasmissione, e con l’emergenza Covid ancora in corso, si parla e si sogna già il bis dell’esilarante duo!