Se si parla di Billionaire si parla di Flavio Briatore. E nelle ultime ore il marchio nato nel 1998 insieme al nome dell’imprenditore sono balzati in cima alle ricerche della Rete dopo il ricovero in ospedale dell’ex team manager di Formula Uno. Tra i dipendenti del locale di Briatore in Sardegna sono infatti risultati positivi al Covid 63 dipendenti su un totale 90 tamponi effettuati: ecco perché è stato chiuso. Così come è stato chiuso in via precauzionale anche il ristorante Cipriani, di Montecarlo, sempre di proprietà di Briatore. Due membri dello staff sono infatti risultati positivi al Coronavirus: «Sfortunatamente, un membro del personale esterno e uno interno sono risultati positivi al Coronavirus. Per cautela e con la stessa cura e sicurezza dei nostri ospiti e del nostro team, abbiamo preso la decisione di chiudere temporaneamente Cipriani con effetto immediato» si legge sul sito del ristorante.
All’inizio c’è stata un po’ di confusione sulle condizioni di Briatore che sono «assolutamente stabili e buone». Questo stando al suo staff e all’ex moglie, la conduttrice Elisabetta Gregoraci che, su Instagram ha scritto «Vi ringrazio tantissimo per i messaggi e le chiamate ricevute oggi e mi scuso se non sono riuscita a rispondere a tutti. Flavio sta bene, ci siamo appena parlati. Il vostro affetto mi commuove sempre». Briatore stesso, dopo le polemiche sui social, ha telefonato al Corriere della Sera: «Ho solo una prostatite forte, domenica sera sono andato al San Raffaele a Milano e mi hanno ricoverato. Intanto che ero qui, ho fatto il tampone e ancora non so se sono positivo. Può darsi che lo sia, coi venti che ci sono in Sardegna…» ha detto ironicamente e provocatoriamente come nella sua natura. Ma chissà se era il caso, l’ospedale milanese infatti ha poi confermato che il tampone era positivo.
Per molti è solo un provocatore, un attaccabrighe. Per altri invece un uomo di grande successo e di indubbio fascino. Quel che è certo è che Flavio Briatore, che si tratti di polemiche politiche o di amori e donne riesce sempre a far parlare di sé. E forse è proprio questo il segreto del suo successo: essere stato in grado di costruire un vero e proprio brand basato sulla propria immagine. Se ci pensate bene ha fatto esattamente quello che gli influencer oggi fanno tutti i giorni. Solo che lui lo ha pensato e costruito decenni orsono grazie alla sua lungimiranza. Certo, molte scelte dell’imprenditore di Verzuolo, provincia di Cuneo, possono essere giudicate discutibili – come, ad esempio, quella incomprensibile e un tantino ingenua del suo “Movimento del fare” – ma quel che gli va riconosciuto è di aver costruito il suo impero dal nulla e, dalla campagna cuneese aver raggiunto gli ambienti più influenti del jet set internazionale.
In molti conoscono il fatto che i genitori di Flavio Briatore erano due maestri delle scuole elementari, ma sono in pochi a sapere che proprio mamma e papà furono i suoi primi insegnanti. E i primi a bocciarlo. A tirargli quelle porte in faccia che gli fanno desiderare ancora di più di “scappare” da quel latte e castagne che trovava in tavola tutti i giorni e desiderare invece caviale e champagne. La vita da bambino di Flavio è infatti semplice. Forse troppo. Anche se le difficoltà della vita di campagna negli anni Sessanta non mancavano certamente: «Se nevicava, poteva farne anche quattro metri e il posto che mi piaceva di più, durante quegli inverni, era la stalla calda di mio nonno», racconta sempre ai giornalisti che gli chiedono come sia diventato “Briatore”. Nonostante la tenerezza che lo lega ai suoi luoghi d’origine, Flavio è un ragazzino che scalpita per trovare la sua strada e tra quelle montagne avverte un certo malessere.
Gli inizi sono nel campo delle assicurazioni a Saluzzo prima di incomincia la scalata insieme ai Benetton che gli “regalano” la grande occasione della vita nella Formula Uno: insieme a Luciano Benetton, capostipite della “famiglia dei colori” Briatore ha trasformato uno sport grigio di ingegneri e meccanici, in qualcosa di mondano e commerciale dove si pennellavano le gomme delle auto e i tecnici lavoravano in camicia.
Il fascino dell’uomo di potere e la passione per le belle (anzi, bellissime) donne hanno fatto il resto sulla cronaca delle estati non solo italiane. Barche, locali, party, movida, lusso, star e modelle fanno negli anni da sfondo alla vita che Flavio Briatore ha sempre desiderato. Ma non è tutto oro quello che luccica e non ci sono stati solo successi nella controversa carriera del piemontese: negli anni Ottanta il manager approda tra i vivaci e “pericolosi” ambienti milanesi e resta coinvolto in un giro di bische clandestine e gioco d’azzardo. Poi c’è il Crashgate che lo allontana dalla F1 e infine la vicenda legata al suo yacht Force Blue (condanna annullata in cassazione ma che getta un’altra ombra sulla sua volteggiante carriera).
In mezzo, tante (c’è chi dice innumerevoli) donne ammaliate dal fascino dell’imprenditore: due matrimoni – nessuno si ricorda il primo – con l’ex modella e imprenditrice Marcy Schlobohm e con Elisabetta Gregoraci sposata nel 2010 e madre di suo figlio Nathan Falco, e due storie importanti, con la Venere Nera Naomi Campbell a cui è ancora legatissimo e con la top model Heidi Klum da cui ha avuto una figlia Helene Boshoven detta “Leni”, cresciuta però con la madre e il marito (ormai ex), il cantante Seal.