Forse in molti avranno sentito parlare di Che fine ha fatto Baby Jane? e si sono chiesti come mai dare un titolo tanto “arcaico” a una trasmissione televisiva del 2021. “Che fine ha fatto Baby Jane?” è infatti un capolavoro cinematografico del 1962 a metà strada fra l’horror e il dramma che scava nella dimensione psicologica delle due sorelle protagoniste della pellicola (e interpretate delle strepitose Bette Davis e Joan Crawford) legate da un perverso rapporto sadomasochistico. Ed è proprio per questo che il programma in due puntate di Franca Leosini su RaiTre ha ereditato questo titolo: per raccontare la psiche di alcuni dei più noti protagonisti di “Storie Maledette”, la storica trasmissione condotta dalla giornalista.
Il programma vuole ricostruire le vicende umane (oltre che quelle giudiziarie) dei criminali dopo il reinserimento nella società e dopo aver scontato la loro pena. Cosa fanno? Come vivono? Di cosa si occupano? Che rapporto hanno con la società e con i familiari? Si sono mai davvero pentiti? Dopo aver riacquistato la libertà, in che misura sono riusciti a riprendersi la vita, quella loro esistenza, spezzata insieme ad altre, dall’antica colpa? Il tempo è riuscito a mitigare il dolore e il rancore di chi a causa loro ha sofferto, oppure il passato continua a presentare loro il conto, rifiutando ogni riscatto alla colpa? Si parla spesso dei crimini e dei “peccati” che hanno commesso, ma poche volte si è andati davvero a fondo sulla devastazione emotiva che li ha portati a commettere i delitti più inspiegabili.
Giovedì 11 novembre Franca Leosini, in uno studio tutto nuovo e dal grande impatto visivo, analizzerà attraverso mini-docufiction e immagini di repertorio, la vita di Katharina Miroslawa, ex ballerina polacca condannata nel 1993 a 21 anni perché mandante dell’omicidio dell’amante, l’imprenditore Carlo Mazza.
La trasmissione della giornalista vuole svelare quanto sia difficile capire ciò che si cela nell’animo di chi ha commesso i crimini più atroci. E quanto ancor più complicato sia “scommettere” su un reintegro positivo nella società. E altamente impossibile intuire se il pentimento di questi soggetti sia reale oppure finto. La Leosini è convinta che per quasi tutti i criminali il rapporto più difficile resti sempre quello con se stessi: potranno anche rifarsi una vita, avere altri figli, il lavoro sempre desiderato, ma in loro resterà per sempre vivo il rimorso per quel gesto. Una maledizione da cui non ci si libera mai.
Le trasmissioni televisive tanto quanto i libri e le serie tv di cronaca nera affascinano sempre più persone e il punto di vista dell’assassino attrae particolarmente. Ma non con un atteggiamento morboso di curiosità. Più semplicemente con la volontà di “penetrare” la mente e il cuore per cercare di trovare una logica e una razionalità a crimini tanto efferati.
Franca Leosini è un’esperta in materia ed è per questo che è amata da intere generazioni e su Twitter gli ashtag #FrancaLeosini e #chefinehafattobabyjane risultano essere tra i trending topics ad ogni sua trasmissione: la giornalista 87enne ci permette di fare un lungo viaggio nella mente del killer attraverso il massimo sforzo di comprensione documentale e accuratezza. I fan scrivono: «Come sempre un grande ripasso di diritto e procedura penale», «Grazie Franca».