Francesco Motta è nato a Pisa 32 anni fa e romano di adozione. Nel 2018 ha vinto il prestigioso Premio Tenco come miglior disco in assoluto per il suo secondo album “Vivere o Morire”. Era già successo due anni prima con “La fine dei vent’anni”, come miglior opera prima. Arriva a Sanremo 2019 per la prima volta con “Dov’è l’Italia”, canzone che nasce dall’urgenza di raccontare quello che sta succedendo al nostro paese e che, sicuramente, farà parlare, sensibilizzando con parole d’amore su temi importanti e di grande riflessione, con un ritornello che entra in testa al primo ascolto. A Sanremo con lui ci sarà anche l’attrice Carolina Crescentini con cui Francesco sta da due anni e per cui spende sempre parole bellissime. Per la serata dei duetti ha scelto la cantautrice Nada.
Come mai arrivi a Sanremo con “Dov’è l’Italia”?
È sicuramente il pezzo su cui ho lavorato di più in tutta la mia vita. Le canzoni sono sempre fatte di almeno un 80 per cento che viene fuori quasi subito e di un restate 20 su cui puoi lavorare un giorno, un mese, un anno. O che può non arrivare mai. Diciamo che su quel venti per cento qui ci ho lavorato giorno e notte, per mesi. A un certo punto ho sentito la responsabilità di andare a Sanremo. Non me lo ha chiesto nessuno. Ma è il Festival della canzone italiana. E io questo faccio.
Dov’è l’Italia, per te?
Non lo so. Devo ancora trovare una definizione rispetto a quello che sento. Ho disincanto e allo stesso tempo ne sono innamorato. Sono distaccato quando vedo un certo tipo di umanità, ma allo stesso tempo vorrei esserci di più. Sembra un ossimoro.
Le canzoni sono importanti, per lanciare messaggi?
Importantissime. E dovrebbero farlo sempre. Questa canzone è molto più importante di me.
Cosa hai pensato quando hai sentito di essere tra i Big e con chi eri?
Ero con la mia ragazza probabilmente nell’unico posto al mondo in cui non prende il cellulare, a Santo Stefano di Sessanio. A un certo punto è come esploso, sono arrivate tantissime notifiche. E lì ho capito che stava succedendo. Che era tutto vero.
Prima volta all’Ariston, temi qualcosa?
Spero di emozionarmi tanto. L’ansia c’è. Non è di certo la prima volta che salgo su un placo ma qui è diverso.
I tuoi fan “approvano” la tua partecipazione?
L’hanno presa molto bene. Hanno capito. Sono felice di avere un pubblico che mi ha seguito fin qui molto educato. Certo, ci sono anche gli hater, ma mi hanno detto che quando ci sono, vuol dire che va tutto bene.
Avevi dichiarato che a Sanremo ci si va solo quando si è “inattaccabili”. Lo sei?
Lo sono. Grazie a questa canzone.
Libro sul comodino?
“Appunti per un naufragio” di Davide Enia. Mi sta aiutando a capire la canzone che ho fatto.
Look per Sanremo? Su cosa punterai?
Io sono sempre elegantissimo.
Carolina viene con te?
Certo.
In cosa siete simili e in cosa diversi?
In un certo tipo di educazione, veniamo da famiglia di belle persone. Diversi? Mi piace molto di più lei di me.
Una cosa su di te che non sappiamo?
Mia madre dice che ho avuto un’influenza durata due settimane. Chiuso in casa ho iniziato a suonare qualsiasi cosa avessi attorno. Tranne la tromba, che lei voleva che suonassi. Il resto tutto.
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