Partecipare a Sanremo 2019 non era nei piani di Francesco Renga. Eppure, quando Claudio Baglioni lo ha chiamato per proporgli il brano ricevuto da Bungaro, non ci ha pensato due volte. “Aspetto che torni” lo ha colpito così tanto da farlo rimettere in gioco, per l’ottava volta, su quel palco dove nel 2005 ha vinto con “Angelo”. Le parole sono arrivate subito perché in quella musica si è riconosciuto, ci si è ritrovato, ha ritrovato il ricordo per la madre, mancata ormai trent’anni fa. E soprattutto l’amore per la sua nuova compagna Diana.
Il brano di Sanremo lo ritroveremo poi nel suo nuovo album, previsto per la primavera e seguito dai due eventi live già annunciati all’Arena di Verona e al Teatro Antico di Taormina, il 27 maggio e 13 giugno. Nella serata di venerdì Francesco sarà affiancato dallo stesso Bungaro, autore del brano e dall’etoile Eleonora Abbagnato.
Ci parli del tuo brano?
“Aspetto che torni” è la fotografia precisa, emozionante e, se vogliamo, anche emotivamente impegnativa, dell’uomo che sono oggi. Per questo era importante portare questa testimonianza su quel palcoscenico. Tornare a raccontare al pubblico e condividere con lui l’uomo nuovo che sono, un nuovo amore, una nuova prospettiva, accompagnato sempre dai cardini della mia vita, presenze e mancanze, che sono parte di me da sempre e da sempre caratterizzano la mia poetica.
Quanto conta l’attesa, quando si è innamorati?
È un brano che parla d’amore e l’attesa in amore è molto importante. Saper aspettare, serve a raggiungere giorno dopo giorno delle consapevolezze sempre più concrete e getta le basi per costruire un sentimento vero. L’attesa rappresenta sempre il momento in cui si “prepara” qualsiasi sentimento, si accresce… prende forza e si delinea.
Di cosa sei innamorato in questo periodo? Cosa ti fa stare bene?
Mi fa stare bene questa canzone, averla riscritta quasi di getto e la voglia di condividerla subito! Mi fa stare bene la realtà vera e sincera, la mia realtà quotidiana, i miei figli, il mio lavoro… i miei amici. Stare con la donna che amo. Tutto quello che riesce a restituirci quel briciolo di felicità concessa ad ognuno di noi. La felicità è a portata di mano, è nei miei figli, nel mio nuovo amore, nel mio lavoro. La felicità è anche in tutto ciò che si fa per gli altri, in quelle piccole grandi cose che restituiscono un senso al tutto.
Ottava volta a Sanremo, sesta da solo tra i Big. Da esperto, cosa bisogna assolutamente evitare in quella settimana?
Per resistere, prima di tutto, si deve cercare di non perdere troppe ore di sonno… Per il resto vivo l’esperienza di Sanremo sempre con molto divertimento ed entusiasmo e consiglio a tutti di affrontarla col sorriso e in modo molto sereno. Per poterlo fare però devi arrivarci ben strutturato, determinato e con molta consapevolezza. E con una squadra che ti conosce, ben rodata, determinata come te. E di amici che lavorano al tuo fianco con la tua stessa passione e credono fortemente in te! In questo modo Sanremo con me è stato sempre generoso.
Cos’ha di così bello o importante il Festival, da volerci tornare anche se ne hai già vinto uno?
Quest’anno al Festival mi ci porta proprio questa canzone. È stata una decisione presa all’ultimo minuto e dettata esclusivamente da un’urgenza artistica. Dopo aver ascoltato il brano, quelle note mi hanno immediatamente suggerito delle parole che probabilmente urlavano dentro di me già da tempo, ma che ancora non avevano trovato il giusto canto. Immediatamente dentro di me si è mosso qualcosa, emozioni molto forti e potenti, che ho tradotto quasi automaticamente in parole e che mi hanno spinto poi a decidere di tornare all’Ariston. Sono sempre salito su quel palco per raccontarmi e raccontare al pubblico i passaggi più importanti e cruciali della mia vita. Con questo lo faccio. Ho 50 anni, per dire “hey, da qui si parte per raccontare l’altra metà della storia!”
Ci racconti la scelta per la serata dei duetti?
Non potevo non scegliere accanto a me proprio Bungaro. Coautore insieme a me, ma soprattutto principale artefice, insieme a Baglioni, di questa ottava mia partecipazione. Se non mi avessero fatto avere questa canzone, infatti… non mi sarei mai deciso. Era giusto condividere questa grande emozione insieme. Poi ci sarà una coreografia con Eleonora Abbagnato. Meravigliosa etoile che impreziosirà ancor di più la performance del venerdì.
Come curi la voce?
La voce è il mio strumento. La curo da sempre e da sempre ho il mio vocal-coach Maurizio col quale da anni proseguo un percorso di cura e ricerca vocale.
Come curi i capelli?
Niente di particolare. No phon e non vedono una spazzola dal ‘78… Ho un ottimo parrucchiere che mi fornisce solo prodotti naturali.
La tua canzone preferita di Claudio Baglioni?
Avrai
Per il direttore artistico i il tema di quest’anno è l’armonia. Cos’è per te?
L’armonia è riuscire a trovare il giusto equilibrio in tutte le cose, anche quelle apparentemente diverse o in antitesi. L’armonia è musica. Riuscire a trovare armonia nella vita credo sia il segreto per raggiungere la serenità. Perché l’armonia è felice!
Una tua caratteristica poco nota?
Odio arrivare in ritardo, sono sempre in anticipo.
Progetti per il dopo Sanremo?
Ci sarà un disco che uscirà in primavera, a cui stavo lavorando già da tempo… prima di decidere di partecipare al Festival. E poi due date molto importanti: il 27 maggio all’Arena di Verona e il 13 giugno al Teatro Antico di Taormina, due luoghi importantissimi per la musica italiana in cui torno con grandissimo entusiasmo. Queste saranno solo due anteprime di un tour in Italia che partirà in autunno/inverno.
Ritrovi Nek dopo il tour che avete fatto insieme, con anche Max Pezzali. Chi voterà Max da casa?
Con Nek, prima che colleghi, siamo amici. Ritrovarsi è sempre bellissimo e sarà altrettanto piacevole condividere questa esperienza. E Max, sono sicuro che tiferà per entrambi.
Leggi tutte le nostre interviste ai protagonisti di Sanremo 2019!