Ha compiuto 58 anni il 6 maggio, lo stesso giorno in cui è nato il figlio del principe Harry e di Meghan Markle. E ha commentato con la consueta ironia: «Il royal baby mi ha rubato la scena». È certamente lo humour il segreto di George Clooney. Quello che, a 25 anni da “E.R.”, gli ha permesso di conservare intatto il suo fascino. E di incarnare l’ultima grande icona maschile dello star system hollywoodiano.
«Amo giocare con i miei figli»
Nella sua carriera di attore, produttore e regista, Clooney è stato capace di alternare grandissimi successi di botteghino, come la saga degli “Ocean’s” diretta da Steve Soderbergh, a piccoli film cult, uno per tutti quel “Good night, and good luck” di cui firmava anche la regia. E ha sfruttato con intelligenza le interpretazioni più diverse: l’astronauta disperso nello spazio di “Gravity”, lo struggente padre tradito di “Paradiso amaro”, l’agente della Cia disincantato e sconfitto di “Syriana” (per il quale ha vinto l’Oscar).
Non solo. Impegnato nella politica americana al fianco del partito democratico, ha utilizzato la sua fama per sostenere i diritti della comunità Lgbt e per portare all’attenzione del mondo la tragedia umanitaria del Darfur. Il tutto riuscendo nell’impresa impossibile di costruirsi una carriera perfetta accompagnata da una vita privata altrettanto perfetta. Ha sempre scelto con cura le sue compagne, preferendo donne belle ma non appariscenti, famose ma discrete (ricordate la relazione con Elisabetta Canalis?).
E ha finito poi per sposare 5 anni fa l’avvocatessa specialista in diritti umani Amal Alamuddin, con la quale nel 2017 ha avuto i gemelli Ella e Alexander. «I miei figli sono bambini felici, e ne combinano di tutti i colori» ha raccontato di recente. «Al maschio piace abbracciare la mia macchina, la bimba si nasconde nell’armadio della madre per rubarle le borse. Giocare con loro è la cosa più bella». Con una storia così, non sorprende che la reputazione di George Clooney sia alle stelle.
«Sono un odioso tenente dal nome ridicolo»
Anche ora che è tornato in tv con “Catch-22”, George non lesina impegno e ironia. La serie è tratta da “Comma 22” di Joseph Heller, romanzo antimilitarista degli anni ’60 amatissimo negli Usa, «tra i 10 libri più importanti della letteratura americana, lo lessi quando ero alle superiori» dice. Ambientato in Italia durante la Seconda guerra mondiale, racconta attraverso voce del bombardiere Yossarian, interpretato da Cristopher Abbot, le disavventure di un reparto di aviazione impegnato in missioni spesso mortali.
«È una storia sulla follia della guerra, nella quale l’orrore si mescola alla comicità. Heller la scrisse molto tempo fa, ma io ritengo sia sempre un buon momento per ribadire l’assurdità di conflitti nei quali i giovani vengono mandati a morire» continua Clooney. «Affronta anche il tema della lotta contro un sistema che non può mai essere sconfitto. Però è bello vedere un personaggio che ci prova e riprova».
Nella miniserie, che co-produce e di cui dirige l’ultimo episodio, Clooney è l’odioso tenente Scheisskopf, ossessionato dalle parate militari con le quali tormenta i suoi soldati. È il personaggio cui sono affidati alcuni dei momenti più comici del racconto. E infatti, nel descriverlo, l’attore non resiste alla battuta: «Quando ho scoperto il significato del suo nome (in tedesco “testa di m…”, ndr) mi sono detto: è lui quello da interpretare!».
«Racconterò il Watergate»
Clooney è arrivato a Roma per presentare “Catch-22” con la moglie Amal, vivace e sempre sorridente, che si è fatta sedurre da un piatto di pasta cacio e pepe. «L’Italia per noi è un po’ una seconda patria e naturalmente siamo innamorati del cibo» chiosa lui. Che incontrando i giornalisti parla anche della sua presunta carriera politica. «Non è il posto più logico per me, io voglio continuare a fare ciò in cui credo di essere bravo senza tradire il mio mestiere. Certo, oggi c’è molta tensione nel mondo e alcuni leader stanno diventando autoritari. Ma attraverso il cinema e la tv posso attirare l’attenzione sui tanti temi importanti: sto già lavorando a un nuovo progetto seriale in cui racconterò il Watergate».
L’ultima parola ce la mette Giancarlo Giannini, anche lui nel cast di“Catch-22” con un piccolo ruolo: «George Clooney è un politico nato, spero che un giorno diventi davvero il presidente degli Stati Uniti».
La serie tratta da un libro cult
Catch-22, che segna il ritorno di George Clooney in tv a 25 anni dal debutto in E.R., va in onda il martedì in prima serata su Sky Atlantic. Prodotta, diretta e interpretata dal divo americano, è tratta dal romanzo antimilitarista di Joseph Heller Comma 22 (edito in Italia da Bompiani). Nel cast ci sono anche Hugh Laurie, Kyle Chandler e Giancarlo Giannini.