Il Drive In ha segnato un’intera generazione (forse anche un paio) e ha fatto sorridere i grandi e ridere i più piccoli con sketch per ben sei stagioni: dal 1983 al 1988. Ideato da Antonio Ricci e condotto da Ezio Greggio, ha immediatamente riscosso un grande successo entrando nelle case degli italiani tra satire, parodie e monologhi hanno dato il successo a tanti attori e comici, come Gianfranco D’Angelo: chi non ricorda l’eccentrico signor Armando, in compagnia del suo cane Has Fidanken. O il mitico Tenerone (l’animale più buono del mondo) e le imitazioni di politici, come Spadolini, De Mita, De Michelis e Sandra Milo in Piccoli Fans.

Oggi Gianfranco D’Angelo, a 82 anni, si lamenta in uno dei salotti della televisione italiana nella domenica pomeriggio di Barbara d’Urso: “Sono 60 anni che lavoro, da quando avevo 20 anni. Ho fatto una bella vita e non mi lamento, ma per potermi godere quello che mi sono conquistato e per stare sereno devo continuare a lavorare. I soldi della pensione non mi bastano“.

Ma la tenerezza verso un’ottantenne “costretto” a lavorare lascia subito spazio alla rabbia e alle polemiche: perché la pensione di cui parla il comico non è certo bassa, anche se molto lontana da quello che D’Angelo si sarebbe aspettato dopo 60 anni di contributi: “Non sono in miseria, prendo duemila euro al mese“.

Alle parole di Gianfranco D’Angelo hanno fatto seguito reazioni molto forti in studio e sui social. “Con tutto il rispetto per l’artista, in questi anni lei ha guadagnato tantissimi soldi e ha messo da parte cifre esorbitanti. Molto più di quello che guadagnano le persone normali, un applauso andrebbe fatto a loro che riescono ad arrivare a fine mese con una famiglia sulle spalle. Qui si parla di cifre esorbitanti, come si fa a dire che duemila euro sono pochi?“, ha chiesto ironicamente Karina Cascella presente a Domenica Live.


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