Giovanni Caccamo, il cantautore scoperto da Franco Battiato e portato al successo da Caterina Caselli, torna al Festival di Sanremo dopo il terzo posto del 2015 al fianco di Deborah Iurato con Via da qui e un primo posto tra le Nuove proposte nel 2014 con Ritornerò da te. In quest’edizione canta Eterno, brano scritto a due mani con Cheope, pieno di un amore che dura per sempre e tanta positività. Che rispecchia il momento che il ventisettenne di Modica, trapiantato a Milano, sta vivendo. Non ci sono più fronzoli, impalcature, protezioni. Giovanni porta il nuovo se stesso, che racconta anche nei nuovi brani dell’album, in uscita il 9 febbraio, che prende il nome dalla canzone di Sanremo: 8 canzoni autobiografiche e piene di luce. La stessa che non vede l’ora di mostrare al pubblico.
Ci parli di Eterno?
È sicuramente il brano più romantico e poetico di questo mio terzo disco che è per me un album pieno di luce. C’è presa di coscienza, di bellezza. È un album che incita a credere nell’amore eterno. A investire sulle relazioni eterne, che è una cosa oggi molto in controtendenza. Nella mia generazione soprattutto si vive di cose usa e getta. Mentre, un po’ perché sono stato fortunato con una vita illuminata dall’amore, un po’ perché ho avuto la fortuna di avere avuto come esempio due magnifici genitori e nonni che dopo 50 anni stanno ancora insieme, io credo all’amore eterno.
Sei innamorato?
Moltissimo. È un brano assolutamente autobiografico e il mio auspicio è che questa luce possa illuminare ognuno di noi.
Le nuove canzoni sono molto autobiografiche, come è partito il racconto?
Due anni fa ho vissuto l’ultimo momento musicale importante, proprio dal palco di Sanremo. Dopo qualche mese ho capito che avevo la necessità di prendermi tempo. Per chiudermi all’apertura. Di dedicarmi alla ricerca dei messaggi che volevo racchiudere in canzoni senza filtro. Il mio esercizio è stato raccontare Giovanni Caccamo. Sono stato a Milano, in Sicilia, nello Sri Lanka. Per tre mesi mi sono fatto crescere un barbone e ho deciso di tenerlo a testimonianza di questo periodo.
Nuovo look, come curi la barba?
Ho trovato un barbiere molto bravo a Milano che me la taglia, ma tendenzialmente non faccio nulla, la insapono con lo stesso shampo dei capelli.
A Sanremo torni da solo. Quanto è diverso?
La differenza dalle volte passate è che sento la necessità di condividere la mia nuova luce con quel pallino rosso della telecamera. Ho sete di donare. Come se volessi condividere con tutte le case che saranno davanti alla tv un mega abbraccio.
Suonerai il pianoforte?
No, canterò in piedi, con l’asta, immaginando la storia di chi mi guarderà. Sento una gratitudine nei confronti della vita. Come fossi un idrante di vernice bianca e volessi illuminare questo momento in cui attorno a noi ci sono solo idranti di vernice nera. Dal terrorismo, alla crisi, alla mancanza di lavoro… l’amore può salvare. Era questo il primo titolo che avevo pensato per il mio brano. Poi l’ho chiamato Eterno, realizzando il mio sogno di poter indicare il titolo con un’unica parola.
A chi penserai cantando il brano?
Alla persona a cui è dedicato.
Ci dici una cosa per te eterna e una usa e getta?
Usa e getta è un telefonino. Eterno uno sguardo.
La cosa che più aspetti, a Sanremo?
Il mio auspicio è di arrivare per quello che sono con semplicità, naturalezza. Senza filtri.
E la cosa che più temi?
Davvero niente. Sono tranquillo. Anzi, dai, serenamente in ansia, ma positiva.
Chi ti vestirà?
Andrea Incontri per Tods. Sarò meno formale, un look meno strutturato. Maglie. Voglio l’attenzione massima sul pezzo. Non più preciso. Questa volta me ne frego.
L’oggetto da cui non ti puoi assolutamente separare?
Gli occhiali. Perché non ci vedo. Anche se poi metto le lenti a contatto!
Sul tuo comodino?
La propoli. Il miele. E una piccola croce di legno che aveva mio papà nell’ultimo anno in cui è stato allettato e ha sempre tenuto in tasca o in mano. L’avevo con me a Sanremo anche le ultime due volte. Anche sul palco, nella tasca interna della giacca.
Come stai preparando la voce?
In questi giorni sono raffreddatissimo. Per foruna manca ancora un po’ di tempo.
Nella serata dei duetti canterai con Arisa.
Perché lei?
Perché è un’amica, perché è un’artista che ho sempre amato. Mi ricordo il suo Sanremo con La notte. Mi aveva stregato. Era riuscita a fare quello che mi auguro di riuscire a fare con Eterno. Parlare all’anima delle persone.
La domanda che nessun giornalista ti dovrebbe fare?
Hai mai pensato di voler morire?
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