Giuseppe Zeno, l’attore più amato delle serie tv

«Lo sa, vero, che è considerato un sex symbol?». «E lei lo sa che me lo faccio mettere per iscritto nel contratto? Almeno una scena a torso nudo in ogni puntata. Si sa mai: se a qualcuna a casa viene l’abbiocco, arrivo io a farmi la doccia…». Giuseppe Zeno risponde con una voce serissima che solo alla fine scivola in un sorriso. Resto senza parole per qualche secondo.


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– L’attore napoletano Giuseppe Zeno, 46 anni, in Mina Settembre, in prima serata su Rai 1 dal 25 settembre.

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– Giuseppe Zeno
Ipa
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– Giuseppe Zeno con la collega Margareth Madè: sono sposati dal 2016 e hanno due figlie.
Ipa
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– Giuseppe Zeno con la moglie Margareth Madè, anche lei attrice.

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– Giuseppe Zeno con Serena Rossi in una scena della serie tv Mina Settembre, prima stagione.

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– Giuseppe Zeno con Serena Rossi in una scena della serie tv Mina Settembre, prima stagione.

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– Giuseppe Zeno con Serena Rossi in una scena della serie tv Mina Settembre, prima stagione.

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– Giuseppe Zeno con Serena Rossi in una scena della serie tv Mina Settembre, prima stagione.

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– Giuseppe Zeno con Serena Rossi in una scena della serie tv Mina Settembre, prima stagione.

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– Giuseppe Zeno con Serena Rossi in una scena della serie tv Mina Settembre, prima stagione.

Mi ero fatta un’idea del tutto diversa dell’attore più amato delle serie made in Italy, protagonista dei successi annunciati della nuova annata tv: le seconde stagioni di Mina Settembre, Luce dei tuoi occhi e Blanca. Un po’ perché, fin dai tempi di L’onore e il rispetto e Il Paradiso delle signore, ha spesso interpretato personaggi dal fascino tormentato, un po’ perché ha fama di uomo molto riservato. Evidentemente sbagliavo. O no? «Sento spesso sottolineare: “Ci tiene alla sua vita privata”. Ma se si chiama vita privata ci sarà un motivo» osserva lui con un altro sorriso. «Però molti hanno una percezione simile alla sua. Più di un collega, la prima volta che ci siamo conosciuti, era stupito: “Non credevo fossi così cretino…”. In realtà, io penso di essere una persona seria che non ama prendersi troppo sul serio». E infatti punteggia di ironia la nostra conversazione che, da intervista, diventa un viaggio intimo nel suo essere uomo, attore, padre.

→ Mina Settembre, seconda stagione

Il 25 settembre parte su Rai 1, in prima serata, la seconda stagione di una delle serie italiane più viste degli ultimi anni: Mina Settembre. Nei panni della protagonista, l’attrice Serena Rossi.

Intervista a Giuseppe Zeno

Lei è cresciuto tra Ercolano, vicino a Napoli, e Vibo Marina, in Calabria. E si è diplomato all’istituto nautico. Prima della recitazione, nella sua vita, c’era il mare.
«Non sono così diversi. Quando esci in barca non sai quello che ti aspetta, come nella carriera di attore: la calma piatta o la bufera, i giorni in cui peschi tanto e quelli di magra. Soprattutto, dipendi da te stesso, dalla volontà e capacità di raggiungere il tuo obiettivo».

Ha una visione estremamente concreta del suo lavoro. E il sogno?
«Il sogno è un’aspettativa scostata dalla realtà: quando ti svegli, sai che hai solo fantasticato nell’inconscio. Quello dell’attore, per me, è un mestiere: la gratificazione che ti dà devi ripagarla con un impegno costante. Mai sedersi, mai improvvisare. Applicarsi ogni giorno, per rispetto nei confronti del pubblico e di chi investe su di te».

Più che un grande sogno, quindi, recitare è stata una grande scelta?
«Sì. In Calabria facevo teatro amatoriale, dopo il diploma sono partito per Roma. A 19 anni ho scommesso sulla mia vita. Ho puntato l’unica fiche che avevo su un numero secco: o la va o la spacca».

È andata, a guardare i quasi 30 anni di carriera fra tv, cinema e teatro. E prossimamente anche due film americani: il thriller Muti con Morgan Freeman e l’action Mafia Mamma con Toni Collette e Monica Bellucci.
«Io credo profondamente al fatto che la fortuna aiuti gli audaci. Non lo dico con presunzione, ma con consapevolezza: questa è una professione dove non si è mai “arrivati”. Prima te ne rendi conto, meglio la vivi».

Non si è arrivati nemmeno interpretando a teatro i ruoli che al cinema furono di Vittorio Gassman e Giancarlo Giannini? Nelle ultime stagioni ha fatto Il sorpasso e I soliti ignoti, in primavera porterà in scena Travolti da un insolito destino nell’azzurro mare di agosto.
«Gassman? Giannini? E chi sono? (ride sornione, ndr). Se pensi anche solo lontanamente di confrontarti sei finito… Quei personaggi, entrati nella storia, sono cuciti su di loro. Addirittura ho letto che Travolti da un insolito destino è nato perché Lina Wertmüller, Mariangela Melato e Giancarlo Giannini volevano fare un film-vacanza in Sardegna: non so se sia vero, di certo ne è venuto fuori un capolavoro. Ho solo il rammarico che la Wertmüller sia mancata poco prima della messa in scena».

Sul palcoscenico interpreta ruoli decisamente più brillanti che sullo schermo. Penso anche al prossimo film tv Tutto su mio figlio, dove è un padre che si ribella al racket.
«Ricordo quando, anni fa, il procuratore Nicola Gratteri dopo una maxiretata disse ai calabresi: “Adesso occupate quegli spazi, prendeteli, pretendeteli”. Ecco, il mio personaggio li occupa, si ribella alla malavita per migliorare il territorio in cui vive. Il film è un omaggio a tutte le persone che hanno avuto il coraggio di sfidare la paura su cui si basa il potere della criminalità organizzata».

Quindi come sceglie i suoi personaggi?
«In realtà, hai solo l’illusione della scelta. Pensi di essere tu a decidere, ma sono i ruoli a chiamarti. Ti vengono proposti in base al tuo percorso, alla tua cifra. In questo senso a teatro sviluppi il personaggio sera dopo sera, anche grazie al confronto con il pubblico: reciti a 360 gradi e hai l’opportunità di far venire fuori la parte più autoriale dell’essere attore. Al cinema e in tv tutto è racchiuso in un fotogramma, la macchina da presa si concentra di più sul volto e quindi, forse, si tende a incasellare gli attori in determinati ruoli».

Serena Rossi in Mina Settembre, Anna Valle in Luce di tuoi occhi, Maria Chiara Giannetta in Blanca. Interpretano donne forti, a cui lei sembra fare da spalla…
«È la sindrome di Toto Cutugno, sempre secondo a Sanremo (ride ancora, ndr). Ma sono contentissimo di affiancarle. E credo si veda. Per girare una serie stai sul set 6 mesi, 10-12 ore al giorno: non puoi fingere una sintonia che non c’è, la macchina da presa se ne accorge. E, quindi, il pubblico».

Recitare non è fingere?
«Niente affatto. A volte la tecnica ti può aiutare, ma c’è sempre un coinvolgimento emotivo».

Ma lei ha detto più volte di essere timido. Come fa a mettersi in gioco?
«La timidezza nasce sempre dal timore del giudizio degli altri. E l’arte drammatica è l’unica che ti legittima a essere chiunque tu sia senza essere giudicato. Per me è stata uno specchio: mi ha aiutato a esprimere le emozioni che avevo dentro e ad ascoltare quelle altrui».

Ascoltando sua moglie Margareth Madè e le vostre due figlie cosa ha imparato?
«La bellezza della condivisione. Prima di diventare un marito e un padre tutte le mie energie erano per il lavoro. Ma quando sei da solo qualsiasi risultato tu possa raggiungere resta effimero, fine a se stesso».

Cosa sogna per la sua felicità?
«Io non sogno, io sono felice. Per il solo fatto di essere vivo. Ho ricevuto un dono, seppure “a scadenza”, e cerco di sfruttarlo al meglio. Non guardo troppo in avanti, perché quando lo fai perdi ciò che di bello ti sta accadendo in questo preciso istante».

Che per lei è…
«Festeggiare mia figlia Beatrice che ha appena compiuto 2 anni. O sapere che Angelica, di 5, viene a tifare per me quando gioco a calcio con la Nazionale Attori».

Il motto della sua vita?
«Mmh… Lo rubo a Flashdance. Ricorda la strofa di What a feeling che fa “Take your passion and make it happen”? Prendi la tua passione e falla accadere: è la cosa più giusta che possiamo fare nella vita, secondo me».


«Il motto della mia vita? Lo rubo alla canzone What a feeling: Prendi la tua passione e falla accadere»


Davvero le piaceva Flashdance?
«È uno dei classici della mia adolescenza! L’ho fatto già vedere ad Angelica. Anche se lei impazzisce per Grease, mi chiede sempre: “Papà, voglio vedere il film di Sandy!”. Oppure è innamorata di John Travolta e non me lo dice per pudore…».

Con tre donne si sente mai in minoranza?
«Semmai mi sento fortunato. Poi, non si può mai dire, se arriva un maschietto ristabiliamo un po’ le quote…».

Finiamo dove abbiamo cominciato: il sex symbol. Si piace di più con o senza barba?
«Non mi sono mai posto la domanda, e nemmeno l’ho fatta a mia moglie. Non la taglio da due anni perché tutti i miei ultimi personaggi la portano. Ma mi sa che prima di iniziare, tra due mesi, le nuove riprese di Blanca, la tolgo. Angelica dice che punge e perciò non mi dà i bacetti: vediamo se è vero!».