Harvey Weinstein è stato condannato a 16 anni di carcere dalla Corte Superiore di Los Angeles per lo stupro di una donna avvenuto nel 2013. L’ex produttore di Hollywood sta già scontando una pena di 23 anni dopo essere stato condannato nel 2020 a New York per violenze sessuali e stupro.
La giuria ha raggiunto il suo verdetto lo scorso 20 dicembre. Ora, come prevede il codice di procedura, il magistrato ha quantificato la pena. A Weinstein veniva contestata la violenza sessuale durante un festival cinematografico del 2013 in vista degli Academy Awards di quell’anno.
Le accuse di “Jane Doe 1”
L’accusatrice, identificata col nome fittizio di “Jane Doe 1“, è una modella e attrice di origine russa che nel febbraio 2013 ha testimoniato di trovarsi a Los Angeles per un festival di cinema italiano, quando il produttore è arrivato senza invito nella sua camera d’albergo a Beverly Hills e l’ha violentata.
Il movimento .MeToo
Oltre cento donne sono uscite allo scoperto accusando di molestie e stupri l’ex re di Hollywood, che dal 2017 è diventato il simbolo di una cultura di molestie sessuali endemica nelle stanze del potere dando vita al movimento .MeToo. Meno di una decina sono riuscite tuttavia a farsi ascoltare dalla magistratura.
Riconosciuto colpevole all’unanimità
“E’ ansioso, deluso ma ottimista sulle sue chance di ricorso”, aveva detto un portavoce dell’ex boss di Miramax prima dell’inizio dell’udienza di Los Angeles, dove a dicembre Weinstein era stato riconosciuto colpevole da una giuria che all’unanimità aveva creduto al racconto di “Jane Doe 1”.
In dicembre i giurati avevano invece respinto le accuse di violenza sessuale di una massaggiatrice, mentre per altre due donne (tra cui Jennifer Siebel, la moglie del governatore della California Gavin Newson) non erano riusciti a trovare un accordo.
Respinte le mozioni procedurali
Due mozioni procedurali erano in agenda prima della lettura della sentenza e la giudice Lisa Lench le ha respinte: la richiesta dell’avvocatessa Gloria Allred di far ascoltare in aula le altre tre accusatrici e quella degli avvocati dell’ex produttore che avevano chiesto un nuovo processo asserendo che prove importanti sul caso di “Jane Doe 1” – messaggi su Facebook scambiati con un altro testimone, che ne avrebbero minato la credibilità – non erano state ammesse durante il primo procedimento.
La procura di Los Angeles in dicembre aveva raccomandato per Weinstein un minimo di 24 anni senza riduzioni di pena da scontare una volta esaurita la prima condanna: l’ex produttore, che ne compie 71 in marzo e non è in buona salute, a quel punto sarà arrivato alla soglia dei 90.
Restano comunque incertezze legali sul destino dell’ex tycoon sia a New York che in California: la Corte Suprema dello Stato di New York ha accettato di ascoltare un appello rispetto alla prima condanna mentre i magistrati della California devono ancora pronunciarsi sulla possibilità di portare di nuovo Weinstein in giudizio per i capi di accusa su cui la giuria non è riuscita a mettersi d’accordo.
Accusatrice: “Weinstein merita il massimo della pena”
“Non c’è sentenza troppo grande per cancellare quello che ha fatto”. Lo ha detto al tribunale di Los Angeles “Jane Doe 1”, la donna che ha fatto condannare Harvey Weinstein a 16 anni di prigione. “Il mio stupratore non ha più pensato a me da quel giorno, ma io ho vissuto da allora con le conseguenze del suo gesto“, ha detto l’ex attrice e modella protetta da pseudonimo.
La donna è apparsa in tribunale accompagnata da una figlia. Piangendo mentre parlava dal banco dei testimoni, ha chiesto al giudice Lisa Lench di condannare Weinstein al massimo della pena. “Per tutti questi anni ho portato questo peso, questo trauma, come se fosse stata colpa mia. Prima di quella notte ero una donna felice e piena di fiducia in me stessa. Tutto è cambiato dopo. Sono andata a pezzi dentro. Mi punivo – ha detto – per quel che lui aveva fatto a me”.
Weinstein implora clemenza: “Non mandatemi in prigione”
“Sono innocente, non condannatemi a una vita in prigione“: prima della lettura della sentenza in tribunale a Los Angeles, Harvey Weinstein ha implorato la clemenza della corte. “Non ho mai stuprato o aggredito sessualmente ‘Jane Doe 1’. Non l’ho mai conosciuta e lei non mi conosce. Sono in gioco soldi”, ha detto l’ex produttore riferendosi alla ex modella e attrice. Weinstein ha detto di “non meritare” la nuova condanna: “Ci sono troppe cose sbagliate in questo caso“.