«Capita a tutti di mentire, ma di solito tendo a essere sincera: non ho mai nascosto la mia età, per esempio». Nota per la splendida carriera (ha vinto Oscar, Emmy e Tony Awards), la 74enne inglese Helen Mirren è anche famosa per essere una donna ironica, impegnata e anticonvenzionale. Quando, nel 1975, il conduttore Michael Parkinson le disse che i suoi “attributi” le impedivano di essere presa sul serio, rispose: «Quindi le brave attrici non possono avere un bel seno?».
Oggi Helen si spende per le cause in cui crede: difende i diritti femminili, sostiene campagne per i senzatetto e per proteggere l’ambiente. A settembre ha pubblicato su Instagram una foto in cui raccoglie rifiuti da una strada in Salento, dove lei e il marito, il regista Taylor Hackford, hanno una masseria. La incontro per parlare del thriller L’inganno perfetto (tratto dal libro omonimo di Nicholas Searle edito da Rizzoli), ora al cinema, in cui interpreta la vedova Betty McLeish, che viene sedotta e presa di mira da Roy Courtnay (Ian McKellen), truffatore conosciuto su un sito di incontri. Ma niente è come sembra e il colpo di scena è dietro l’angolo.
Helen, nella vita reale è mai stata raggirata da qualcuno?
«Sì, da un truffatore che poi è finito in carcere per frode fiscale. Diceva di essere un commercialista, era un tipo affascinante. È stato arrestato prima ancora di riuscire a fregarmi».
Chi è per lei il bugiardo perfetto?
«Una persona che è convinta di dire la verità anche quando non è così. Penso a una spia come il britannico Kim Philby, che era sposato e aveva dei figli, ma ha passato la vita a mentire. Gli agenti segreti mi affascinano: riescono a ingannare persino i cani».
Lei quali menzogne racconta?
«Le mie bugie sono inoffensive come quelle necessarie, a volte, nelle relazioni. Quando vado a casa di amici, e la cena è terribile, a fine serata ringrazio dicendo che era deliziosa. Mentire è un modo per semplificare i meccanismi della vita».
Betty e Roy, i protagonisti di L’inganno perfetto, si conoscono sul web. Cosa ne pensa delle app di incontri come Tinder?
«Sono fantastiche: puoi conoscere persone che, altrimenti, non incroceresti mai per strada. Se avessi 20, 30 o 40 anni e fossi in cerca di qualcuno con cui uscire, le userei. Quando ero giovane la gente si incontrava nei bar, ma era rischioso. Su Internet puoi capire se una persona è intelligente e ha senso dell’umorismo, cose difficili da intuire in un bar affollato».
Betty dice: «Non voglio vivere come se fossi già morta». «È la mia filosofia. Sono fortunata: lavoro molto, sono in salute. La vita è straordinaria, sono incuriosita da tante cose. Sono contenta di aver assistito alla nascita del GPS, che uso quando vado in giro per le città. Lo adoro».
Quali sono le sue regole per la felicità? «Non affrettarti a sposarti, tratta tutti con rispetto, ignora chi ti giudica in base al tuo aspetto e non permettere alla paura di controllarti. Di alcune cose, però, dovremmo avere timore: per esempio, della plastica con cui abbiamo distrutto il mondo. Dovrebbe essere vietata, o usata solo in circostanze speciali».
Helen, lei viene definita spesso un’attrice-icona. Si sente così? «Sono grata quando mi fermano per strada per dirmi cose carine, ma provo un po’ di imbarazzo: non credo di meritarmi tanto affetto. Allo stesso tempo è una cosa che mi spinge a fare di meglio, a essere degna del rispetto delle persone».
La sua intervista con il conduttore Michael Parkinson, del 1975, è ancora attuale. «Sono sempre stata consapevole delle ingiustizie nel mondo, ecco perché ho iniziato a combatterle da subito. All’epoca mi dissero che ero stata sgarbata a rispondergli a tono, mentre penso di essere stata in gamba. Le giovani di oggi non immaginano quanto la società fosse sessista. Noi donne siamo state escluse e sottovalutate. Mi sono emozionata, l’anno scorso, quando ho visto il Ccampionato mondiale di calcio femminile, con donne forti e belle che giocavano davanti a migliaia di persone, in prima serata in tv».
Dopo il film con Paolo Virzì Ella&John, le piacerebbe tornare a essere diretta da un regista italiano? «Certo! Vorrei lavorare con Checco Zalone, che mi diverte molto ed è pugliese».
Trascorrerà il Natale nella sua masseria? «Sì, anche Capodanno. Spero di poter andare a vedere L’inganno perfetto al cinema dietro casa, a Tricase».
Sarà doppiata, però. «E quindi? Adoro sentirmi parlare in italiano, è fantastico!».