Al cinema Helena Bonham Carter è la Regina Rossa del film Alice attraverso lo specchio. L’attrice ha interpretato i film più diversi. È stata una strega malvagia nella saga di Harry Potter, una sposa cadavere in Frankenstein di Kenneth Branagh, una femminista ai primi del ’900 in Suffragette. Comprese le stralunate pellicole come Big Fish e La fabbrica di cioccolato, dirette dal regista Tim Burton, da cui Helena si è separata dopo una relazione di 13 anni. «Sono stata e rimarrò, spero, parte della sua anima» racconta, tazza di tè in mano, occhi vispi, un paio di occhiali-binocolo appoggiati sul tavolino. «Quello che abbiamo creato insieme resterà nella storia del cinema. Solo due persone che si amano nel profondo saprebbero dar vita a qualcosa di tanto speciale. Quando la magia finisce, il dono è riconoscerlo. Ma quanto disorientamento, dopo essersi detti addio…». Con Burton Helena ha avuto due figli: Billy Raymond, 12 anni, e Nell, 8. «La bambina l’ho chiamata così, spezzando la tradizione dei nomi di famiglia: non ne potevo più di tutte queste Helen».
L’attrice inglese in Alice attraverso lo specchio interpreta per la seconda volta la Regina Rossa: «Ha il temperamento di una bimba di 2 anni. È egocentrica e furiosa, perché i genitori hanno ceduto la corona alla sorella. Ma sotto la sua cattiveria ho trovato un pizzico d’amore». Noi l’abbiamo incontrata.
Ti piace vestire i panni della Regina Rossa? Sì, amo la sua testa enorme e il suo make-up esagerato, nonostante mi abbia procurato un sacco di irritazioni… Ma sono servite a rendermi più “indiavolata” sul set: era quello che voleva il regista James Bobin.
Certo, è un personaggio buffo, però anche antipatico… La Regina Rossa è una dittatrice, una bulla, un mostro. Ma la comprendo e un po’ la compatisco, come un’amica. Per entrare nella parte mi sono ispirata a Gloria Swanson nel Viale del tramonto.
Non vorresti, ogni tanto, un ruolo meno punk? È vero, nella mia carriera ho interpretato per lo più donne un po’ matte. Personaggi così mi affascinano: voglio sapere perché impazziscono, quali traumi hanno subito (Helena aveva 5 anni quando la madre ebbe un esaurimento nervoso e 13 quando il padre rimase paralizzato a causa di complicazioni in un intervento al cervello, ndr). Con il tempo poi ho scoperto che non c’è differenza tra normale e anormale. Tra chi è dentro e chi è fuori dal mondo della pazzia. E soprattutto ho capito che noi donne abbiamo tutti gli umori del mondo dentro di noi. Siamo libere, siamo diverse. E nessuno potrà rinchiuderci in una gabbia.
Di Alice nel Paese delle Meraviglie che cosa porteresti nel nostro mondo? Tutto: l’orologio da tasca da infilare nel panciotto, la Quadriglia delle Aragoste, il Lago di Lacrime.
Qual è il personaggio per cui la gente in strada ti riconosce? Piuttosto mi chiederei qual è il personaggio per cui tutti scappano urlando appena mi vedono! Penso sia Bellatrix Lestrange, la fedele Mangiamorte di Voldemort in Harry Potter. Gli uomini sono più fifoni dei bambini, quando mi hanno davanti. Finisco sempre per rassicurarli: «Va tutto bene, non sono malefica».
Che rapporto hai con il tempo che passa? Non appena entro in una nuova decade (Helena compie 50 anni il 26 maggio, ndr), mi dico: “Oh, cavolo!”. In realtà non è un problema. Ho lavorato sodo, non rimpiango nulla.
Non cambieresti qualcosa del suo passato, come Alice nel film? So che non è possibile saltare indietro nel tempo, quindi non ci penso.
Se invece potessi, cosa diresti alla Helena bambina? Punterei all’Helena 18enne. Mi sentivo così diversa, distante dalle mode e dagli altri. Ero chiusa in me, ascoltavo soltanto le mie voci. Ma siamo tutti in qualche modo soli, unici e speciali. Vorrei tornare ai 18 anni e dire: «Guarda che ci sono altre persone come te. Puoi fidarti di loro. È ok essere vulnerabili».
Nel 2012 sei stata ricevuta dalla Regina Elisabetta e insignita dell’onoreficenza di Comandante dell’Ordine dell’Impero Britannico. È successo dopo la mia interpretazione della Regina Madre, accanto a Colin Firth, ne Il discorso del re. Ricordo il mio tailleur longuette in tartan rosso acceso di Vivienne Westwood…
È vero che hai abitato con i tuoi genitori fino a 30 anni? È così. A volte mi domando: e se i miei figli restassero con me fino a quell’età? Sono onesta, non mi dispiacerebbe. I bimbi crescono così in fretta: un giorno hanno 2 anni, il giorno dopo 9. Nulla ti racconta il tempo che passa meglio di tuo figlio.
Johnny Depp è il padrino dei tuoi bambini. Ma non è per niente presente! (ride, ndr). O meglio: lo è quando non lavora, cioè mai. Johnny va di rado in vacanza. Buffo: i miei figli, abituati ai set bislacchi dei nostri film, lo riconoscono più se è vestito da Willy Wonka o da Cappellaio Matto che nella versione “al naturale”. Devo chiedergli di venire a casa sempre truccato. Sennò Billy e Nell lo lasciano fuori dalla porta e mi chiedono: «Mamma, chi è questo tizio?».