L’attesissima miniserie in sei episodi “Expats“, interpretata da Nicole Kidman e prodotta da Amazon, “non è al momento disponibile” a Hong Kong, nonostante sia stata rilasciata in contemporanea mondiale su Prime video.
La serie ambientata a Hong Kong
I primi due episodi della serie drammatica diretta da Lulu Wang e tratta dal romanzo del 2016 “The Expatriates” di Janice Y. K. Lee, sono stati rilasciati dalla piattaforma online venerdì 26 gennaio. Ambientata nella vibrante e tumultuosa Hong Kong del 2014, la miniserie ha per protagoniste tre donne americane: Margaret (Nicole Kidman), Hilary (Sarayu Blue) e Mercy (Ji-young Yoo), le cui vite si intrecciano in seguito a un’improvvisa tragedia familiare.
Le proteste del movimento degli Ombrelli
L’indisponibilità delle prime puntate è stata attribuita da alcuni osservatori all’ambientazione del penultimo episodio, che si svolge sullo sfondo delle manifestazioni del movimento degli Ombrelli del 2014, protesta cittadina che chiedeva libere elezioni in città. Le contestazioni sono ormai del tutto scomparse da Hong Kong dopo che Pechino ha represso la questione utilizzando nuove, controverse, leggi.
Le leggi sulla censura a Hong Kong
Da quando nel 2020 si è intensificata la repressione del governo di Pechino nei confronti del movimento pro-democrazia – ricorda il Guardian – le autorità sono diventate sempre più sensibili alle opere d’arte politiche o comunque critiche.
Nel 2021 sono state introdotte norme che impediscono le trasmissioni che violano l’ampia e draconiana legge sulla sicurezza nazionale, imposta nel 2020. Le leggi sulla censura hanno comportato l’ordine ai registi di tagliare le opere o il divieto di trasmissione di interi film. Le autorità hanno affermato che tali normative non si applicano ai servizi di streaming, ma contenuti come “Expats” si trovano in una zona grigia poiché le piattaforme online sono ancora soggette alla legge sulla sicurezza nazionale.
In arrivo nuove norme ancora più severe
E a proposito di sicurezza nazionale, il governatore John Lee, il cui compito è di eseguire gli ordini di Pechino facilitando l’omologazione della società di Hong Kong a quella cinese, ha annunciato l’imminente approvazione di una nuova legge, ancora più severa: “Da 26 anni aspettiamo una nostra legge – ha detto ai giornalisti – e non si poteva attendere oltre: le minacce alla sicurezza nazionale di Hong Kong sono reali”.
Ai reati di secessione, sovversione, terrorismo e collusione con forze straniere, si aggiungeranno quelli di tradimento, furto di segreti di Stato e atti digitali contro la sicurezza nazionale. Un inasprimento dovuto, secondo Lee, a “idee malsane come quella sull’indipendenza di Hong Kong che ancora albergano nelle menti di alcune persone”. Il governatore si è detto certo che “le lamentele di qualcuno saranno presto superate quando vedranno che la legge porterà sicurezza e stabilità”.