Per tutte le bambine della generazione Heidi, che guardavano il cartone animato più famoso della Storia sulle ginocchia dei nonni, sognando le caprette che “fanno ciao”, c’è una buona notizia: la piccola regina delle montagne è tornata, ammesso che se ne fosse mai andata dai nostri cuori.

Questa montanara di cinque anni, dalle gote rosse e dal sorriso stampato in faccia, sta vivendo una nuova stagione di gloria, scatenando la nostalgia dei quarantenni, ma anche dei loro figli o fratelli minori. Nelle sale cinematografiche c’è un nuovo film su di lei, con l’attore svizzero Bruno Ganz, che interpreta il nonno burbero con cui Heidi vive sulle cime elvetiche. E, seconda buona notizia, Einaudi ha rieditato il libro di fine Ottocento che ha ispirato il cartone: Heidi, unico bestseller della scrittrice svizzera Johanna Spyri, è disponibile in una nuova edizione con la copertina tratta dalla serie televisiva – 52 puntate continuamente ritrasmesse in televisione, che spopolano su YouTube, compresa una variante in 3D -, onore che si riserva alle grandi opere.

La trama, forse, ce la ricordiamo. La protagonista vive libera nella natura selvaggia finché non è costretta a trasferirsi in città per studiare e per fare da “dama di compagnia” a un’altra bambina, Klara, ricca, ma cagionevole di salute, più l’elemento maschile, rappresentato dall’amico Peter, con cui porta al pascolo le capre. Tra le cime svizzere e una Francoforte descritta dalla Spyri quanto mai grigia e inospitale, tra i campi in cui correre con i vestitini semplici e i palazzi in crinolina, la scelta, secondo l’autrice, è chiara. Heidi può servirsi di ciò che ha imparato, s’intitola uno dei capitoli del libro e, senza svelare il finale, in molti abbiamo tifato per il suo ritorno a casa.

I tempi sono cambiati, ma certe cose non cambieranno mai. Il piacere di condividere una storia con i più piccoli. Il percorso di formazione, a prescindere dall’epoca e dalle problematiche. La purezza e i suoi costi. La ricerca della felicità.

L’età di lettura di Heidi è da 8 anni in su, ma non ci sarebbe niente di scandaloso se lo rileggessimo anche noi, che siamo rimasti fanciullini dentro.