Per chi è nato tra la fine degli anni Sessanta e la metà dei Settanta, nomi come quelli di Vic e Penelope, di Samantha, Mathieu, Arnaud, Stéphane, Jean-Pierre e Raoul sono indimenticabili perché rappresentano la gang adolescenziale per eccellenza. Quella de Il tempo delle mele, il melodramma francese che oggi festeggia i suoi primi 40 anni. Forse ai tempi di Instagram, Tik Tok e Twitter è un po’ difficile spiegare come quel vinile che suonava “Reality” di Richard Sanderson abbia potuto fare da sfondo alla prima vera storia d’amore di una liceale parigina: drammi, urla e pianti magistrali a casa si sono incastrati perfettamente tra prime cotte, brutti voti e “strafeste” a cui serviva davvero poco per essere “strafighe”.

Il regista Claude Pinoteau ha scelto Sophie Marceau dopo una lunghissima ricerca (ha provinato oltre 500 candidate) per interpretare Vic Berreton, e la Gaumont, la casa di produzione, ha intuito immediatamente le capacità della graziosissima parigina mettendola sotto contratto per un milione di franchi e tre pellicole. Così, il film che ha un successo davvero strepitoso, ha avuto anche un sequel due anni dopo, Il tempo delle mele 2, dove Vic è ancora alle prese con il desiderio di indipendenza, l’amore per il bel Pierre Cosso, i problemi dei genitori (il padre François, dentista, e la madre Françoise, illustratrice) che si destreggiano tra lavoro e gestione della casa, e la scatenata e simpaticissima bisnonna Poupette. Nel 1988 è arrivato una sorta di capitolo 3, con lo stesso regista, la stessa attrice protagonista e lo stesso compositore. Ma Vic ormai è adulta studia alla Sorbona e si prepara per gli esami: questa volta però a distrarla è un certo Vincent Lindon, uno dei primi veri amori di Carolina di Monaco.

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Così, se 40 anni dopo Il tempo delle mele è ancora il simbolo della spensieratezza dell’adolescenza è perché immaginiamo nostalgicamente di tornare a walkman, vinili, trucchi glitter e vestiti pop. Insomma, a tutto ciò che oggi è tendenzialmente trendy. Ma, soprattutto, ci piacerebbe dover solo pensare a “cacciare” i genitori di casa per una sera per ballare un lento tra tramezzini al prosciutto e Coca Cola, con il ragazzo che ci piace e che sogniamo da mesi di baciare. “Dreams are my reality, the only kind of real fantasy“…