Jane Fonda si è trasferita a Washington un anno fa per poter protestare ogni giorno sulla scalinata di Capitol Hill, la sede del governo degli Stati Uniti, contro l’amministrazione Trump e la sua negligenza nei confronti dei problemi derivanti dai cambiamenti climatici. Con il suo cappotto rosso, ormai diventato un’icona al pari del suo costume da Barbarella e dei suoi look da palestra negli anni Ottanta, si è fatta arrestare ben cinque volte e ha parlato di quell’esperienza con l’ironia e l’intelligenza che da sempre la caratterizza, raccontando le difficoltà fisiche che le proteste, gli arresti e le notti spese in prigione le hanno provocato («La prima cosa che mi sono chiesta è se e dove sarei potuta andare in bagno, sono una donna che ha più di ottant’anni», ha detto al New York Times).

Ora l’attrice ha raccolto quell’esperienza in un libro, che già dal titolo – What Can I Do? ovvero “cosa posso fare?” – rivela molto del suo approccio alla vita. E in un’intervista video con la Bbc, in cui sfoggia un taglio corto e un fantastico grigio naturale, ha dichiarato: «Nel momento in cui ho preso la decisione di [impegnarmi nella protesta, ndr] grazie a Greta Thunberg, che ha invitato tutti a uscire dalla propria zona di comfort, mi sono trasferita a Washington e la mia depressione è sparita».

Ha scritto un libro sul cambiamento climatico e l’attivismo

L’attrice ha spiegato in più occasioni che l’impegno sulle tematiche ambientali non è una novità per lei, ma che dopo aver intrapreso, per anni, molte scelte personali – come quella di usare un’auto elettrica, diminuire il consumo di carne e pesce, riciclare con attenzione e non usare jet privati come fanno molte altre celebrity – verso una vita più sostenibile, sentiva il bisogno di fare un passo in più. In una bellissima intervista con Maureen Dowd sul New York Times, ha detto infatti che le celebrity – e chiunque abbia a disposizione una piattaforma pubblica – sono come dei “ripetitori”: «I ripetitori sono le antenne che vedi in cima alle montagne. Non originano i segnali, ma li raccolgono da fondo valle e li diffondono a un pubblico molto più ampio. Ecco cosa sono le celebrity».

Proprio questo senso di responsabilità l’ha spinta a scrivere What Can I Do? (che è uscito in America lo scorso 8 settembre e non ha ancora un editore italiano), ispirata sia dal libro di Greta (La nostra casa è in fiamme, Mondadori) e dall’ultimo libro di Naomi Klein, Il mondo in fiamme. Contro il capitalismo per salvare il clima (Feltrinelli). Non è la prima volta che Jane Fonda si fa arrestare per una causa: era già successo negli anni Settanta, quando aveva protestato contro l’intervento militare americano in Vietnam. Al Nyt ha parlato anche del suo appoggio al movimento Black Lives Matter e di come, al contrario di quello che in molti sostengono, lei abbia molta fiducia nelle generazioni Millennial e Z e nel modo in cui conducono le loro proteste civili. «Ho notato un sentimento d’amore che negli anni Settanta non c’era. Penso che uno dei motivi sia perché ora le donne sono al comando. Un giorno ho ricevuto per posta alcuni volantini di Black Lives Matter che parlavano dell’importanza del prendersi cura di se stessi [a livello fisico e psichico, ndr]. Un movimento politico che parla di cose come questa? È nuovo».

@janefonda

Lots of amazing young people working beyond 9-5 to save the climate. I joined them & so can you! ##earthday ##9to5 ##FireDrillFriday

♬ original sound – zachjustice_

Ha una passione per TikTok

Il prossimo 21 dicembre, Jane Fonda spegnerà 83 splendide candeline. Ha già detto che le piacerebbe tenere degli incontri virtuali con il suo pubblico per parlare delle tematiche del libro, visto che sarà impossibilitata a fare un vero e proprio tour letterario a causa delle restrizioni anti Covid. Ha anche raccontato che l’isolamento forzato le ha fatto scoprire tanti nuovi libri e serie televisive – in particolare I May Destroy You di Michaela Coel e Insecure di Issa Rae – ma anche una nuova app, TikTok. Sulla piattaforma dei giovanissimi, infatti, oggi pubblica video in cui racconta le sue giornate e fa il verso alle sue celebri lezioni di aerobica che, negli anni Ottanta, contribuirono a rendere popolarissima la disciplina. Naturalmente, con indosso il suo cappotto rosso. L’unica cosa a cui rinuncia? Gli uomini. Dopo 3 mariti, ne è convinta: «Non ho tempo. Mi sento completa con me stessa, i miei figli, i miei nipoti e i miei amici. Non voglio più romanticismo». E se lo dice lei!