Il 22 novembre 2023 ricorre il 60esimo anniversario dell’assassinio di John Fitzgerald Kennedy. Un evento scioccante e profondamente radicato nella memoria collettiva degli americani, come le bombe di
Pearl Harbor e il crollo delle Torri Gemelle. Il più giovane presidente eletto nella storia degli Stati Uniti guidò il Paese in un momento turbolento che coincise con eventi emblematici del periodo della Guerra Fredda, come la fallita invasione della Baia dei Porci e e la firma del Trattato di divieto parziale dei test sulle armi nucleari. Un recente sondaggio Gallup condotto nel giugno 2023 ha visto il tasso di approvazione retrospettiva di Kennedy salire al 90%, il più alto di qualsiasi presidente del secondo dopoguerra.

Il presidente più giovane degli Stati Uniti

A 60 anni dal suo assassinio a Dallas, la figura di John Fitzgerald Kennedy continua a rappresentare un esempio ed esercitare un inossidabile fascino grazie al suo carisma, all’impareggiabile eloquenza, all’attenzione ai diritti civili, e alla sua capacità di incarnare il “sogno americano”. L’uomo che divenne il 35° presidente degli Stati Uniti, il più giovane eletto nella storia Pel paese, fu ucciso da un proiettile mentre sfilava in auto a Dallas accanto alla moglie Jackie.

Una dinastia destinata a segnare la politica Usa

Kennedy nacque il 29 maggio 1917 a Brookline, nel Massachusetts, da una famiglia benestante e influente. Suo padre, Joseph, era un ambizioso uomo d’affari e politico, che aspirava a far diventare presidente uno dei suoi figli. Sua madre, Rose, era una donna devota e colta, che educò i suoi nove figli secondo i principi della fede cattolica.

Gli studi ad Harvard e l’esperienza in marina

Kennedy crebbe in un ambiente privilegiato ma anche competitivo e stimolante. Fin da bambino dimostrò una grande curiosità intellettuale e una spiccata capacità di leadership. Frequentò le migliori scuole del paese e si laureò in scienze politiche ad Harvard nel 1940. Durante la seconda guerra mondiale si arruolò nella marina e si distinse per il suo coraggio durante una missione nelle isole Salomone, dove salvò la vita a un compagno ferito.

La carriera politica e il matrimonio con Jacqueline

Dopo la guerra, Kennedy seguì le orme del padre e intraprese la carriera politica. Nel 1946 fu eletto alla Camera dei Rappresentanti come democratico, rappresentando il Massachusetts. Nel 1952 passò al Senato, dove si fece notare per le sue posizioni progressiste su temi come i diritti civili, il lavoro, l’istruzione e la sanità. Nel 1953 sposò Jacqueline Bouvier, una giovane e raffinata giornalista, con cui ebbe quattro figli, due dei quali morirono in tenera età.

Il motto politico di John F. Kennedy

Kennedy si candidò alla presidenza nel 1960, sfidando il repubblicano Richard Nixon. La sua campagna elettorale fu innovativa e coinvolgente, basata sull’uso della televisione, dei media e del carisma personale. Kennedy seppe conquistare il voto di molti americani, soprattutto giovani, donne, minoranze etniche e religiose. Il suo slogan era “The New Frontier”, la nuova frontiera, che esprimeva la sua visione di un’America dinamica, moderna e solidale.

Il primo presidente cattolico della storia degli Usa

Kennedy vinse le elezioni con un margine molto stretto di voti popolari, ma con una netta maggioranza di grandi elettori. Fu il primo presidente cattolico della storia degli Stati Uniti e il primo nato nel XX secolo. La sua presidenza fu breve ma intensa, segnata da grandi sfide e grandi successi, ma anche da gravi crisi e controversie.

La crisi dei missili di Cuba nel 1962

Kennedy affrontò la minaccia del comunismo sia a livello internazionale che interno. Sostenne la causa della libertà in Europa, in America Latina e in Asia. Affrontò con determinazione la crisi dei missili di Cuba nel 1962, evitando una guerra nucleare con l’Unione Sovietica. Promosse la cooperazione pacifica tra le nazioni, avviando negoziati per il disarmo nucleare e per la creazione di un corpo di volontari per lo sviluppo chiamato Peace Corps. Lanciò la sfida della conquista dello spazio, annunciando l’obiettivo di mandare un uomo sulla Luna entro la fine del decennio.

Kennedy simbolo di cultura ed eleganza

Kennedy si impegnò anche per il rinnovamento sociale e culturale del suo paese. Propose una serie di riforme legislative per migliorare l’economia, l’istruzione, la sanità e i diritti civili. Sostenne il movimento per i diritti degli afroamericani guidato da Martin Luther King Jr., anche se non riuscì a far approvare dal Congresso la sua legge sulla parità razziale. Fu un mecenate delle arti e delle lettere, invitando alla Casa Bianca artisti, scrittori, musicisti e intellettuali. Fu un simbolo di stile e di eleganza, insieme alla sua splendida moglie Jackie, che divenne una icona di moda e di grazia.

L’infedeltà di Kennedy e le sue contraddizioni

Kennedy fu anche un uomo complesso e contraddittorio, con luci e ombre. Fu un marito infedele, coinvolto in numerose relazioni extraconiugali, tra cui una con la famosa attrice Marilyn Monroe. Fu un malato cronico, afflitto da vari problemi di salute che tenne nascosti al pubblico, curandosi con farmaci e antidolorifici. Fu un politico pragmatico e talvolta ambiguo, capace di compromessi e di calcoli. Fu coinvolto in operazioni segrete e discutibili, come il tentativo di rovesciare il regime di Fidel Castro a Cuba o il coinvolgimento nella guerra del Vietnam.

JFK

L’assassinio a Dallas il 22 novembre 1963

Kennedy fu vittima della violenza che segnò la sua epoca. Il 22 novembre 1963, mentre era in visita a Dallas, in Texas, fu colpito da due colpi di fucile sparati da Lee Harvey Oswald, un ex marine simpatizzante comunista. Kennedy morì all’età di 46 anni, dopo solo mille giorni di presidenza. Il suo assassinio scosse profondamente l’America e il mondo intero.

Le teorie complottiste sulla morte di Kennedy

Forse nessun altro assassinio come quello di JFK ha dato origine a così tante indagini, supposizioni e teorie del complotto. Su Paramount+ il documentario “What the Doctors Saw” dà la parola a sette medici che si trovavano al Parkland Hospital dove Kennedy venne ricoverato: alcuni affermano di aver visto una ferita nel collo che cambierebbe la tesi dell’unico cecchino avvalorata dalla Commissione Warren. Per molti resta un mistero: Biden non ha aiutato a dissipare i dubbi quando in giugno ha rinviato per motivi di sicurezza la divulgazione di migliaia di file, alimentando, a distanza di 60 anni, i sospetti sul delitto più indagato del secolo.

La tomba di Kennedy meta di pellegrinaggio

Kennedy fu sepolto al cimitero nazionale di Arlington, in Virginia, accanto alla fiamma eterna accesa dalla sua vedova Jackie. La sua tomba è visitata ogni anno da milioni di persone che vogliono rendere omaggio al suo ricordo. La sua eredità politica e culturale è ancora viva e influente, sia negli Stati Uniti che nel resto del mondo. La sua frase più famosa, pronunciata durante il suo discorso d’insediamento, rimane un monito e un invito per le generazioni presenti e future: “Non chiedetevi cosa il vostro paese può fare per voi, chiedetevi cosa voi potete fare per il vostro paese”.

Un nuovo Kennedy corre oggi per la Casa Bianca

A 60 anni dall’assassinio di Jfk, Robert F. Kennedy Jr (omonimo del padre Bob ucciso mentre tentava di conquistare la Casa Bianca) corre di nuovo per la presidenza degli Stati Uniti. Cospirazionista, no-vax e in odore di antisemitismo, Rfk Jr. è tuttavia stato messo all’indice da cugini e nipoti, anche per la scelta di sfidare da indipendente l’amico di famiglia Joe Biden. Nella sfida tra l’attuale presidente e Donald Trump, i suoi seguaci (il 13% dell’elettorato secondo gli ultimi sondaggi) potrebbero fare la differenza in un’America polarizzata come mai dalla politica.