Gli basta uno sguardo e le donne cadono ai suoi piedi. Così Jude Law, occhi verdi che non si dimenticano, seduce le sue partner al cinema. Nicole Kidman, Julia Roberts, Natalie Portman, Susan Sarandon, Cameron Diaz… La lista è lunga. Ma in Un bacio romantico, l’ultimo film di Wong Kar Wai, Jude aspetta mesi prima che la splendida Elizabeth (la cantante Norah Jones al suo esordio cinematografico) si decida. La trama: Jude è Jeremy, gestisce un bar a New York, famoso per custodire le chiavi degli appartamenti delle coppie appena scoppiate. Una sera arriva Elizabeth con le sue chiavi e le sue lacrime. E per Jeremy è amore a prima vista. Ma per essere felice dovrà aspettare che Elizabeth torni da lui, dopo un lungo viaggio negli Stati Uniti. Completo nero, T-shirt bianca, i capelli ondulati biondi, una sigaretta dopo l’altra, Jude Law ha la voce bassa e un po’ roca, molto diversa da quella di chi lo doppia in italiano. Il volto è bello come al cinema, però ha un’espressione tra il preoccupato e l’ironico.
Che cosa succede?
«Non amo le interviste. Normalmente seguo il consiglio di Tim Robbins: bere qualche bicchierino prima di affrontarle».
E questa volta?
«Non ne ho avuto il tempo».
Basteranno le sigarette?
«Le farò bastare».
In questo film è forse la prima volta che lei aspetta una donna, e non il contrario. Che cosa è successo?
«Aspettare Norah è stato un grande onore. Lei è un’artista, una bravissima cantante. E molto professionale. È invece Elizabeth, il suo personaggio, ad avere bisogno di tempo per chiarirsi le idee».
Il bacio romantico del titolo è anche quello che appare sulla locandina: lungo e appassionato, è uno dei più belli nella storia del cinema.
«È un bacio fantastico da vedere. Ma girarlo è stata un’impresa faticosa. Norah era piegata sul bancone del bar a 90 gradi: per tenere quella posizione era seduta su uno sgabello e diversi cuscini. Io mi sono dovuto infilare acrobaticamente tra le cineprese e sono rimasto in bilico per tutta la ripresa».
Eppure sembrava così naturale.
«Non tutto quello che funziona al cinema è naturale. Anche se in questo caso…».
Lei recita sempre la parte del seduttore, dell’uomo che fa innamorare le donne: è così anche il vero Jude Law?
«Proprio per niente, glielo assicuro. Anzi, sono imbranato. Sono decisamente senza speranze in questo campo. La storia con Sadie Frost, la mia ex moglie, è andata avanti per più di un decennio. Non sono un abile seduttore, a meno che non abbia una sceneggiatura davanti».
Lei è stato diverse volte in testa alle classifiche degli uomini più sexy del mondo.
«Sì, come dice il mio collega Matt Damon è perché mi sono autopromosso molto bene».
Rimane il fatto che è uno degli attori più richiesti di Hollywood…
«Essere richiesto è una gradevole sensazione. Anche se gli alti e bassi di questa professione sono sempre da tenere in conto».
Per questo ha accettato diverse volte di spogliarsi sul set?
«Non ho alcun problema né falso pudore a togliermi i vestiti sul set. In questo sono uguale al mio amico Ewan McGregor. E poi diciamo la verità: sono diventato famoso solo dal momento in cui mi sono tolto i pantaloni».
Lei è stato per molto tempo al centro dell’attenzione dei tabloid per la separazione da Sadie Frost, la tutela dei vostri tre figli, la sua relazione con Sienna Miller: come ha vissuto tutto ciò?
«Molto male. I paparazzi si sono appostati perfino nel giardino della casa della mia ex moglie. Ed è una cosa abbastanza spaventosa sentirsi spiati a ogni ora del giorno e della notte. Senza contare che ci sono di mezzo dei bambini».
Non le piace essere una celebrity?
«Io non mi sento una star. E comunque quello che più mi indispettisce è che per ottenere un qualsiasi gossip su di me si passa sopra a tutto, compreso il diritto alla privacy della mia famiglia».
Tutta questa attenzione ha influenzato anche la sua vita professionale?
«No. Anzi il set diventa ogni volta una specie di luogo protetto dove posso sentirmi al riparo».
A proposito di famiglia: che cosa fa Jude Law nel tempo libero?
«Ovviamente sto con i miei figli, mi piace leggere i fumetti, vedere i vecchi telefilm di Superman e Flash Gordon e immaginare con i ragazzi di diventare supereroi. E poi adoro svegliarmi la domenica mattina, sapere che è vacanza e rigirarmi tra le lenzuola».
È vero che sostituirà Heath Ledger in The imaginarium of doctor Parnassus, il film che Heath stava girando prima di morire?
«Sì, io, Johnny Depp e Colin Farrell stiamo finendo il lavoro che lui aveva iniziato. È l’unico modo per ricordarlo degnamente. Povero Heath: ha avuto un destino davvero tragico».
È vero che le hanno chiesto di impersonare Papa Giovanni Paolo II in un film?
«Io, il Pontefice? Ma mi guardi bene: non sono abbastanza bello» (ride).
David Jude Law nasce il 29 dicembre 1972 a Londra. I genitori sono insegnanti e recitano in una compagnia teatrale amatoriale. La sorella Natasha è fotografa. Jude sale sul palco a 12 anni, a 17 abbandona la scuola per diventare attore a tempo pieno. Agli esordi, condivide l’appartamento con Ewan McGregor. All’inizio degli anni Novanta si fidanza con Sadie Frost, che sposa nel 1997. La coppia ha tre bambini: Rafferty (1996), Iris (2000) e Rudy Indiana Otis (2002). Divorziano nel 2003. Dal 2005 al 2006 Jude è legato all’attrice Sienna Miller.
I suoi successi
Faccia da schiaffi e sguardo da seduttore, Jude Law approda al cinema nel 1997. Gira Wilde, Mezzanotte nel giardino del bene e del male e Gattaca. Con Il talento di Mr Ripley (1999) e Ritorno a Cold Mountain (2003) viene candidato all’Oscar come miglior attore protagonista. Nel 2001 segna una tripletta: Steven Spielberg lo chiama per Intelligenza artificiale, Robert Altman per Gosford Park e Jean Jacques Annaud per Il nemico alle porte. Diventa un’icona sexy nel 2004 con Closer e con Alfie. Nel 2006 ha lavorato con Sean Penn in Tutti gli uomini del re.