Si definisce ‘sociopatica’ l’attrice Kasia Smutniak che è stata costretta a imparare a stare sola “perché mi è capitato“, racconta al Corriere della Sera, “ho dovuto farlo, ho dovuto capire come non avere sul groppone la mia vita ma farmela piacere“.
Ed è praticamente impossibile non tornare con la mente, a quel giugno del 2010, alla morte di Pietro Taricone, allora suo compagno: “Quello è stato uno dei momenti, non l’unico. Ho iniziato a lavorare a 15 anni e sono andata via da casa a 18: lì ho dovuto imparare“, continua la modella e attrice polacca.
Accanto a Kasia Smutniak c’è oggi Domenico Procacci, produttore cinematografico ma l’attrice non ama parlare delle sue relazioni amorose, anche se è molto felice del suo legame che dura da sei anni. Preferisce concentrarsi sui suoi due figli Sophie Taricone e Leone Procacci: “Quando ho partorito la prima figlia e me l’hanno portata in braccio ho avuto una sensazione fortissima: ho iniziato a pensare che da quel momento la mia storia sarebbe stata in funzione della sua, era una cosa nuova per me. L’idea del ‘per sempre’ mi spaventa, invece lì non ne scappi“.
Sophie e Leone le hanno capovolto la vita, come racconta Kasia: “Ti capovolge il mondo, altro che punto di vista“. Ma il cambiamento più grande è arrivato dopo la nascita del secondogenito: “Nel frattempo tutto era cambiato, sono cambiata e tanto io, come donna”.
Oggi, quando pensa al futuro, Kasia si immagine anziana e soddisfatta, una donna matura con zaino in spalla e lo sguardo rivolto al futuro.
“Non vedo l’ora. Chissà quante cose posso imparare, quante esperienze: tutto si riempirà della libertà di poterle vivere“, sottolinea Kasia, “A 20 anni devi impegnarti per il tuo futuro, a 30 arrivano le responsabilità, i figli, i mutui, ma sei ancora un bambino. Io voglio essere lontana da questo, voglio diventare una vecchietta in forma, una vecchietta con lo zaino… ne ho incontrati tanti: hanno fatto tutto e quindi possono prendersi del tempo per loro. Curiosi, coraggiosi e finalmente liberi. Ecco, voglio essere così“.