Il rischio di finire nelle mani sbagliate, di restare vittima di truffe e di fidarsi di persone che approfittano della propria fragilità, quando si ha una malattia autoimmune come la vitiligine è alto. Kasia Smutniak racconta a Vanity Fair la sua odissea di ammalata, perché di patologia si tratta, alla ricerca di una guarigione che non c’è, ma che invece le viene ventilata, promessa, proposta a suon di stratagemmi, pastiglie e riti al confine con l’occultismo.
La vitiligine è una patologia cronica caratterizzata dalla comparsa sulla cute di chiazze non pigmentate, dove manca del tutto la melanina, e che appaiono bianche. «Per guarire ho provato di tutto: prima sono andata dai medici e poi sono finita dai santoni» ha confessato l’attrice. «Santoni di ogni genere. Da quello che aveva più vitiligine di me, a quello che, invece di chiedermi come stavo, mi ha messo in mano il dvd di Perfetti Sconosciuti da autografare». Il momento in cui ha capito che la strada imboccata era quella sbagliata è stato «quando mi hanno bruciato delle conchiglie in faccia e poi mi hanno fatto sotterrare del pelo di pecora nel giardino di casa». Quel giorno Kasia ha capito che la soluzione era dentro di sé, non all’esterno. «Mi sono detta: “adesso basta”». E da quel momento, è iniziato un nuovo percorso per l’attrice, che ha iniziato a non nascondere più in ogni modo i segni della malattia.
La prima volta in cui Kasi rivela di soffrirne è qalche mese fa. L’attrice 40enne condivide con i fan alcuni scatti sui social in cui mostra la pelle segnata. Appare sorridente, nel suo stile semplice e sensuale, quando si mostra senza pudore ai follower, rivelando quelle macchie della pelle che l’hanno portata talvolta a non amarsi.
Raramente si era vista così “vulnerabile”: Kasia lascia vedere infatti le mani e i piedi dove le macchie della vitiligine sono più evidenti e lancia orgogliosa gli ashtag #vitiligodoitbetter #vitiligoisthenewblack #whatdoyousaytovitiligo?
Questo il messaggio del suo post su Instagram, che invita tutti ad accettarsi: «Crescere è anche imparare ad accettare tutto quello che la vita ci porta. Cose belle, cose che ci vengono facili ma che non dovremmo dare mai per scontate… Ma sopratutto momenti difficili, che ci mettono alla prova, per non perdere il senso dei momenti felici. Insomma tutto. Io, crescendo, ho imparato anche un’altra cosa: accettare non è sufficiente. Bisogna amare i propri difetti! Per gli ultimi 6 anni ho imparato ad accettarmi e amarmi per quello che sono. È stato un percorso, mica subito… E solo oggi mi sento di condividere questo pensiero con voi. Qualche tempo fa ho letto una frase che mi è rimasta impressa: “FATTI AMARE PER I TUOI DIFETTI CHE I PREGI LI SANNO AMARE TUTTI” e ho deciso di farla mia».
La vita non è stata così clemente con Kasia Smutniak nonostante la si veda sempre sorridente e positiva: prima la morte improvvisa, dieci anni fa, del compagno Pietro Tarricone, le difficoltà di una mamma single con una bambina piccola (Sophie oggi ha 14 anni) e la malattia della pelle hanno messo a dura prova il suo carattere. Ma arrivata ai 40 anni ha fatto pace con se stessa e con il proprio corpo e ha sposato il compagno, il produttore Domenico Procacci, da cui ha avuto Leone, 5 anni.