Sta facendo discutere molto, soprattutto sui social media, la nuova tendenza hollywoodiana di un approccio genderless all’educazione dei figli. A “riscaldare” il delicato tema è l’attrice Kate Hudson che in un’intervista ad AOL ha affermato “I figli devono scegliere ciò che vogliono essere. Sarà mia figlia Rani quindi a scegliere se vuole essere femmina o maschio”. Dopo due maschi, Ryder Robinson (nato dalla relazione con Chris Robinson) e Bingham Hawn Bellamy (avuto da Matt Bellamy), rispettivamente di 15 e 7 anni, ad ottobre l’attrice è diventata mamma di Rani Rose dall’ultimo compagno Danny Fujikawa.
La Hudson ha ammesso che Rani è già molto diversa dai suoi fratelli maschi e ha già dato prova di “femminilità” nei modi, nei suoni e nella sua energia: “Tuttavia vorrei crescerla senza influenzarne le scelte e con un approccio il più possibile genderless… anche se poi mi piace moltissimo comprarle dei vestitini da femmina…“.
Insomma, la differenza maschi e femmine sembra l’ultima, ormai superata, convenzione che conquista le star d’Oltreoceano. I bambini per alcune celebrity sarebbe meglio lasciarli liberi di diventare ciò che desiderano, al di là del sesso alla nascita. Ma Kate Hudson è solo l’ultima in ordine di tempo a dichiararsi sostenitrice della vita genderless.
“Avere una figlia femmina non cambia il mio approccio: penso che tu cresca i figli individualmente, con un approccio genderless. Non sappiamo ancora come (Rani) si identificherà“, spiega l’attrice 39enne in totale accordo con il compagno Danny Fujikawa che frequenta da oltre due anni.
Kate Hudson non è l’unica ad aver preso questa posizione “genderless” sull’educazione dei propri figli. Angelina Jolie e Brad Pitt non hanno opposto nessuna resistenza quando la figlia (naturale) Shiloh Nouvel ha deciso di volersi far chiamare John e sentirsi un ragazzo. E lo stesso vale per il primogenito (adottato) di Charlize Theron, Jackson che ama invece indossare abiti femminili.
Una posizione più difficile da far digerire a Buckingham Palace: mentre i bookmaker sognano e scommettono su una principessina per Meghan Markle e Harry d’Inghilterra, magari da chiamare Diana per coronare il desiderio di tutti i sudditi, per i duchi di Sussex il sesso del primogenito non è fondamentale, tanto che nel Frogmore Cottage la nursery sarebbe gender free in bianco e grigio.
Niente rosa né azzurro per il nuovo royal baby: chissà se la Monarchia è pronta anche a questo!