Nuovo processo per Kevin Spacey, questa volta a Londra. La star di Hollywood ha preso parte alla prima udienza interlocutoria dinanzi alla Southwark Crown Court.
I capi di imputazione
L’attore è stato accusato di una serie di presunte molestie e abusi sessuali nei confronti di giovani uomini, risalenti al periodo fra il 2001 e il 2013. I fatti si riferiscono alla decade in cui l’attore statunitense ha vissuto in Gran Bretagna ed è stato direttore artistico dell’Old Vic Teatre. Dovrà rispondere di diversi capi d’imputazione, sulla base di denunce e indizi contestati in due tranche dalla polizia britannica. In un caso in relazione a episodi di presunta aggressione sessuale ai danni di un aspirante attore fra il 2001 e il 2004 e, inoltre, per altri quattro presunti abusi denunciati da tre giovani uomini negli ultimi mesi, in riferimento a fatti che sarebbero avvenuti nel Regno Unito tra il 2005 ed il 2013.
La serenità di Kevin Spacey
L’attore, 63 anni, premio Oscar per “American Beauty” e “I soliti sospetti”, è apparso sereno in abito blu chiaro nonostante l’assalto di fotografi e cronisti. Si è sempre detto innocente e certo di poter provare la sua non colpevolezza.
I procedimenti negli Usa
Le accuse arrivate nel Regno Unito vanno ad aggiungersi a quelle americane legate al movimento #MeToo, dove Spacey è stato assolto dai primi processi.
Il verdetto in un mese
Questa udienza ha avuto carattere sostanzialmente procedurale. Ed è culminata nel giuramento della giuria popolare coordinata dal presidente togato della corte, Mark Wall che ha rivolto un appello ai giurati a non farsi condizionare dalla “notorietà” dell’attore e nemmeno dalla “pubblicità” data dai media al caso. Il giudice ha fissato la prossima seduta per venerdì 30 giugno, ma il verdetto non è atteso prima di un mese.
Le parole di Kevin Spacey
“Vivo la mia vita ogni giorno, vado al ristorante, incontro le persone, guido, gioco a tennis, ho sempre incontrato persone generose, genuine e compassionevoli. Non mi sono nascosto, non sono andato a vivere in una grotta”, aveva spiegato il divo americano all’Ansa, in occasione della sua visita a inizio anno al Museo del cinema di Torino, dove ha ricevuto la Stella della Mole.