L’attesa è finita. The Crown, la serie che racconta la storia della monarchia britannica, sta per ripartire con la quarta stagione, la più avvincente. Il 15 novembre sbarcano su Netflix 10 episodi che ripercorrono le vicende del casato Windsor dal 1977 all’inizio degli anni ’90 e intrecciano gli avvenimenti a Palazzo – dove tornano silenzi carichi di tensione e segreti sussurrati che, in fondo, così segreti non sono – con gli eventi storici, dalla guerra delle Falkland agli attentati dell’Ira.
Una soap opera sfarzosa ed emozionante che stuzzica la nostra curiosità per Elisabetta II (interpretata da Olivia Colman, che per il ruolo ha vinto un Golden Globe) e i reali, e che ci regala l’illusione di conoscerli intimamente.
Finora The Crown ha vinto 68 premi su 174 nomination e tra, costumi e scenografie curatissime (Buckingham Palace è ricreato a Wilton House e Lancaster House, già utilizzata per il film premio Oscar Il discorso del re), si stima che ogni stagione costi 100 milioni di sterline. Una cifra che ha perfino superato il reddito che il governo inglese assegna alla regina per le sue proprietà (nel 2017-18 ammontava a 82,2 milioni).
Diana: dal fidanzamento al tradimento
Il cuore dei prossimi episodi è la love story tra Carlo (Josh O’Connor) e Diana Spencer (Emma Corrin), che all’epoca del fidanzamento aveva 19 anni. Dopo la turbolenta relazione con Camilla Parker Bowles, interrotta per volere di Buckingham Palace, il principe del Galles deve trovare moglie: Diana conquista tutti con la sua dolcezza, ma Camilla «è una presenza costante» anticipa O’Connor. Lo confermò la stessa Lady D nella celebre intervista del 1995 in cui affermò che il loro era «un matrimonio affollato».
Nella serie Diana se ne accorge quando trova gli schizzi per un gioiello che Carlo, combattuto tra sentimenti e doveri, ha disegnato per l’amante. La principessa del popolo entra a Palazzo sognando una fiaba e finisce per sentirsi isolata e incompresa. «Si aspetta di trovare nella regina una figura materna, ma resta delusa. Era importante rappresentare la felicità di questa coppia e ricordare che c’era comunque amore» spiega Corrin, che per restituire sullo schermo la passione di Diana per la danza si è allenata per mesi nel jazz e nel balletto. Assistiamo al primo incontro con Carlo, si intravede il giorno delle nozze, nascono William e Harry, ma l’amore è fragile e lei lotta contro i disturbi alimentari.
Margaret Thatcher: dalla politica di ferro alle lacrime per il figlio
La regina deve vedersela anche con Margaret Thatcher (una Gillian Anderson dalla voce roca, invecchiata col make up), la Lady di ferro che con un’amministrazione durissima portò a tensioni sociali e disoccupazione di massa. I confronti-scontri tra le 2, nate a 6 mesi di distanza l’una dall’altra e con idee opposte sulla gestione del Paese, sono da non perdere.
«Credo che Elisabetta fosse stimolata dalla possibilità di confrontarsi con una donna. C’era rispetto reciproco, ma non divennero amiche. Recitare con Gillian è stato inquietante, sembrava che il fantasma della Thatcher fosse con noi» ammette Olivia Colman, all’ultima prova nei panni della regina prima di cedere la corona, nelle prossime 2 stagioni, a Imelda Staunton. «Scatteranno i confronti e perderò. Se Imelda dovesse chiamarmi? Le direi che la parrucca dopo un po’ fa venire il prurito» dice con una risata.
L’ultima stagione, la sesta, non andrà oltre i primi anni 2000. Contenti i reali, che non saranno costretti a rivedere sullo schermo la fuga di Meghan e Harry e lo scandalo che ha coinvolto il duca di York nel caso Epstein. Anche se The Crown è vincente soprattutto quando mostra la fragilità dei protagonisti: in uno degli episodi migliori la Thatcher scoppia in lacrime dopo aver confessato che uno dei suoi 2 figli, il preferito, risulta disperso. Un commento che sorprende la regina e la spinge a riflettere sul proprio ruolo come madre e sul rapporto con i figli, uno più infelice dell’altro. Come Andrea: «Qualcosa che all’inizio non avevo preso in considerazione era il suo status di principe che non sarebbe mai diventato re: ho tracciato il viaggio di qualcuno che si allontana sempre di più dalla corona» racconta Tom Byrne, che lo interpreta.
Da sottolineare che molti dei dialoghi tra i protagonisti sono frutto dell’immaginazione del creatore Peter Morgan. Ricorda Helena Bonham Carter, volto della principessa Margaret: «Nessuno sa come siano andate le cose, questa storia unisce eventi reali a finzione narrativa». Chissà se anche Sua Maestà si sintonizzerà su Netflix: ci piace pensare di sì. Curiosa, anche lei, di scoprire come continua la fiction sugli ultimi 70 anni della storia d’Inghilterra.