Nella sua vita ci sono due grandi passioni. L’arrampicata sportiva (una delle discipline che debutterà a Tokyo), di cui è campionessa mondiale giovanile, e la matematica, che studia all’Università di Trento. Due passioni che sembrano in contrasto, ma che per Laura Rogora, 20 anni, romana, non lo sono affatto: «Nelle funzioni complicate mi diverto a cercare la strada giusta per il risultato. E lo stesso faccio nell’arrampicata. Osservo, studio, provo la soluzione per arrivare in cima, sfruttando i miei punti di forza». E Laura ne ha parecchi.
Ha un fisico da ragazzina, ma una sicurezza da adulta. È minuta (è alta solo 148 cm), ma quando scala i suoi muscoli esplodono. Ha mani possenti, abituate a stringere appigli impercettibili che solo lei riesce a vedere. E una capacità di concentrazione che molti altri atleti le invidiano.
Perché ha scelto questo sport? «Papà è di Legnano, vicino alle montagne e ha sempre avuto la passione per l’alpinismo. La prima volta che mi ha portato a scalare avevo 4 o 5 anni». Ma c’è di più. «Arrampicare mi fa sentire libera, mi fa volare» sorride. Un volo che speriamo la porti a scalare il podio di Tokyo.