Sono passati sei live dall’ultimo live insieme de Le Vibrazioni, la band milanese dalla lunga gavetta e grandi successi radiofonici nei primi anni 2000 (chi non ricorda Giulia della loro Dedicato a te?). In mezzo la separazione e la carriera solista di Francesco Sarcina, il cantante della band. E ora di nuovo insieme, al Festival di Sanremo, nella formazione originaria con Francesco quindi alla voce e chitarra, Stefano Verderi alla chitarra e alla tastiera, Marco Castellani al basso e Alessandro Deidda alla batteria. Tredici anni dopo la loro prima esperienza sul palco dell’Ariston, con Ovunque andrò, cantano Così sbagliato, un brano radiofonico e pieno di suono che parla di un amore in cui essere perdonato, accettando anche i propri difetti, ch sarà inserito in V, il nuovo album di inediti in uscita il 9 febbraio.

Siete di nuovo insieme dopo 6 anni, cosa è cambiato?

Francesco Sarcina: In realtà niente, siamo tali e quali a quando ci siamo lasciati! Sicuramente arriviamo più consapevoli di noi stessi, ognuno di noi ha svolto attività tali per le quali oggi arriviamo più maturi e consapevoli di  quello che siamo o di cosa possiamo fare.

Cosa vi aspettate da questo Festival?

Alessandro Deidda: Un Festival ricco di musica. Tanta musica e poche parole!

“Così sbagliato”, qualcuno vi ha mai “salvato”?

Francesco Sarcina: Sì, più di una volta mi sono sentito salvato. Ad esempio, Giulia mi ha “salvato”: Dedicato a Te è una lettera di ringraziamento per Giulia che mi ha salvato da una situazione particolare, nel 2000. E poi mi sento salvato ogni giorno dall’amore, quello dei miei figli, della compagna, della famiglia…

Stefano Verderi: La musica ti salva da tante cose, in primis dalla routine. Il mestiere che facciamo è sempre diverso.

Il difetto più grande, che avete dovuto far accettare da chi vi ama?

Alessandro Deidda: Fosse solo uno…

Francesco Sarcina: Difetti ne abbiamo tutti tanti, piccoli…difficile individuarne uno che prende il sopravvento sugli altri.

Il segreto per “sopravvivere” alla settimana del Festival?

Francesco Sarcina: Cercare di non viverla con ansia ma divertirsi, perché Sanremo è un grande e divertente “circo”, una bellissima vetrina. Bisogna viverlo sempre con allegria perché è anche un bel momento di condivisione con tanti colleghi.

Stefano Verderi: Bisogna vivere Sanremo non come una gara ma come una performance live esclusiva, in cui bisogna mettere tutti noi stessi.

C’è qualcosa che vi fa paura?

Francesco Sarcina: Non temiamo niente!

Dopo l’esibizione nottate pazze o subito a dormire?

Alessandro Deidda: Dato il clima divertente del Festival, un po’ di festa non può mancare.

Francesco Sarcina: Di solito nottate pazze…ma questa volta mi sa che andremo subito a dormire!» (ridono)

Il primo messaggio post esibizione a chi lo mandate?

Stefano Verderi: Alla mamma.

Francesco Sarcina: Non ne mando, ma quando prendo il cellulare dopo la performance rispondo ai tantissimi messaggi che mi arrivano.

Nella tua valigia non puoi assolutamente dimenticare?

Francesco Sarcina: Il mio stivaletto.

Alessandro Deidda: Un buon libro.

Il ricordo più bello del vostro primo Sanremo?

Francesco Sarcina: Il nostro primo Festival è stato 13 anni fa, ci ricordiamo una bella serata con Beppe Vessicchio al Morgana, ci siamo divertiti un sacco. Vessicchio si è rivelato davvero rock and roll!     

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