Attenzione: nell’articolo che stai per leggere ho scritto “amore” 11 volte, “innamorarsi” 5 (e sono stata attenta a non esagerare). È inevitabile: sono le parole che ricorrono più spesso nei titoli e nelle trame dei romanzi usciti negli ultimi mesi. Stiamo vivendo un romanticismo di ritorno: sentimenti e struggimenti che esplodono in forme e colori diversi, autori che ne parlano alle fiere letterarie come il Salone Internazionale del Libro di Torino, in programma dal 10 al 14 maggio al Lingotto. E tanti cuori dappertutto. Per esempio nella storia di Hildy e Paul: lei ha 18 anni, lui 19, non si conoscono ma decidono di partecipare a un esperimento che li farà “infiammare” e, inevitabilmente, perderanno la testa l’uno per l’altra. È la trama di 36 domande per farti innamorare di me (Mondadori), scritto dalla canadese Vicki Grant sulla falsariga di un esperimento reale, e documentato sul web, in cui un gruppo di scienziati è riuscito a dimostrare che è possibile instaurare una relazione profonda tra 2 persone, e addirittura innamorarsi, rispondendo a semplici domande: «Se potessi scegliere tra una qualsiasi persona al mondo, chi inviteresti a cena?» oppure «La tua casa brucia, hai tempo di salvare solo un oggetto, cosa sceglieresti e perché?». Il libro, uscito a San Valentino (e quando sennò?), può sembrare l’ennesima storia d’amore. Ma è il modo in cui tratta l’argomento che risulta nuovo.
Per esplorare i moti dell’anima
«Quello che oggi emerge dai romanzi, rivolti perlopiù a un pubblico giovane, è l’analisi al microscopio di ogni singolo sentimento, di ogni singola emozione, al di là della storia spesso semplice» spiega Marta Treves, responsabile della narrativa straniera e young adult di Mondadori. Come un esperimento, appunto, in cui «le frustrazioni, le paranoie, i dialoghi interiori che l’amore procura sono descritti minuziosamente ». Questi stati d’animo sono al centro di Io, te e il mare (Mondadori) della 20enne Marzia Sicignano, studentessa e instapoet, che alternando la prosa alla poesia racconta i turbamenti che provoca il primo amore: «Il mare è la metafora perfetta di quell’esplosione di emozioni che senti quando ti innamori» recita l’aletta. 14 modi per innamorarsi (Sperling & Kupfer) è invece una raccolta di racconti firmata dalle più famose scrittrici young adult (genere che in realtà arriva a soddisfare anche le romantiche 30enni) «sulle mille strade che l’amore è in grado di trovare per raggiungerti», dice sempre l’aletta. Mentre la regina dei sentimenti nostrani è Susanna Casciani, autrice da 200.000 follower su Facebook, che ora torna con Sempre d’amore si tratta (Mondadori): una storia che coinvolge il rapporto madre-figlia, la prima depressa, per dimostrare quanto i rapporti affettivi influenzino tutta la nostra vita.
Per indagare le proprie debolezze
In Chiamami col tuo nome (Guanda) di André Aciman il desiderio è quasi doloroso, la passione impossibile da acquietare. L’autore racconta dell’infatuazione di un adolescente per un ragazzo più grande, di quello che lui gli “smuove” dentro. Parla di Amore con l’A maiuscola, l’amore universale. Il romanzo è stato pubblicato nel 2008 ma ora, dopo il film di Luca Guadagnino che ne è stato tratto, sta facendo sospirare molti più lettori. Segno dei tempi, spiega Francesco Guglieri, editor della narrativa straniera Einaudi: «Mai nella storia si è scritto così tanto. Con i messaggi e le chat, sui blog e sui social network. E spesso si scrive di sé. È come se questa tendenza a puntare il faro dell’indagine al nostro interno sia esplosa a livello 2.0». Nasce così anche l’urgenza per alcuni scrittori maschi di esprimere i propri sentimenti, fragilità, debolezze. Lo fa Matteo Bussola nel nuovo La vita fino a te (Einaudi) dedicato alla compagna con la quale ha 3 bambine. Bussola ricorda gli amori passati, ma in fondo analizza i rapporti di coppia. «L’amore che non ti completa, ma ti comincia» scrive. Come quello raccontato da Alexandre Postel in Théodore e Dorothée (Minimum fax): i protagonisti, marito e moglie, sembrano fatti l’uno per l’altra a partire dal nome (l’uno è l’anagramma dell’altro), ma allora perché non fanno altro che porsi domande e rincorrere la felicità?
Per descrivere le tensioni fra i sessi
Leggermente diverso è il caso di alcune nuove scrittrici: dall’irlandese Sally Rooney con Parlarne tra amici (Einaudi), all’americana Catherine Lacey con Le risposte (Sur), fino all’italiana Veronica Raimo con Miden (Mondadori). «In queste autrici la relazione con gli uomini e col sesso è spesso vista come un terreno di scontro, non di pacificazione. Un campo da gioco in cui vengono fuori delle tensioni che sono soprattutto di potere, di relazione fra i sessi» dice Guglieri. «È proprio la temperatura di questi anni, in cui i rapporti vengono ribaltati e messi in discussione». In Primo amore (Bompiani) dell’inglese Gwendoline Riley la tensione fra Neve, aspirante scrittrice, ed Edwyn, molto più grande di lei e un po’ odioso, è fortissima e l’autrice la racconta con uno stile fendente. Il contesto è importante: «Quello che salta all’occhio leggendo il romanzo di Sally Rooney è che, prima di andare a letto e dare una forma fisica alla loro relazione, Frances e Nick passano un mucchio di tempo a chattare e a messaggiarsi, a erotizzare il linguaggio». Il digitale, Tinder e le altre app per trovare un partner giocano un ruolo importante. Persino Quello che non sappiamo (Cairo) di Annarita Briganti si può leggere come una lunga chat. Comunque, che si parli di rapporti disfunzionali o problematici, sempre di amore si tratta. E chissà se a furia di leggere ci si riesca davvero a innamorare. Magari di un autore. In fondo, anche questo potrebbe essere un esperimento.