Javier Marias, Berta Isla, Einaudi (traduzione di Maria Nicola)

Berta Isla è un libro magnifico e complesso. Magnifico perché riesce a sollevare riflessioni sull’amore, le convenzioni, la verità, «l’impossibilità di conoscere le cose con assoluta certezza a cominciare da se stessi» ha detto l’autore. Complesso perché ci sono misteri, agenti segreti, una trama che va dagli anni ’60 ai ’90, tra Madrid e Oxford. Berta e Tomas si conoscono da giovani, si sposano, ma il loro è un amore imperfetto, perché lui sparisce spesso e lei non si fa troppe domande. Anzi, accetta che una parte della sua vita rimanga all’oscuro. E poi ci sono frasi così: «Tom e Berta non sapevano che quella sarebbe stata la cifra di gran parte della loro vita insieme, insieme ma con poca presenza e senza limiti precisi, insieme ma dandosi le spalle». Berta Isla è il romanzo dell’anno secondo molti critici ed è uno di quei libri che ti fa rimanere alzato di notte per leggerlo. (Isabella Fava)

Sara Rattaro, Non volare via, Sperling & Kupfer 

«Ero lì. Io, la figlia perfetta, la moglie migliore, la sorella più affidabile, occupavo uno spazio minimo in attesa che i singhiozzi si trasformassero in qualcosa di comprensibile anche per gli altri. Poi, finalmente, ho pianto.». è Alice, l’avevamo già incontrata in Non volare via. Era stata lei la prima a riuscire a comunicare con Matteo, il fratello nato sordo; lei la ragazza fortissima: di ghiaccio fuori ma col fuoco nel petto. In Andiamo a vedere il giorno la sua solidità inizia a creparsi. Alice che come logopedista lavora col linguaggio, più spesso con la sua assenza, rimane vittima di quella stessa capacità di non dire. Dell’abilità a celare. E allora ecco l’amore clandestino per un altro uomo molto più vecchio di suo marito, molto simile al padre che aveva tentato di abbandonarli anni prima. “Essere una famiglia significa sopravvivere a tutte le cose che puoi nascondere.” Per Rattaro il destino è qualcosa che si passa nel codice genetico. Eppure l’esistenza non è mai lineare. Alice partirà con sua madre alla ricerca della donna che anni prima aveva rischiato di rovinare la loro famiglia: sembra una vendetta, forse una compensazione al suo stesso tradimento. Invece ancora una volta l’amore ci coglie di sorpresa, prende – in mille direzioni – mille sfaccettature contraddittorie. E finché non si esaurisce, si può dire di essere una famiglia. (Gaia Manzini)

Hervé Le Corre, Scambiare i lupi per cani, edizioni e/o (traduzione di Alberto Bracci Testasecca)

Per chi ama i noir senza redenzione, eccone uno bellissimo e duro, che ricorda le atmosfere del cinema di Jean-Pierre Melville. Protagonista è Franck, arrestato per rapina a mano armata, che esce di prigione dopo 5 anni. Ma ad attenderlo non c’è Fabien, il fratello (lo stesso con cui ha fatto la rapina ma che è riuscito a non tradire) quanto Jessica, una donna sexy che lo sedurrà e condurrà in un viaggio dentro l’inferno. Atmosfere cupe, amore e violenza, sangue e misteri, personaggi indecifrabili e inquietanti. L’autore, Le Corre, ha vinto in Francia molti premi e qui dà il massimo, con tutti gli ingredienti giusti. (Isabella Fava)

Stefano Massini, Dizionario inesistente, Mondadori 

Le parole di ogni giorno dicono molto del modo in cui modelliamo il mondo. A volte però il nostro vocabolario è insufficiente: un grande drammaturgo come Stefano Massini ha avuto quindi l’intuizione di un Dizionario inesistente . Se non esistono abbastanza termini per definire gli aspetti più pregnanti dell’esistenza basta inventarli, sempre a partire da persone o luoghi che hanno fatto, più o meno in grande, la Storia. Dalla A di annonismo (da Annonay, dove volò la prima mongolfiera) alla Z di zachariano (da Zacharias Jannsen, che rubò l’idea del cannocchiale), l’autore propone una carrellata di vocaboli inediti (birismo, nazinarsi, questico, tautonico) che sono il pretesto per raccontare un caleidoscopio di storie avvincenti e spesso sconosciute: dall’invenzione della penna a sfera alla bellicosa tribù dei Mapuche, dal cugino fashionista di Tiziano Vecellio alla prima donna che scalò (in gonna) il Monte Bianco. Il piacere di una narrazione così sorprendente lascia intendere però anche il profilo di un’umanità sempre sospesa e inquieta, che rincorre i propri obiettivi dovendo fare i conti coi limiti propri e del destino. E spesso senza trovare le parole. (Paolo Armelli)

Mark Zusak, Il ponte di argilla, Frassinelli (traduzione di Chiara Brovelli)

L’autore è conosciuto: con Storia di una ladra di libri, 12 anni fa, ha venduto 8 milioni di copie in tutto il mondo. Da quel primo fortunatissimo romanzo è nato un film molto apprezzato. Ed eccolo ancora alla prova con i sentimenti in un libro che racconta una complicata storia famigliare. Siamo nella provincia americana, di pascoli e fatica. Protagonisti i 5 fratelli Dunbar, abbandonati dal padre dopo che la madre è morta. Clay (il nome in inglese significa argilla) è quello che farà da “ponte” appunto tra il padre e i fratelli, tra il passato e il presente. (Isabella Fava)

Peter Cameron, Gli inconvenienti della vita, Adelphi (traduzione di Giuseppina Oneto)

Due coppie. Attimi. Pensieri. Nella prima ci sono Stefano e Theo, un avvocato e uno scrittore in crisi a Manhattan. Nella seconda, un marito e una moglie anziani in una cittadina della provincia americana. Storie semplici, raccontate attraverso frammenti della loro quotidianità. Quando un fatto, anche banale, come la seduta da un agopuntore o la visita di un reverendo fa affiorare dubbi, inquietudini, bilanci. E’ un libro piccolo ma potentissimo perché rivela paure e delusioni. Sullo sfondo di entrambe le storie c’è un tragico incidente. Quello che ticambia l’esistenza e la prospettiva. Cameron usa uno stile asciutto e fortissimo come quando racconta la fine di un rapporto: «Le nostre vite si erano rattrappite, ogni giorno era più limitato e silenzioso del giorno prima». O nacora quando descrive il senso di fragilità: «Ci sono cose che non si possono aggiustare, come il piatto che mi è caduto ieri sera. Ci sono troppi pezzi, oppure troppo piccoli. Forse anche io non sono riparabile». (Isabella Fava)

Sarah Pinborough, L’amica del cuore, Piemme (traduzione di Gabriella Diverio) 

«Non c’è bisogno di un cadavere a pagina 7 per fare un buon libro» dice Sarah Pinborough, nuova penna del thriller psicologico alla Paula Hawkins di La ragazza del treno. Inglese, 46 anni, un fan come Stephen King, Pinborough pubblica il suo secondo romanzo in italiano, L’amica del cuore (Piemme), dopo Dietro i suoi occhi. Lisa (piccolo spoiler: attenzione ai nomi e alle identità dei personaggi) ha quasi 40 anni, è mamma single di una 16enne “difficile”, frequenta solo la sua collega Marylin e ogni tanto si concede un bicchiere di vino per addormentarsi senza sonniferi. Tutto scorre fin troppo tranquillo in questo romanzo di una delle migliori autrici crime in circolazione. Ma da pagina 123, quando c’è il primo dei tanti colpi di scena che la scrittrice chiama “rivelazioni”, niente sarà più come prima. Basato su un caso realmente accaduto, L’amica del cuore parla di colpe vere o presunte e del prezzo che si paga, di segreti che esplodono come bombe e dell’amicizia tra donne. L’importante è scegliere bene la propria “best friend”. (Annarita Briganti)

Donato Carrisi, Il gioco del suggeritore, Longanesi 

Lo scenario iniziale è ideale per una strage. Una fattoria lontana dalla città; una famiglia isolata dal mondo, perché i coniugi Anderson hanno rinunciato a internet, tv ed elettricità pur di dare alle loro 2 gemelle un’infanzia serena e protetta; un temporale notturno; una richiesta di aiuto. Ma un particolare stona: quando la polizia perquisisce la casa grondante sangue, i corpi non si trovano. A sciogliere l’enigma viene chiamata Mila Vasquez, un’ex poliziotta nata dalla penna di Donato Carrisi 10 anni fa e che, in questo romanzo proverà a chiudere i conti con un killer introvabile ma anche con un passato ingombrante. In un’indagine dove il male sembra sbucare da ogni nostra esperienza, reale o virtuale che sia. (Gianluca Ferraris)

Pierre Lemaitre, I colori dell’incendio, Mondadori (traduzione di Elena Cappellini)  

Si apre con un funerale, quello del banchiere Marcel Péricourt, padre di Madeleine, e con una tragedia che riguarda il figlio, il piccolo Paul di 7 anni. Il romanzo di Lemaitre inizia con un drammatico è fortissimo colpo di scena per introdurci in un mondo dove regnano ipocrisie, corruzione e brama di potere. La protagonista deve imparare a giostrarsi per sopravvivere e non crollare definitivamente. Siamo nell’Europa degli anni Venti, sullo sfondo della crisi economica del 1929, della nascita dei nazionalismi. I personaggi e le battute sono taglienti, la trama avvincente e complessa. Vi coinvolgerà. (Isabella Fava)

Jonathan Coe, Middle England, Feltrinelli (traduzione di Mariagiulia Castagnone) 

E’ un libro importante quello dello scrittore inglese Jonathan Coe, già autore di La banda dei brocchi, La famiglia Winshaw e La casa del sonno. Importante perché, attraverso le vicende e la vita di Benjamin e Lois Trotter, dei loro amici, e della giovane Sophie (la figlia di Lois), copre un arco temporale che va dal 2010, anno del primo governo di coalizione della storia britannica del dopoguerra, guidato dal conservatore David Cameron, fino ai giorni nostri. Sullo sfondo, ma non troppo, tutti i passaggi che hanno portato alla Brexit, la delusione e frustrazione degli inglesi, il senso di smarrimento, la rabbia e la nostalgia. Ci sono le rivolte del 2011 scoppiate a Londra a seguito dell’uccisione da parte della polizia di un 29enne della comunità nera, ci sono i Giochi olimpici del 2012, e lo shock del referendum. Un grande romanzo per capire quello che sta succedendo oggi. (Isabella Fava)

Per amore del mondo. I discorsi politici dei Premi Nobel per la Letteratura, a cura di Daniela Padoan (Bompiani) 

Quando viene assegnato il Nobel è consuetudine che gli autori pronuncino un discorso per dire chi sono, qual è il filo della loro produzione poetica e delle loro scelte estetiche. «Tra i discorsi pronunciati dal 1901 a oggi, sono qui raccolti quelli che privilegiano un sentimento di responsabilità verso gli uomini: un “amore del mondo”» scrive la curatrice di quel prezioso volume dove compaiono Anatole France e William Faulkner, Albert Camus e John Steinbeck, Toni Morrison e Doris Lessing, solo per citarne qualcuno. (Isabella Fava)

Sujata Massey, Le vedove di Malabar Hill, Neri Pozza (traduzione di Laura Prandino)  

Bombay, anni Venti. Perveen Mistry è la prima avvocatessa donna della città. Si è laureata a Oxford, ma ora fa da contabile e traduttrice nello studio di famiglia, perché in aula le donne ancora non sono ammesse. Incaricata dal padre di seguire il testamento di un ricco musulmano che ha lasciato 3 vedove, Perveen si trova coinvolta in un intricato mistero che risolverà dopo mille avventure. Non è solo il giallo la forza di Le vedove di Malabar Hill di Sujata Massey, che ha origini indiane ma vive a Washington. Ti rapiscono l’atmosfera fatta di spezie e cibi invitanti e la capacità dell’autrice di toccare temi come l’emancipazione della donna, i contrasti e le contraddizioni di un Paese grande e complesso, le tradizioni e le religioni. (Isabella Fava)

Renato Bruni, Mirabilia. La botanica nascosta nell’arte, Codice edizioni

Le piante e i loro segreti, attraverso le opere d’arte. Renato Bruni che è professore di botanica e biologia farmaceutica all’università di Parma ci conduce in un viaggio fatto di pozioni ed erbari, di mondi nascosti e opere all’avanguardia. Come in una grande mostra dove foglie, muschi e vegetali sono protagonisti. (Isabella Fava)

Garrard Conley, Boy Erased, Black Coffee (traduzione di Leonardo Taiuti) 

«Signore, rendimi puro» continua a ripetersi con ossessione Garrard Conley, autore di Boy Erased, memoir in cui racconta le sofferenze che ha patito quando, diciannovenne, fu costretto a partecipare a una terapia di conversione. Figlio di un ministro battista ultraconservatore, fu spinto a iscriversi alla Love in Action, associazione che prometteva di convertire gli omosessuali (ma anche pedofili, eroinomani, giocatori compulsivi, tutti messi nello stesso calderone) e riportarli sulla via di Cristo. I metodi, impartiti da personale intransigente e neanche opportunamente formato («Perché mai un consulente matrimoniale dovrebbe rendere mio figlio eterosessuale?», sbotta a un certo punto la madre), prevedono genealogie dei peccati di famiglia, confessioni coatte, finti funerali delle personalità deviate. Conley descrive tutto come un’aberrante tortura psicologica, in cui i giovani sono obbligati solo a mentire a sé stessi (spesso mossi a soluzioni estreme come il suicidio): oggi la Love in Action non esiste più ma ha assunto nuove forme e le terapie di conversione iniziano ad attecchire anche in Italia. La toccante testimonianza di questo libro è diventata anche un film che uscirà a gennaio 2019: nel cast Nicole Kidman e Russell Crowe. (Paolo Armelli)

Lev Tolstoj, Guerra e pace, Volume I e II, Einaudi, (Nuova traduzione di Emanuela Guercetti. Prefazione di Leone Ginzburg)

Un libro prezioso, da regalare, per riprendere in mano il capolavoro di Tolstoj o leggerlo per la prima volta. Immenso, non tanto per la mole di pagine ma per il lavoro che lo scrittore russo ha messo nella ricostruzione delle guerre napoleoniche, dal 1805 al 1812, fino al 1820 regalandoci un’opera che fonde romanzo, materiale storico e discorso filosofico attraverso le storie delle due famiglie Bolkonskij e Rostov, conti, principi e ufficiali.(I.F.)

Gert Nygardshaug, L’amuleto, Sem (traduzione di Andrea Romanzi)

Gert è una specie di Camilleri norvegese, ha scritto 40 libri ed è un autore di culto nel suo Paese. L’amuleto è il primo di una serie di 12 romanzi incentrati sulla figura di Fredric Drum, crittografo e sommelier. È ambientato tra Oslo, la valle di Rødalen e il fishspot di Tynset. Perfetto per chi ama i misteri da risolvere, la mitologia nordica e i panorami incantevoli. (I.F.)

Renée Knight, La segretaria, Piemme (traduzione di Rachele Salerno)

«Non siamo né carne né pesce, noi assistenti personali. Non proprio membri della famiglia, non proprio amici». È uno dei passaggi chiave di La segretaria dell’inglese Renée Knight, che Piemme pubblica in anteprima mondiale. Un thriller psicologico, con una parte ambientata in tribunale durante un processo alla maniera dei legal thriller, per la nuova frontiera del genere: non c’è troppo sangue, anche se finisce in modo nero, non ci sono serial killer, le svolte della trama derivano dai rapporti tra i personaggi. La storia è narrata dal punto di vista di Christine, assistente personale per diciotto anni di un’imprenditrice, Mina Appleton, cognome che evoca la “mela” della tecnologia, alla guida di una catena di supermercati dopo avere estromesso suo padre, senza scrupoli. Sovvertendo ogni cliché – come fanno le segretarie con gli occhiali a farsi sposare dagli avvocati –, Christine è timida e insicura, subisce il carisma della sua capa. Cambia accento per adottarne uno più raffinato come quello di Mina, che ha studiato in Svizzera, dimagrisce, rinuncia a tutto. Suo marito la molla e i rapporti con sua figlia si complicano a causa della sua dedizione al lavoro. «Mi sono sentita in imbarazzo per te», dice la ragazza a Christine quando partecipa alla giornata dei “figli in ufficio” riferendosi a quanto Mina la schiavizzi. L’imprenditrice chiede sempre di più alla sua segretaria, anche di violare la legge… Le due protagoniste non sono amiche, come crede Christine solo perché una volta Mina l’ha invitata a casa sua e le ha offerto dei biscotti. Mina le rinfaccia qualsiasi errore, anche dopo anni, non la invita al suo matrimonio, la convoca in un ristorante costoso per farsi portare un cambio d’abito e non le chiede di restare a cena, la coinvolge in affari sporchi, determinando un epilogo ad alta tensione con colpo di scena finale. In passato segretaria, autrice di La vita perfetta, Knight prende sempre spunto dalla vita vissuta per i suoi bestseller, scavando nella parte oscura dell’esistenza. I temi de La segretaria sono la manipolazione e il potere, il confine sempre più labile tra carriera e privato, l’ambizione (Mina), il bisogno di ottenere l’approvazione degli altri (Christine), i no che ogni tanto andrebbero detti. Come fa notare Christine, chi manipola non riuscirebbe nel suo intento se non ci fosse qualcuno che si fa sottomettere. Consigliato anche da una scrittrice che di letteratura e di donne se ne intende, Sveva Casati Modignani, La segretaria è una perfetta lettura natalizia. Coinvolge come un film o come una serie, e in effetti sembrerebbe già pronto per essere portato sullo schermo. Mina è la dark lady che ottiene tutto quello che vuole a qualunque costo. Christine è l’outsider, colei che deve solo ringraziare, dal punto di vista di Mina, di quello che ha, la vittima designata di una società classista. Ma i ruoli, come accade in questo romanzo, possono sovvertirsi. (Annarita Briganti)