– Il romanzo appassionante
Da negoziante a rapinatore per necessità
letto da Isabella Fava – @isabyte
New York è una città che pulsa, sempre in movimento. Provate, allora, a immaginarla negli anni ʼ50 e ʼ60: in particolare Harlem, quartiere nero abitato da uomini e donne che cercano di sopravvivere o migliorare le proprie condizioni, da delinquenti che si arrangiano, da gangster che dettano legge e sono una minaccia. È una città con un ritmo – da qui il titolo del romanzo di Colson Whitehead, due volte premio Pulitzer – che sa di jazz e locali fumosi, di bambini che giocano con gli idranti e di ubriachi sui gradini delle case. Ma è anche un quartiere che può sorprenderti. Ed è in quelle pieghe, umane soprattutto, che ci conduce l’autore.
Il protagonista del romanzo è Ray Carney, proprietario di un negozio di mobili a prezzi contenuti, Carney’s Furniture sulla 125esima strada. Gli affari non vanno proprio bene, la gente paga a rate e Ray, che aspetta il secondo figlio, si arrabatta rivendendo tv, radio e altri oggetti usati o “cascati da un camion”. «Carney poteva essere un tantino disonesto, ma non era certo un delinquente, nella pratica come nelle ambizioni» scrive Whitehead, però… Il romanzo spicca il volo quando Freddie, suo cugino che è quasi un fratello minore ma che ha preso un’altra strada, lo coinvolge in una rapina all’Hotel Theresa, molto noto in quegli anni ad Harlem. Il colpo, appassionante come quello di Ocean’s Eleven (al quale lo stesso Whitehead ha detto di essersi ispirato), è solo l’inizio di una nuova storia in cui Ray cerca di destreggiarsi tra pericolosi malviventi e personaggi inquietanti, cercando di migliorare la sua vita e quella della sua famiglia. Avvincente, non c’è dubbio.
Colson Whitehead, Il ritmo di Harlem (trad. di Silvia Pareschi), Mondadori, € 20