Il marchio di fabbrica dei suoi bestseller sono le protagoniste: hanno i nomi delle stelle, ma soprattutto sono donne forti. Come lei, Licia Troisi, 36 anni, scrittrice cult da 4 milioni di copie, mamma di una bimba di 6 anni e dottore in Astrofisica. Al centro di La saga del dominio – Le lame di Myra (Mondadori), primo capitolo di una trilogia nuova di zecca, c’è Myra, eroina dai capelli bianchi e dagli occhi rossi: «Il suo nome si ispira a uno degli astri della costellazione della Balena» racconta l’autrice. «È una guerriera, orfana e schiava, in cerca di giustizia per la morte del padre».
Licia Troisi inventa personaggi in cui è facile identificarsi
In questo nuovo romanzo, La saga del dominio – Le lame di Myra, ci sono tutti gli ingredienti che hanno consacrato Licia regina del fantasy, fin da quando a 21 anni inviò il primo manoscritto de Le cronache del mondo emerso alla casa editrice Mondadori.
«Prima di lei in Europa il genere era fermo alle roboanti avventure di “cappa e spada” in mondi immaginari alla Conan il Barbaro» osserva lo scrittore e sceneggiatore Sandrone Dazieri, che con l’autrice presenta il romanzo a Lucca Comics & Games il 30 ottobre. «Licia, invece, ha creato personaggi realistici, in cui identificarsi. E lo ha fatto con un linguaggio semplice e diretto, capace di trasportarti in un altro universo con l’immediatezza dei fumetti manga giapponesi».
Alla base di Le lame di Myra c’è, per la prima volta nelle saghe di Licia, il rapporto padre-figlia: quello tra la protagonista e Acrab, l’uomo che l’ha salvata e protetta ma che in qualche modo Myra sarà costretta a “tradire”. «Un riflesso della mia esperienza di mamma e della scoperta della complessità di questo legame» racconta l’autrice. «Quello che vivo finisce sempre nei miei libri: il primo l’ho scritto a 7 anni, si intitolava Le mille e una Licia ed è ancora custodito a casa mia».
Licia Troisi crea un’epica pop
Dalla capacità di unire fantasia e vita vissuta nasce l’epica “pop” dei suoi romanzi, che mescola musica, cartoni animati e serie tv. Un esempio? «La voce roca di Myra, dovuta alle urla laceranti per l’uccisione del padre, si ispira all’eroe dei fumetti Nathan Never e al suo mitico ciuffo diventato bianco alla vista della moglie morta. Anche lì un dettaglio fisico è il segno di un dolore incancellabile» racconta la scrittrice.
Ma dietro l’invenzione ci sono temi eterni. «È questo che la rende speciale» nota Dazieri. «Le sue storie non raccontano solo la lotta tra Bene e Male, ma quella che tutti noi ingaggiamo nella vita per scoprire chi siamo e quali scelte dobbiamo fare per realizzare noi stessi».