Niente più “porcaputténa” nella pubblicità di Tim Vision con Lino Banfi. Battuta censurata. Sì, avete capito bene: dopo quarant’anni di risate e senza, ci sembra, troppe conseguenze negative sulla psiche di molti giovani-adulti (la parolaccia è stata ampiamente sdoganata anche sui campi da calcio durante gli Europei), il Moige, il Movimento Italiano Genitori, ha scomodato l’Istituto di Autodisciplina Pubblicitaria per tutelare il diritto dei minori tirando in ballo mamme e papà preoccupatissimi dagli effetti che il fantomatico “porcaputténismo” avrebbe sulla prole cresciuta peraltro a volgarità e violenze. Così al buon Banfi toccherà inveire contro la sua antenna ma in maniera più “politically correct“, per non turbare nessuno.
Ma davvero i ragazzini d’oggi potrebbero sentirsi offesi da questo termine? La puntualizzazione arriva direttamente dal Moige: «Oggetto dell’intervento è stato lo spot, non il suo protagonista; e oggetto della richiesta è stata non la cancellazione dai palinsesti e dal web della clip TimVision, ma l’esclusione dal circuito dei minori, come doveroso in questi casi», riporta un post Instagram. E così è stato. “Porcaputténa” eliminata dalla pubblicità nell’Italia del perbenismo dove non si distingue più una battuta divertente da una volgarità.
Tim ha replicato con una nota che afferma che «non risulta nessun provvedimento del Giurì dell’Istituto di Autodisciplina Pubblicitaria o del Comitato Media e Minori e che pertanto non vi è stata nessuna censura. La diffusione degli spot previsti a supporto dell’offerta calcio sta proseguendo secondo quanto pianificato lo scorso luglio». Ma intanto che la parolaccia sia stata censurata è un dato di fatto.
E poco importa se, solo un paio di mesi fa, orde di ragazzini ripetevano l’imprecazione di Oronzo Canà, usata a mo’ di citazione, dall’attaccante napoletano Ciro Immobile per festeggiare il gol dell’Italia durante la prima partita contro la Turchia (andata proprio come profetizzato dal mitico allenatore della Longobarda). Si fa ma non si dice!