Cosa vogliono le donne? Come esprimono i loro sentimenti, le emozioni, i desideri? Lisa Taddeo ha provato a raccontarlo in un libro, Tre donne (Mondadori, vedi box sotto), che la critica americana ha definito un capolavoro come A sangue freddo di Truman Capote. Non fosse altro che per il modo in cui ha inseguito, scrutato nell’anima e portato in superficie, con interviste accuratissime e lunghissime, la storia di 3 americane: Maggie, Lina e Sloane. La prima, 17enne, è stata sedotta e abbandonata dal suo professore e messa alla gogna come “una che se l’è cercata”; la seconda, violentata da ragazza, è madre di 2 bimbi piccoli e moglie del tiepido Ed, che tradisce con una ex fiamma solo per sentirsi viva; la terza fa sesso con altri uomini per compiacere il marito e sentirsi potente. Storie complicate di donne, che in realtà dicono molto su come noi viviamo il sesso e le relazioni, esprimiamo i nostri bisogni. E su come certe esperienze poi definiscano quello che siamo.
Il libro, che è diventato un cult negli Usa e nel Regno Unito ed è stato a lungo al primo posto fra i best seller del New York Times, è scritto come un romanzo, ma basato su storie reali (è quindi non fiction), ed è il risultato di 8 anni di ricerche, interviste e incontri con un centinaio di donne, contattate tramite Facebook, appelli, bigliettini e conoscenze. Ma fra tutte solo loro 3 sono risultate esemplificative: «Perché sono quelle che mi hanno dato di più: mi hanno fatto entrare nelle loro vite, mi hanno raccontato i loro segreti, i loro desideri più profondi » spiega Lisa Taddeo. «Non è stato facile. Ho passato quasi 2 anni con loro. Siamo diventate amiche perché hanno trovato qualcuno che le ascoltava, provava empatia e non le considerava come oggetti di studio. Con Maggie ci sentiamo ancora».
«Vogliamo essere ascoltate»
Lisa rivolgeva a ciascuna diverse domande ogni giorno per far emergere anche i pensieri e gli episodi più intimi, a volte scabrosi, senza giudicare e senza avere fretta, rispettando i loro sentimenti. «È stato uno scambio: io ricevevo informazioni, loro qualcuno con cui parlare. Quasi un supporto psicologico per confidare dolori, paure, ferite e frustrazioni». Cosa ha imparato alla fine? «Che tutti noi, non solo le donne, vogliamo essere tenuti in considerazione, essere accettati per quello che siamo, vogliamo essere ascoltati. E che noi donne giudichiamo le altre donne in modo anche crudele, pur sapendo che non dovremmo farlo ». Alla base di questi comportamenti, dice, spesso ci sono paura, sofferenza, invidia. Sloane viene giudicata, come lei stessa racconta, per il suo modo di vivere, svili
come se facesse qualcosa di veramente disgustoso. «Non permettere che ti vedano felice, soprattutto le altre donne. Se capiscono che sei felice tenteranno di distruggerti» scrive Lisa Taddeo alla fine del libro. È una frase che la mamma le ha sussurrato dal letto di ospedale, prima di morire. Perciò Tre donne si apre proprio con una riflessione su sua madre, italiana di Rimini negli anni ’60, inseguita da uno stalker ma incapace di esprimere se le desse fastidio o le piacesse. «Ho inziato con lei perché le madri hanno una grande influenza sul modo in cui le loro figlie crescono ed esprimono i propri desideri».
«Giudichiamo ma soffriamo a essere giudicate»
Lisa Taddeo ha fatto ricerche riguardo al sesso al Kinsey Institute, un prestigioso centro americano per lo studio degli aspetti scientifici che riguardano la sessualità: «La competizione tra donne ha radici antichissime, risale al tempo delle caverne. L’uomo doveva fecondare più donne possibili per consentire la riproduzione, le donne erano in competizione per essere scelte. Poi erano destinate alla cura dei bambini e legate a un solo uomo. La gelosia nasce da lì. È il modo in cui funzioniamo come specie. Però è difficile parlarne». «Perché?» le chiedo. «Perché è dura ammettere che stai “gareggiando” emotivamente con un’altra donna. Sul lavoro si può, ma per quanto riguarda i sentimenti…». Oltre alle motivazioni biologiche, ci sono ragioni sociologiche e culturali.
Nel libro Lisa Taddeo spiega anche che noi donne siamo abituate a guardare le altre con sguardo maschile. «Credo che oggi stiamo vivendo il periodo del “dopo sbornia”: abbiamo affrontato l’epoca maschilista, quella in cui ha vissuto mia madre, ma non è cambiato molto. Parliamo del #MeToo, di quello che non vogliamo dagli uomini. Però non parliamo mai di quello che vogliamo noi, in quanto donne».
«Fingiamo perché abbiamo paura»
Il desiderio femminile, secondo Lisa Taddeo, non è tutto bianco o nero, è fatto di molteplici sfumature di grigio. «Non volevo scrivere il libro sul desiderio femminile, ma scrivere delle storie che lasciassero il segno, pensare a queste donne come se fossero delle celebrità. Perché, sa, siamo tutti importanti». Il risultato, dice, «è un libro che credo entri profondamente nelle emozioni umane». Lisa scrive nel prologo al suo “romanzo-non romanzo”: «Alla fine si riduce tutto alla paura. Possono spaventarci gli uomini, possono spaventarci le altre donne, e a volte ci preoccupiamo talmente di quello che ci spaventa che aspettiamo di essere sole per avere un orgasmo. Fingiamo di desiderare cose che non desideriamo affatto, in modo che nessuno si accorga che non riceviamo ciò di cui abbiamo bisogno».
Molte di quelle che leggeranno il libro all’inizio non ci si ritroveranno. «Eppure » sottolinea Lisa Taddeo «l’80% delle donne con cui ho parlato mentre raccoglievo il materiale mi ha rivelato di essere stata vittima in qualche modo di abusi sessuali, tante hanno avuto relazioni fuori dal matrimonio. Volevo mostrare che tutte siamo unite in certe situazioni, che a volte proviamo le stesse sensazioni, gli stessi sentimenti, e che tutti facciamo certe cose, belle o brutte».
BESTSELLER ADESSO IN LIBRERIA
Tre donne (Mondadori, traduzione di Ada Arduini e Monica Pareschi) è il primo libro della giornalista e scrittrice Lisa Taddeo, ed è il risultato di una ricerca condotta per 8 anni su 100 donne. È stato per lungo tempo al primo posto della classifica del New York Times e presto diventerà una serie tv per il network Showtime.