Luca Parmitano è ritornato sulla Terra dopo 201 giorni nello spazio come comandante della missione Expedition 61 sulla Stazione Spaziale Internazionale.
Con lui sono tornati la collega americana Christina Koch, 328 giorni sulla base spaziale, e il cosmonauta russo Alexander Skvortsov. «La gratitudine che ho provato il primo giorno è cresciuta in questi 200 giorni: ognuno di voi mi ha insegnato molte lezioni» ha detto Astroluca al rientro. Ora dovrà affrontare la quarantena per rafforzare il sistema immunitario indebolito dalla permanenza nello spazio e rieducare i sensi, la vista soprattutto e la muscolatura. nelle prossime quattro settimane sarà sottoposto a varie esami.
La missione di Astroluca
Luca Parmitano è stato il primo italiano, e il terzo europeo, ad assumere questo ruolo. La cerimonia per il passaggio di consegne all’inizio della missione con il comandante russo Alexei Ovchinin era avvenuta proprio su una stazione orbitale e per di più affollatissima, con ben nove astronauti a bordo. Il cosmonauta italiano aveva iniziato la missione con queste parole:
“Userò poche parole perché non ho ancora fatto niente, ma la prima che voglio usare è gratitudine per te (il comandante Ovchinin, ndr) se la missione fino a qui è stata un successo è merito della tua leadeship e ti userò come esempio. Sono grato per essere stato scelto come comandante e grato al mio Paese, perché se sono qui è grazie all’educazione che ho avuto, all’Accademia e a tutti quelli che hanno partecipato alla mia educazione. La seconda parola è umiltà, perché non vedo l’ora di mettermi al lavoro. La terza è fiducia, grazie a tutti gli anni di addestramento e preparazione, mi sento sicuro che nonostante tutti i compiti che abbiamo davanti nei prossimi mesi alla fine ripenseremo a questa cerimonia e ci diremo che la fiducia in noi stessi era dovuta. Farò del mio meglio per essere al vostro servizio e meritarmi questo onore“.
Durante la missione Parmitano ha compiuto quattro “passeggiate nello spazio” lunghe ore, cioè uscite extraveicolari per riparare uno strumento di rilevazione dell’antimateria. E si guadagnato il soprannome di “Skywalker” dai colleghi.
Per “AstroLuca”, nato in Sicilia, a Paternò, nel 1976, si tratta della seconda esperienza in orbita – la sua prima volta nello spazio risale al 2013 quando trascorre 166 giorni in orbita, svolgendo anche due “passeggiate spaziali” (o meglio, Eva, Extra vehicular activity) – e il suo rientro è previsto per febbraio.
Diplomato al liceo scientifico di Catania nel 1995, si è laureato all’Università di Napoli in Scienze politiche e l’anno successivo si è diplomato all’Accademia Aeronautica Italiana di Pozzuoli. Poi è arrivato l’addestramento alla Sheppard Air Force Base in Texas, base Euro-Nato e nel 2003 si è diplomato come ufficiale di Guerra elettronica alla ReSTOGE di Pratica di Mare e ha conseguito un master di Ingegneria del volo sperimentale all’Istituto superiore dell’Aeronautica e dello Spazio di Tolosa.
Un’educazione, un addestramento e una preparazione di tutto rispetto: siamo orgogliosi di te “AstroLuca”!
Il nostro pluridecorato comandante (Medaglia d’Argento al Valore Aeronautico, Medaglia militare aeronautica per lunga navigazione aerea e Commendatore Ordine al Merito della Repubblica Italiana) è tanto loquace e appassionato nel raccontare le sue vicende nello spazio in cui nel 2013 ha addirittura rischiato la vita per un guasto tecnico, quanto restio a parlare della sua vita privata, della bella moglie californiana Catherine (Kathy) Dillow, che ha conosciuto giovanissimo durante gli studi in America, e delle figlie Maia e Sarah (nella foto).