Quando pensi a Luciana Littizzetto i primi aggettivi che ti vengono in mente per descriverla sono senz’altro spiritosa, irriverente, caustica: nella sua quasi ventennale rubrica fissa a Che tempo che fa passa al setaccio i fatti e i personaggi più «balenghi» (come li chiama lei) dei nostri tempi senza mandarle a dire. Ma c’è un’altra parola che definisce la carriera e la vita di Lucianina, ed è generosità. Non solo perché con la sua verve comica ci regala risate e momenti di spensieratezza: la capacità di dare, e di darsi, agli altri la accompagna fin da quando, prima di diventare attrice comica, è stata insegnante di musica alle medie per quasi un decennio.
Quando Luciana Littizzetto era una prof
Una vita, quella da prof, che le ha insegnato a guardare e ascoltare le persone. Come è nel suo stile, inizia a raccontarla con una risata: «Era il periodo in cui l’obbligo scolastico era stato portato a 16 anni, e io ne avevo 18: praticamente ero quasi coetanea di alcuni allievi. Così oggi, per le strade di Torino, mi capita di incontrare dei signori pelati e con gli occhiali spessi, che mi fermano per strada chiamandomi prof. Resto sempre spaesata, devo prima ricordarmi che abbiamo la stessa età!».
Poi si fa seria: «Gli anni a scuola mi hanno lasciato la capacità di affinare lo sguardo fino agli ultimi banchi. Le classi hanno sempre lo stesso mix di allievi: 2 o 3 molto bravi, poi una fascia consistente di alunni “medi” e infine, in fondo all’aula, gli invisibili. Non partecipano ma non disturbano, e perciò non si notano. A me questi “fantasmi” stanno molto a cuore. Sono quelli che non avranno mai il passo svelto degli altri, ma che dobbiamo imparare ad aspettare perché non finiscano nel cono d’ombra della vita».
«Ho sempre avuto a cuore gli alunni in fondo alla classe: quelli che non avranno mai il passo svelto degli altri ma che dobbiamo imparare ad aspettare»
Questa attenzione ai giovanissimi, oggi, si concretizza nell’impegno di Luciana Littizzetto per CasaOz, onlus di Torino che sostiene e accompagna i bambini e i ragazzi che affrontano lunghe cure mediche e loro famiglie. Non è solo una semplice testimonial, tiene anche un laboratorio dedicato al cinema e ha promosso il corso “CasaOz non ozia” per condividere passioni e coltivare talenti.
Il mestiere di comica ha molto a che fare con il darsi agli altri
Passione e talento fanno parte del Dna comico di Luciana, ma lei sottolinea che il suo mestiere ha anche molto a che fare con il darsi agli altri. «Riuscire a strapparvi un sorriso al giorno, pure con i miei post sui social, è il mio obiettivo. L’essenza del mio lavoro» spiega. «Sul palco, anche se indossi una maschera e interpreti un ruolo, sei nuda e autentica: è la generosità estrema di donare il proprio corpo e i suoi moti. Certo, recitare è anche molto figo: la tensione prima della performance, la scarica d’adrenalina durante e le endorfine che senti scorrere nel corpo alla fine sono la mia passione, la mia droga buona. Il mio modo per dire: eccomi, ci sono, amatemi». Un altro è cucinare, perché «vengo da una famiglia di ristoratori, i miei nonni avevano una trattoria nel Canavese. Adoro i piatti tipici piemontesi, e cerco anche di “produrli”!».
Luciana Littizzetto in versione gourmet
Chi vuole gustarsi Lucianina in versione gourmet non ha che da cercarla su Prime Video, dove dal 24 settembre va in onda Dinner Club. Protagonisti, insieme a lei, altri 5 attori dalla straordinaria vis comica: Diego Abatantuono, Fabio De Luigi, Pierfrancesco Favino, Sabrina Ferilli e Valerio Mastandrea. A guidare la strana brigata, un Carlo Cracco incredibilmente alla mano. «Guarda che Cracker (il soprannome che gli ha affibbiato, ndr) è un ragazzo molto carino. Ha senso dell’umorismo e non se la prende mai. E poi, donne, è un puro esemplare di maschio. Il nostro viaggio, destinazione Puglia e Basilicata, è stata un’esperienza fantastica. Abbiamo incontrato persone che ci hanno svelato ricette tramandate da generazioni. Magari diverse da famiglia a famiglia, e quindi uniche. Una condivisione profonda che per me ha molto a che fare con l’amore verso gli altri. Aggiungo che vedere Carlo al lavoro ha del mirabolante. Mentre impastavo sudata come una sauna, arrivava lui, mi spostava con un colpo d’anca e in 10 secondi terminava quella che a me sembrava un’impresa ciclopica!».
Il rapporto con il cibo, confida Luciana, è molto cambiato da quando in casa ci sono i figli. «Prima dell’adozione ho persino frequentato dei corsi di cucina. Poi sono piombati come un tornado Vanessa e Jordan, sono diventata mamma tutta d’un botto e le mie ambizioni da cordon bleu sono andate a ramengo. Sapete, infatti, qual è uno dei piatti preferiti dei miei ragazzi? La pasta scolata. Sì, avete capito bene, la pasta cotta in acqua lievemente salata e buttata brutalmente nel piatto. Anche oggi che sono grandi questa specialità non smette di entusiasmarli. Con mia grande gioia, soprattutto quando arrivo a casa stracca».
La ricetta salva cena di Luciana Littizzetto
Altra ricetta salva cena è la “piadipizza”. «Il trucco è avere sempre una confezione di piadine in frigo (integrali per le più rigorose!). Distendete una piadina su una padella, aggiungete passata, formaggio a tocchetti, se non avete la mozzarella, e un filo d’olio. Fatela andare 5 minuti in forno coperta e, voilà, una simil pizza squisita è pronta. Questa non deve mai saperla Cracco, sennò strabuzza gli occhi e perde la bava come la bambina dell’Esorcista».
In effetti ci aspettavamo un trucco da chef dopo l’esperienza di Dinner Club. «Eccolo, occhio però che i cardiologi mi abbattono a fucilate: se il tuo piatto sa di poco la strategia giusta è salare, salare e ancora salare». E una dritta dolce? «Vi suggerisco il mio posto del cuore a Torino: i MagazziniOz, un emporio dove trovare tante cose per la casa, ma anche mangiare o prendersi una sosta alla caffetteria, sfogliando un libro della biblioteca. Il fatto che siano legati alla mia carissima CasaOz non è casuale. Torinesi, fate poco i balenghi, ci vediamo lì».