Ha occhi grandi, grandissimi, Ludovica Francesconi. Gli occhi di una ragazza curiosa che sta vivendo una fantastica avventura. Non ha più il caschetto alla Amélie come Marta, la protagonista della trilogia Sul più bello, ma di lei ha la solarità, il sorriso con il quale finisce le frasi. Forse anche, mi racconta, lo stesso atteggiamento verso il mondo.
Ora che non è più sul set, e nelle sale arriva Sempre più bello, il terzo e ultimo episodio, a 22 anni ha ripreso l’università («Letteratura, musica e spettacolo alla Sapienza, tra i film da girare e la pandemia avevo un po’ interrotto»), fa yoga alla mattina («Ma dovrei iscrivermi anche in palestra») e si è fatta ricrescere i capelli. «Prima non li avevo mai tagliati, li avevo lunghissimi. Ma per il personaggio cercavano un look che desse carattere. Però mi è piaciuto».
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La trilogia Sul più bello
Come sa chi ha già visto i primi due film della trilogia Sul più bello (Sul più bello e Ancora più bello), Marta è una ragazza orfana, con una malattia che le minaccia la vita, eppure è energica e accogliente. Ludovica Francesconi è perfetta nel ruolo di Marta: minuta, è alta 1 metro e 58, è una bellezza non omologata, che proprio per questo ti rimane impressa. «Pensa che avevo deciso che il provino per Sul più bello doveva essere l’ultimo, perché ai precedenti non mi avevano mai presa. Arrivavo sempre seconda» mi confida. «Ma, quando ho letto la sceneggiatura e ho visto come Marta fosse determinata e forte nonostante la malattia, mi sono detta: “Porca miseria, devo fare così anch’io”. Credo che mi abbiano scelta perché non l’ho mai giudicata, l’ho sempre considerata una gran figa».
Intervista a Ludovica Francesconi
Hai visto qualcosa di te in Marta?
«In lei ho trovato più uno stimolo: stavo vivendo un momento difficile, volevo lasciare il sogno che avevo seguito per tanto tempo. Mi dicevo: “Ok fai la matura, questa cosa non sta andando, trova un lavoro”. Perché a 18 anni devi sapere cosa farai da grande! E quando è arrivata Marta ho visto che lei questa cosa non la considerava, la escludeva dalla sua vita. Era più: “Io voglio ottenere una cosa, mi impegno e non demordo. Non devo sentirmi abbattuta”. Entrare in quest’ottica mi ha fatto diventare molto più ottimista. E quindi sto anche meglio con me stessa».
Dopo 3 film non ti senti però ingabbiata in quel ruolo?
«Ti confesso che avevo questo timore. Soprattutto perché a me piace cambiare, fare cose nuove. In realtà c’è stata una evoluzione del personaggio e in questi anni sono maturata molto. Io e Marta abbiamo vissuto quasi un percorso parallelo che ora si è concluso. Mi sento pronta a lasciare il nido e a dimostrare che sono diversa. Ma se le persone mi identificano con Marta è giusto, ho fatto una trilogia, ci sta».
Marta passa da un fidanzato a un altro. E tu?
«Ho un ragazzo, che tra l’altro ho conosciuto sul set. Ma non è un attore (fa il segno di no con la mano e ride, ndr). Vedi, durante la pandemia sono stata protagonista di una trilogia e ho trovato anche l’amore. Bella e importante come esperienza, no? Per me l’amore è fondamentale, in qualsiasi forma, che sia amicizia, famiglia, in questo caso una relazione. Fa stare bene tornare a casa alla sera e avere qualcuno da abbracciare…».
Nell’approccio con i ragazzi sei timida o spregiudicata?
«Sono estremamente determinata e quindi forse sì, mi avvicino più all’essere spregiudicata. Naturalmente non ai livelli di Marta (ride, ndr). Però, per come è lei, ci sta»
In Sul più bello chiedi a un ragazzo: «Io sono la più brutta con cui sei uscita?». Quanto conta per te, Ludovica, la bellezza in amore?
«Sono una persona estremamente empatica, mi affido un sacco alle sensazioni che mi dà una persona a livello emotivo. Di conseguenza la bellezza non conta: una persona può essere estremamente bella ma vuota. Penso conti di più la cura verso se stessi, il rispetto che si ha per sé e per gli altri. Credo sia questa la vera bellezza. Marta ne è la dimostrazione: viene descritta come “la bruttina” ma ha un carattere fortissimo, e tutti quanti rimangono colpiti da lei. E io infatti seguo questa linea. Ci ho lavorato tanto fin da adolescente perché mi sentivo fuori dai canoni estetici classici: non ero alta né formosa. Poi sono venuta a Roma e ho visto tante persone diverse. Mi sono detta: ok, non rientrerò nel modello della ragazza alta un metro e 80 perché non lo sono. Però ho il mio spazio».
La famiglia è importante?
«Ho una sorella più piccola di 4 anni, Ginevra, anche lei attrice (è l’interprete della serie Buongiorno mamma e del film Genitori vs influencer, ndr). Mia madre è stilista e mio padre è militare e inizialmente non voleva che prendessi questa strada perché ero molto piccola – ho cominciato presto a fare corsi di recitazione e a lavorare in una compagnia teatrale e ad andare ai provini – e poi, non facendo parte dell’ambiente, non capiva i meccanismi. Giustamente i genitori hanno un istinto di protezione, no? Dopodiché mia sorella ha iniziato a lavorare da minorenne e la accompagnavamo sul set e papà ha visto come funziona e ha detto: “Ah però bello!”. Ora è il mio fan numero uno».
E tua sorella?
«È bella forte mia sorella! Adesso si è trasferita anche lei a Roma e condividiamo questa passione per la recitazione».
I sentimenti, alla tua età, come sono?
«Ho notato che adesso riesco a comprendere di più le emozioni che provo. Mi ricordo che fino a 2 o 3 anni fa mi esplodevano dentro ed erano difficili da gestire, non capivo cosa mi stava succedendo. Adesso ho un altro approccio anche con le persone: in generale, tendiamo molto di più a vederci dal vivo – Covid permettendo – piuttosto che messaggiarci tutto il tempo. Se ti devo raccontare una cosa usciamo, magari andiamo al cinema e poi parliamo. È una cosa che faccio sempre col mio migliore amico: può capitare che per lavoro non ci vediamo per un mese, ci teniamo tutto dentro e poi dal vivo ci raccontiamo ogni arretrato».
Come ti vedi tra 10 anni?
«Non so cosa sarò diventata o cosa starò facendo. Ma di sicuro sarò felice».
di Isabella Fava – Foto di Dirk Vogel
Styling di Michela Bazzardi