La lista degli amori di Alessandro Preziosi comincia con la A di Andrea, il figlio di 9 anni, e finisce con la V di Vittoria Puccini, la compagna. In mezzo c’è la P di palcoscenico. Quel palcoscenico da cui, se potesse, il 32enne attore napoletano non si staccherebbe mai. Pur di calcare le scene ha persino imparato a ballare e a cantare. Nei panni di Cristoforo Colombo. E il 27 luglio ha debuttato al Teatro antico di Taormina con Datemi tre caravelle, un musical jazz ispirato alla scoperta dell’America. Lo dirige Gianni Quaranta, lo scenografo premiato con l’Oscar per il film Camera con vista nel 1986. Lo accompagnano due voci raffinatissime: quella di Niki Nicolai, terza all’ultimo Festival di Sanremo, e del cantautore Mario Venuti.

Alessandro, lei è anche produttore dello spettacolo. Visti i nomi di chi partecipa, dobbiamo dedurre che a questo progetto tiene tantissimo.

«È la mia sfida più grande. Ho impegnato i soldi che ho guadagnato in tv con Elisa di Rivombrosa, la fiction di Canale 5 che, grazie al personaggio del conte Ristori, mi ha dato il successo».

E anche l’amore, dato che su quel set ha conosciuto Vittoria Puccini, la sua compagna. Tutto bene tra voi?

«Benissimo. Dopo le recite a Taormina, fino al 31 luglio, faremo una vacanza in barca nel Mediterraneo». Insomma, lei ogni sera prima di addormentarsi ringrazia Elisa?

«Quella fiction mi ha dato molto. Se nell’ultimo anno ho fatto il tutto esaurito in teatro con un testo difficile come il Re Lear di Shakespeare, è per la popolarità del conte Ristori».

Però, nella prossima serie che verrà trasmessa su Canale 5 in autunno, se ne andrà dopo due puntate.
«È giusto cambiare».

Sì, ma lo sa che che darà un dispiacere enorme alle sue fan?
«Ma non mollo mica la carriera. In autunno potranno già vedermi nel film tv Il furto della Gioconda. Nella parte del ladro che nel 1911 è riuscito a rubare il capolavoro di Leonardo dal Louvre, con l’intenzione di riportarlo in Italia».

D’accordo, ma sempre di dispiacere si tratta. Ed è addirittura il secondo: il primo è stato il fidanzamento con Vittoria.

(ride) «Mi dispiace. Ma lei è talmente straordinaria che è quasi impossibile resisterle».

Lei e la Puccini…
«Non mi va di parlare ai quattro venti di questo amore vero, sincero, pulito».

Mi permetta solo una domanda: Vittoria, testimonial dell’Ucodep, un ente che raccoglie i fondi per l’infanzia abbandonata del Sud America, ha appena adottato a distanza un piccolo ecuadoregno. Quando comincerete a pensare a un figlio tutto vostro?

«Non ne sentiamo l’urgenza. Prima vorrei realizzarmi nel lavoro, e poi intendo dedicare tutto il mio tempo libero ad Andrea, il figlio che ho avuto da un’altra donna. Sta crescendo così in fretta…».

A dire il vero, nel lavoro lei sembra già realizzato. È stata dura arrivare al successo?

«Direi di sì. Studiavo Giurisprudenza  a Napoli, ma sognavo il teatro. Così, dopo la laurea, sono partito per Milano. Ho superato il provino all’Accademia dei Filodrammatici, ma i primi tempi sono stati terribili. Per pagarmi gli studi lavoravo come cameriere in un bar. Guadagnavo 50 mila lire al giorno, più della metà se ne andava per l’affitto. A un certo punto non ce l’ho fatta a pagarlo e una notte sono finito su una panchina davanti al teatro Manzoni».

Ha dormito per strada?
«Sì, e prima di addormentarmi ho fissato l’ingresso, giurando a me stesso che un giorno lì dentro ci avrei recitato. La cosa buffa è che quel giorno sta per arrivare. L’inverno prossimo, tra una tappa al Politeama di Genova e una ventina di giorni al Sistina di Roma, porterò Datemi tre caravelle anche lì».

Quanto si sente vicino a un personaggio storico come Colombo?
«Molto. Lui era convinto che la sua scoperta avrebbe cambiato il mondo, ma quando è partito erano tutti scettici. Gli ci è voluta una bella determinazione per compiere l’impresa. La stessa che ci ho messo io nel realizzare i miei sogni artistici».

Colombo non era un uomo attraente. Lei, invece, fa parte della schiera dei bellissimi dello spettacolo italiano: forse il più bello. S’arrabbia se le chiedo quanto questo l’ha avvantaggiata nella carriera?
«Senta, mettiamola così: la bellezza aiuta, non discuto. Ma se basi tutto il tuo lavoro su un fatto estetico, sei finito. Perché sul podio del sex appeal ci si dà il cambio. Prima di me c’era gente come Raoul Bova e Kim Rossi Stuart. Dopo di me altri prenderanno il mio posto. Per cui sulla bellezza non conto molto. Se avessi puntato tutto sull’aspetto fisico avrei scelto solo ruoli popolari, avrei guadagnato tanti, ma proprio tanti soldi. E, dopo qualche anno, sarei sparito dalla circolazione. Io, invece, questo lavoro voglio farlo per tutta la vita. Se ci riesco».

Il personaggio

Alessandro Preziosi nasce a Napoli il 19 aprile 1973. A 23 anni si laurea in Legge con

110 e lode. Stupisce tutti e si trasferisce a Milano per studiare recitazione. Si mantiene facendo il cameriere in un bar. Dopo due storie importanti

e un figlio (Andrea, nato nel

1995 dalla relazione con Rossella Zito), sul set di Elisa

di Rivombrosa si innamora di Vittoria Puccini. Insieme mettono su casa. Il suo hobby è la musica, tanto da avere

inciso nel 1997 un cd, con

lo pseudonimo di Mr. Diamond. Titolo: Love & Freedom.

I suoi successi

Le porte della tv gliele ha spalancate la soap Città sotterranee (1998). Poi, Alessandro Preziosi è entrato in quella grande vetrina che è Vivere, e lì è rimasto fino al 2002. Nel 2003 è stato il protagonista di Vaniglia e cioccolato, il film tratto dal romanzo omonimo

di Sveva Casati Modignani. Nel 2004, con Elisa di Rivombrosa, Preziosi è arrivato al grande successo, proseguito in teatro con il Re Lear di Shakespeare.

E in tv con la fiction Il capitano (2005).