La rapper veneta Madame è la più giovane in gara. 18 anni, richiesta da tutti i big della musica, fa il suo esordio con Voce, un brano che racconta un dialogo introspettivo e emotivo con se stessa. Si sente un outsider sul palco, e vive l’emozione di esibirsi senza aver mai fatto tour dal vivo. Avrebbe dovuto, ma è arrivata la pandemia. Frequenta l’ultimo anno di scuola e quest’anno avrà la maturità. Il suo luogo preferito? Il letto. Nella serata delle cover canterà Prisencolinensinainciusol di Adriano Celentano. La sua consapevolezza: provare a vivere in modo più leggero.
È la tua prima volta, che emozione si porta dietro?
Un misto di ansia e entusiasmo. Più mi avvicino alla fatidica data, più ho paura. Sto cercando di tranquillizzarmi con tanta meditazione perché vorrei arrivare lì e divertirmi. Come fosse una bella gita. Ma c’è ansia.
Come si affronta l’ansia?
Per risolvere l’ansia bisogna risolverne le cause. E le cause sono molto lunghe da risolvere e servirebbe moltissima energia che ora io non ho. A volte si ricorre a metodi palliativi per evitare grosse crisi prima di salire sul palco, il lavoro da fare è tanto e non posso permettermi di stare male. Ma il percorso per stare bene è molto più lungo e profondo.
Sei la più giovane del festival, che effetto ti fa?
Ci sono un po’ abituata. Sono sempre la più giovane, in tutti i campi. So che mi mancherà quando non lo sarò più.
Nel tuo brano parli a te stessa, in cerca della tua identità. Sei una persona introspettiva?
Lo sono molto. L’autoconsapevolezza è il primo step per tentare di avere una determinata saggezza e stabilità mentale. L’autoanalisi serve sempre anche quando fa male. Ma dopo diventa divertente. È come quando ci si pettina, io odiavo il pettine perché mia mamma mi tranciava i capelli e mi sembrava di morire dal dolore, ma quando la spazzola iniziava a pettinare senza nodi, diventava estremamente piacevole.
Da cosa nasce questo dialogo?
La canzone è nata da un freestyle in camera mia, con autotune nel telefono. Avevo un beat di Estremo, un mio amico. L’ho incollato nell’applicazione, ho spento le luci, mi sono messa a cantare e ho improvvisato questo ritornello. Sono scoppiata a piangere, mentre lo cantavo. Portarla a Sanremo è una bella sfida con me stessa.
Cosa ti aspetti?
Non mi aspettavo niente e continuerò ad aspettarmi niente. Questa è una canzone che mi emoziona molto ed è un viaggio mio, non è detto che sia un viaggio anche di altre persone. Mi sento un outsider, non ho la pretesa di piacere.
Al look ci pensi?
Sono in tv, se non mi presentassi bene sarei matta. Sanremo è visione e ascolto, prima viene la musica, ma anche io sono importante, anche la mia immagine lo è, in questo frangente. Il Festival è un satellite staccato dal pianeta musica e da quello che sarà la mia carriera. È giusto mettersi in gioco.
Il tuo contratto discografico lo hai firmato a 16 anni. Riesci a tenere i piedi per terra?
Mi lamento perché dico di vivere come una vecchia perché porto fuori il mio cane Barney, vado a vedere la natura. La mia terapeuta mi dice che sempre che, purtroppo o per fortuna, ho vissuto cinque vite in una. Mi sento un po’ vecchia dentro. Ho meno forze degli altri, ho più pressione psicologica, però in realtà quello mi ferisce è l’assuefazione alle varie emozioni. Quando vivi tante cose belle e tante brutte dopo un po’ è facile o voler esagerare per sentirne di più o preoccuparsi, perché non sai più stupirti di niente. Il lato positivo è che ho contatti con tutti e, come ho sempre sognato da piccola, ho messo il mio piedone nel mondo dei grandi. Vivo con persone adulte che mi hanno sempre ispirato di più dei miei coetanei.
Quest’anno ti ha portato consapevolezza?
Dovremmo essere consapevoli di meno cose possibili. Quest’anno è meglio saperne meno e vivere un po’ più da persone superficiali. A essere consapevoli viene voglia di ammazzarsi. Il lockdown per molti è stata l’occasione per sviscerare emozioni, per capire qualcosa. Ma io scrivo di me ogni giorno della mia vita. Sviscerare è la mia abitudine.
La scuola come va?
Non sto frequentando. Faccio a distanza, mi danno compiti. Non ho alternative, ma non voglio rifare l’anno. Non ho mai ambito alle vacanze estive come ora. Finita la maturità mi ubriacherò. E io sono astemia!
Cosa ti importa di più?
Provare qualcosa che mi stupisca e avere un obiettivo che mi tenga in vita.