«Ho finito tutto ciò che avevo da dire e me ne vado felice». Avrebbe detto così, in un giorno tanto triste, quell’immaginaria e buffa donnina che regala perle di saggezza a profusione e che si chiama Mafalda. È morto infatti all’età di 88 anni il suo papà: il fumettista argentino Joaquín Salvador Lavado Tejón (per tutti Quino) creatore del personaggio dell’omonima striscia a fumetti pubblicata dal 1964 al 1973 e tradotta in oltre trenta lingue in tutto il mondo.
Mafalda è diventata anche un cartoon ed è stata scelta dall’Unicef come portavoce della Convenzione per i diritti del fanciullo: «Mi commuove vedere l’affetto e la conoscenza che ha la gente di questo personaggio», aveva detto Quino in occasione dei 50 anni dell’eterna bambina di sei anni entrata nell’immaginario di un paio di generazioni attraverso il suo grande amore per i Beatles, la forte antipatia per il Comunismo, le sue preoccupazioni per l’umanità e il futuro Pianeta e il desiderio della pace nel mondo.
Mafalda è una bambina cresciuta in fretta a cui Quino ha deciso di “regalare” quella saggezza che pochi adulti hanno. È una bambina disegnata già dagli anni Sessanta per le generazioni future. Anche per i ragazzi che oggi dopo di lei si stanno battendo per un mondo migliore: è una lezione importante di quanto un bambino possa educare alla giustizia. Mafalda è così, schietta, innocente, senza malizia, mai compromessa dal mondo adulto con i suoi vizi e pregiudizi. Mafalda ama tutti indistintamente ed è dotata di quel pizzico di pungente sarcasmo e humor che l’aiuta a sopravvivere e a battersi contro le «brutture», come ama definirle lei.
Mafalda è stato il personaggio che ha regalato grande successo di pubblico e critica al suo creatore, determinato a seguire la difficile strada del fumettista fin da giovane: all’età di 18 anni si trasferisce a Buenos Aires alla ricerca di un editore disposto a pubblicare i suoi disegni, ma trascorre tre anni di grandi difficoltà finanziarie prima di vedere il suo sogno realizzarsi.
«Il giorno in cui hanno pubblicato la mia prima pagina è stato il momento più felice della mia vita» ha detto ricordando il suo debutto sul famoso settimanale argentino Esto es. Era il 1954 e da allora, fino ad oggi (ma siamo certi anche in futuro) i suoi disegni sono stati pubblicati su un’infinità di giornali e riviste, soprattutto in America Latina.
Forse Quino oggi non è più tra noi, ma Mafalda è eterna, così come le sue perle di saggezza. Ecco quelle che vogliamo ricordare insieme:
«Il bello è che siete tutto ciò che criticate!»
«C’è un estremo bisogno di pensieri semplici, fatti di poche parole. Ti voglio bene. Grazie. Ho sbagliato. Scusa. Mi manchi»
«Sarà un gran giorno quello in cui imparerò a fregarmene di più»
«Mi piacciono le persone che dicono quello che pensano e soprattutto mi piacciono le persone che fanno quello che dicono»
«Un uomo silenzioso è un uomo saggio. Una donna silenziosa è una donna incazzata nera»
«Hai il dovere di andartene da dove non sei felice, da dove non sei te stesso, da dove non ti vogliono. Sempre»
«La gente vede, sente e parla. Purtroppo però vede male, sente poco e parla troppo»
«Quello che voglio sono i fatti. Se avessi voluto solo parole mi sarei comprata un dizionario»