Arrivando all’Hammersmith Apollo di Londra, quasi non lo riconosco: per la première mondiale di Mamma mia! Ci risiamo è stato trasformato in un romantico villaggio greco, con casette bianche dalle finestre azzurre, fiori rosa e alberi di limoni. E a me sembra di essere catapultato nell’incantevole e fittizia isola di Kalokairi, dove è ambientata la storia di Donna Sheridan e di sua figlia Sophie. Nel primo capitolo, uscito nel 2008 e diventato un cult da 610 milioni di dollari al botteghino, la ragazza (Amanda Seyfried) invitava al suo matrimonio 3 uomini di cui sua madre, interpretata da Meryl Streep, era stata innamorata 20 anni prima, per scoprire l’identità del padre che non aveva mai conosciuto… Dando il via a una serie di situazioni esilaranti. Il sequel, che arriva in sala il 6 settembre, 10 anni dopo l’originale, porta avanti la trama e incrocia sapientemente presente e passato, raccontandoci come tutto ha avuto inizio. «Quando mi è stato comunicato che avremmo girato il secondo film, ho pensato: “Come riusciremo a replicare la magia?”. E invece ce l’abbiamo fatta: anzi, è migliore del primo!» mi racconta Seyfried.
Un salto indietro nel tempo
Mamma mia! Ci risiamo, ambientato 5 anni dopo l’originale e girato sull’isola croata di Vis, si apre con Sophie impegnata a organizzare una festa per la riapertura dell’Hotel Bella Donna. E a gestire una complicata relazione a distanza con Sky (Dominic Cooper), dopo aver scoperto di essere incinta. Attraverso numerosi flashback torniamo al 1979, quando Donna appena diplomata, interpretata da Lily James, parte per Kalokairi e incontra 3 ragazzi di cui si invaghisce: Sam, Harry e Bill (che da adulti avranno i volti di Pierce Brosnan, Colin Firth e Stellan Skarsgård), i possibili padri di Sophie. «Questa pellicola parla di relazioni: tra genitori e figli, tra innamorati, tra amiche. Ho iniziato le riprese poco dopo la nascita della mia bambina (avuta dal marito attore Thomas Sadoski, ndr), perciò ho trovato particolarmente toccante il tema del rapporto madre-figlia» prosegue Amanda. Che, per rimanere in tema di relazioni, ha condiviso il set con l’ex fidanzato Dominic Cooper, conosciuto durante le riprese del primo capitolo e con il quale è stata 3 anni. «All’inizio mio marito era un po’ geloso, ma anche io lo sarei se uscisse con una sua ex. E poi, meglio geloso che indifferente!» ride.
Un fenomeno da record
Nel 2008 la critica liquidò Mamma mia! come un “guilty pleasure”, un “piacere proibito” frivolo e inverosimile. Oggi è un must, uno di quei film che siamo felici di rivedere ogni volta che viene trasmesso in tv. Senza contare che i fan accorrono alle proiezioni “sing-a-long”, dove possono cantare la travolgente colonna sonora. È un fenomeno non solo cinematografico: Skiathos e Skópelos, le isole greche dove è stato girato il primo film, sono mete amate dai turisti, che lì celebrano anche le loro nozze. Perché questa storia occupa un posto speciale nel cuore del pubblico: «Molti mi hanno confessato che in un momento difficile o durante la malattia di una persona cara si sono ritrovati a guardarlo insieme alle loro famiglie e ciò ha portato loro una ventata di allegria» dice Dominic. «Il film mostra anche come le donne siano in grado di supportarsi, accudirsi e aiutarsi tra loro». Ma il successo planetario ha pure altre ragioni. Oltre a essere basato sull’omonimo musical teatrale, che ha debuttato nel 1999 ed è stato visto da oltre 60 milioni di persone, Mamma mia! vanta un cast di star autoironiche (come il premio Oscar Colin Firth o l’ex James Bond Pierce Brosnan) ed è accompagnato dalle hit più amate degli Abba. Nonostante la band svedese si sia sciolta nel 1982, non è mai passata di moda e ha venduto 400 milioni di album: merito di melodie orecchiabili e testi semplici e accattivanti. Per esempio, Dancing queen e The winner takes it all, incentrati su sentimenti universali come amore, perdita e tradimento.
Una sorpresa inaspettata (anzi due)
Tra i 18 brani della colonna sonora c’è I have a dream, cantata da Lily James. La 29enne attrice inglese, divenuta famosa con Cenerentola, ha il compito ingrato di interpretare una giovane Meryl Streep: «Volevo catturare lo spirito libero di Donna, così intelligente, coraggiosa e disinibita» spiega, rivelando di aver studiato il modo di muoversi della collega. «Non sapevo se ci sarei riuscita, aspetto di scoprire cosa ne pensa il pubblico». È Lily la vera sorpresa del film, mentre il premio al più stonato va a Brosnan. «Cantare è stato imbarazzante e umiliante come la prima volta!» scherza lui. «Ma se giri una pellicola come questa devi buttarti, non puoi fare il timido». Il momento cult? L’arrivo di Cher versione biondo platino nei panni della madre di Donna (nonostante i soli 3 anni di differenza lei, 72, e Streep, 69): si presenta in elicottero e intona una splendida versione di Fernando. «Mentre cantavo, Meryl mi osservava di nascosto dietro una scenografia. Non sapevo che fosse sul set, è stata una sorpresa. Siamo amiche da anni, abbiamo lavorato insieme in Silkwood del 1983». Il suo ultimo ruolo sul grande schermo risale a Burlesque del 2010. «Non ho mai pensato che avrei girato molti film, e così è stato. Cercavo un progetto che facesse al caso mio, anche perché ho parecchio da fare con la musica: a settembre uscirà il mio nuovo album, composto solo da canzoni degli Abba. Ormai ci ho preso gusto! ». È proprio il caso di dirlo: “Mamma mia! How can I resist you?” e cioè “Come posso resisterti?”.