Maria Chiara Giannetta a Sanremo
Maria Chiara Giannetta, 29 anni, è una delle 5 donne scelte da Amadeus per condurre il Festival di Sanremo 2022. La “sua” serata è quella di venerdì 4 febbraio.
«Lo sapevo da novembre, ma avevo l’obbligo di tacere» ci confessa. «Non l’ho detto neppure ai miei. Durante le vacanze di Natale, mio padre ripeteva che mi avrebbero chiamato: sono stata tante volte ospite dei Soliti ignoti e, secondo lui, ad Amadeus piaceva la mia spontaneità. Ma io facevo la vaga».
Maria Chiara Giannetta modella per Donna Moderna
Maria Chiara Giannetta è la protagonista del servizio di moda che trovi su Donna Moderna in edicola dal 3 febbraio 2022:
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Maria Chiara Giannetta in tv
E schietta, coraggiosa e curiosa Maria Chiara Giannetta lo è davvero, non solo nelle fiction. Il pubblico la conosce per il ruolo della capitana Anna Olivieri nella serie tv Don Matteo, ma la sua fama è esplosa con il ruolo di Blanca, “investigatrice” in grado di risolvere i casi più complicati, anche se non vedente. Ecco perché, nella nostra chiacchierata, le abbiamo chiesto di raccontarci il suo rapporto con i cinque sensi. A cominciare, ovviamente, dalla vista.
Intervista a Maria Chiara Giannetta
Il 4 febbraio sarà sul palco di Sanremo. È una telespettatrice fedele?
«Certo, per me e i miei tre fratelli è sempre stato un appuntamento imperdibile e lo vedevamo tutti insieme. La mia edizione preferita è stata quella del 2018 con Michelle Hunziker e Pierfrancesco Favino. Sono una fan di entrambi».
Chi è la sua icona di stile?
«Monica Vitti (purtroppo appena scomparsa). Ma mi conquista anche la confidenza che mostra con il suo corpo Scarlett Johansson».
Qual è il suo tessuto preferito?
«Il velluto, lo indosso spesso, per me ha un’eleganza inarrivabile. Mi piace anche il jersey. E d’estate adoro dormire nelle lenzuola di lino, me ne sono fatta regalare un paio per il mio ultimo compleanno».
Si sta allenando a scendere la scalinata?
«Con i tacchi dovrei farcela. Il problema semmai, è l’ingombro dell’abito, un Armani. Ma posso sempre farmi portare giù di peso (ride, ndr)».
È esplosa con una serie tv su una persona che non vede. Ma qual è il senso che lei usa di più?
«Come per tutti, la vista perché è il modo più immediato di ottenere informazioni. Anche se spesso le apparenze ingannano. Io sono una che si fida e sa quante volte ho preso degli abbagli! Dopo avere interpretato Blanca, però, sto provando ad affidarmi di più al mio sesto senso, a seguire la pancia. Vorrei farlo anche a Sanremo: andrò lì e cercherò di divertirmi, senza interrogarmi su cosa pensa il pubblico. Spero solo di riuscire a dormire la sera prima!».
Sanremo è la città dei fiori: ce n’è uno che le piace più degli altri?
«Vado pazza per la lavanda».
Profumi?
«Ne uso tre diversi, che ho comprato a Spoleto, durante le riprese di Don Matteo: uno estivo e agrumato; uno unisex all’oud (una resina, ndr) e uno maschile che sa di affumicato. Non sopporto le fragranze zuccherose, dolciastre. E neppure l’odore delle big babol!».
Il ricordo olfattivo più lontano che ha?
«L’odore di grotta. A Sant’Agata di Puglia, dove ho sempre passato le vacanze, casa nostra era stata scavata nella roccia. Abitavamo in un’infilata di stanze: prima quella di noi fratelli, poi la camera dei miei e la cantina. Quell’odore mi ricorda l’estate».
Passiamo al gusto: il piatto per il quale va pazza.
«Sono una pastara: orecchiette e lasagne. E quando ho ospiti mi piace sperimentare ricette nuove. Se sono da sola invece, mi accontento di quello che trovo in casa».
Il cibo più strano che ha assaggiato?
«Forse qualche piatto della cucina molecolare. Sono così elaborati che la vista non collega quello che vede a quello che mangia, ed è un’esperienza disorientante e affascinante».
È d’obbligo finire con l’udito. Che canzone associa a Sanremo?
«Ma che freddo fa di Nada, anche se l’ho scoperta ben dopo il 1969, quando è stata eseguita. E il mio mito è Donatella Rettore».
«Dopo aver interpretato Blanca, sto cercando di affidarmi di più al sesto senso. Lo farò anche a Sanremo, andrò lì e cerchero di divertirmi»
Blanca sa decifrare i rumori. Lei ama più il silenzio o le piace avere sempre un sottofondo musicale?
«Mi piace il casino, che a volte è un modo di “riempire”. In questo periodo cerco il silenzio: adesso ho voglia di svuotare».
Sa suonare uno strumento?
«Strimpello la chitarra. Quando ho iniziato, da autodidatta, mi prendeva così tanto che mi dimenticavo di fumare. Poi due anni fa, in vacanza con amici, ho scoperto il cajon: una specie di parallelepipedo su cui ti siedi e suoni battendoci sopra con le mani. Mi piace seguire il ritmo delle canzoni. Per fortuna, ora non ho nessun vicino».
Se non le piacesse la voce di un uomo, ci uscirebbe lo stesso?
«Non ci ho mai pensato! Nel nostro ambiente le persone hanno sempre una bella voce… Comunque, se non bisogna fidarsi delle apparenze, anche l’orecchio vuole la sua parte. Quindi, se la voce è sgradevole no, non ci uscirei (ride, ndr)».
Servizio di Paolo Lapicca e Cristina Nava – foto di Davide Nova – intervista di Elisa Venco.
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