Sempre allegra, vivace nello spirito e nello stile, forse per qualcuno un tantino eccentrica, ma certamente spiazzante, disarmante e rivoluzionaria. Era tutto questo Marina Ripa di Meana, morta a Roma a 76 anni dopo una lunga battaglia contro il cancro. Agli amici aveva confidato “questo sarà il mio ultimo Natale“. La figlia Lucrezia: “Un grande esempio per me e per le mie figlie“. L’eclettica Marina, nata il 21 ottobre del 1941 a Reggio Calabria, si è spenta nella sua casa tra l’affetto dei suoi cari e, per suo volere, non sono previste cerimonie funebri: insomma destabilizzante fino in fondo.
Donna di grande personalità, la sua storia più di una volta si è intrecciata con quella del costume italiano. Prima gli studi, poi il lavoro di stilista e l’atelier di alta moda a Roma, insieme all’amica Paola Ruffo di Calabria. Il primo matrimonio, nel 1964, con Alessandro Lante della Rovere, padre di sua figlia Lucrezia che le mostra le luci della ribalta e le regala l’occasione di frequentare l’alta società romana. Dopo il divorzio dal conte, sposa, nel 1982, il marchese Carlo Ripa di Meana di cui si dice innamorata pazza. Marina ha avuto moltissimi flirt, amato molti uomini, ha provocato e ha sempre detto quello che pensava. Quando e come voleva. Ma soprattutto si è divertita tantissimo (per sua stessa ammissione).
Dagli anni Novanta è apparsa spesso in Tv, prima come valletta per Maurizio Costanzo, poi come opinionista, come concorrete al reality show La fattoria e come protagonista del telefilm I Cesaroni. Senza contare la sua attività di scrittrice: dopo I miei primi quarant’anni del 1984, pubblica La più bella del reame, Vizi veleni e velette, La donna che inventò se stessa, fino a una biografia sulla contessa Agusta La vita estrema di Francesca Agusta e l’ultimo del 2016 Colazione al Grand Hotel.
E poi ci sono le sue campagne animaliste: chi non la ricorda tutta vestita di bianco cosparsa di vernice rossa fresca per protestare contro le pellicce di fronte al teatro La Scala di Milano! Marina Ripa di Meana ha partecipato a svariate campagne, contro lo sterminio dei cuccioli delle foche, contro l’uso per moda e vanità delle pelli e delle pellicce, contro le corride, e persino contro gli esperimenti nucleari francesi nell’atollo di Mururoa.
Ma quello che ci mancherà di più della temeraria Marina è quello stile unico e intrepido con cappellini multicolor e stravaganti che faceva tanto ‘Royal Ascot’.