Che beffa per gli inglesi. Hanno imparato ad amare, poi non sopportare e ora odiare Meghan Markle.
La duchessa, ex attrice e moglie del principe Harry, ha infatti vinto la battaglia legale (finale) contro il Daily Mail che, poco prima del matrimonio, aveva pubblicato alcuni stralci della lettera che la Markle aveva scritto al padre rivelando al mondo quanto i rapporti fossero tesi fra i due. Ma soprattutto quanto rancore covava la “fidanzatina” d’America nei confronti di un padre che non era stato all’altezza della situazione mettendola terribilmente in imbarazzo con la famiglia del futuro sposo. E non una qualsiasi, ma quella reale. La pubblicazione della lettera, a quel tempo, era servita al tabloid per screditare Meghan Markle nei confronti di un intero Paese che l’aveva accolta, forse, “troppo facilmente”.
Dopo un vantaggio in primo grado, è arrivata anche la Corte d’Appello a confermare la sentenza: il Mail non doveva pubblicare la lettera della Duchessa di Sussex a suo padre, perché viola il diritto alla privacy. Questa decisione è stata presa nonostante, durante il dibattimento, siano state scoperte e rese note molte bugie raccontate da Meghan Markle durante gli ultimi due anni. Una su tutte, quella in cui si è detta «dispiaciuta per essersi dimenticata di dire che aveva contribuito direttamente alla stesura del volume Finding Freedom» in cui veniva ricostruita la rottura fra i Sussex e la Firm.
Da una parte la Duchessa ha fatto sapere al mondo che «Questa è una vittoria non solo per me, ma per chiunque abbia mai avuto paura di difendere ciò che è giusto. Fin dal primo giorno, ho trattato questa causa come un’importante misura di “giusto contro sbagliato”. L’imputato ha trattato invece la cosa come un gioco senza regole. Più a lungo lo avessi trascinato più si potevano distorcere i fatti e manipolare il pubblico, rendendo un caso semplice straordinariamente contorto al fine di generare più titoli e vendere più giornali: un modello che premia il caos al di sopra della verità. Nei quasi tre anni da quando è iniziato il caso, sono stata paziente di fronte a inganni, intimidazioni e attacchi calcolati».
La dichiarazione ufficiale della duchessa del Sussex prosegue sottolineando: «I tribunali hanno tenuto conto delle ragioni dell’imputato e la mia speranza è che tutti inizino a fare lo stesso, perché per quanto lontano possa sembrare quanto accaduto dalla vita personale di ciascuno, in realtà non lo è. Domani potresti essere tu. Queste pratiche dannose sono un fallimento quotidiano che ci divide e tutti meritiamo di meglio».
Dall’altra però, per la lunga storia dei tabloid inglesi è un colpo che segna preoccupanti conseguenze per la libertà di stampa: «Questa decisione accresce la preoccupazione che le leggi sulla privacy consentano ai personaggi pubblici di determinare selettivamente ciò che può essere riferito su di loro e così manipolare la narrativa dei media: un precedente pericoloso», ha commentato l’avvocato Matthew Dando sottolineando come l’ex signorina Markle sapeva benissimo (consegnandola nelle mani sbagliate) che quella lettera al padre avrebbe potuto essere resa pubblica.
Il giudice ha comunque sentenziato che «sebbene sarebbe stato anche giusto pubblicare una parte molto piccola della lettera, non era affatto necessario e legale pubblicare la metà del contenuto della lettera stessa come è stato invece fatto».
È tutta una manipolazione o la difesa di un sacrosanto diritto?
Intanto Thomas Markle, che con Meghan ormai da tempo non naviga più in buone acque, fa sapere che quelle parole riportate (anche se abusivamente) sul Mail, erano vere, dure e indirizzate a lui che è stato completamente estromesso dalla vita di figlia e nipoti. Così come il resto della famiglia. Tranne mamma Doria che invece vive in California con la coppia nella villa da 18 milioni di dollari acquistata ormai un anno fa.