Melania Trump è un personaggio misterioso. Parla poco in pubblico, ha uno stile che spesso le attira molte critiche ma che non manca mai di generare interesse, di lei sappiamo sempre troppo poco. Alla convention repubblicana di fine agosto ha fatto discutere il suo tailleur militare e il suo discorso non proprio esaltante, ma soprattutto l’occhiataccia che ha rivolto alla figliastra Ivanka dopo averle sorriso freddamente. E in effetti proprio la rivalità con Ivanka, onnipresente e adorata dal padre Donald, è una delle notizie più succose che un nuovo libro sulla First Lady, Melania & Me, conferma ampiamente. L’ha scritto Stephanie Winston Wolkoff, ex amica e consigliera personale di Melania. Il suo libro è stato ampiamente discusso e disseminato dai media americani sin dalla sua pubblicazione, lo scorso 1 settembre: qui abbiamo raccolto le cose più interessanti, in attesa della traduzione italiana.
Chi è Stephanie, l’ex amica di Melania
Melania & Me non è una biografia, piuttosto il racconto dettagliato di un’amicizia tra due donne, di cui una poi sarebbe diventata la moglie del presidente degli Stati Uniti. Stephanie Winston Wolkoff, 49 anni, ha un curriculum di tutto rispetto: per lungo tempo è stata nel reparto delle pubbliche relazioni di Vogue America, lavorando al fianco di Anna Wintour per organizzare il grande gala che ogni anno inaugura la mostra di moda del Metropolitan Museum of Art di New York. È stata anche la direttrice della Mercedes-Benz Fashion Week di New York e si è occupata di coordinare la cerimonia di inaugurazione della presidenza di Donald Trump a Washington, il 20 gennaio del 2017.
E proprio su quell’evento si è consumato il “divorzio” da Melania: Stephanie è stata infatti accusata di aver usato male i fondi della commissione inaugurale ed è stata per questo motivo licenziata. Lei si è sempre difesa dicendo di essere stata la vittima di macchinazioni politiche più grandi di lei e sostiene che il libro non sia una “vendetta” nei confronti di Melania ma al contrario una celebrazione della loro amicizia, che andava avanti dal 2003.
Non c’è dubbio che le due donne fossero intime: Stephanie ha partecipato al matrimonio dei Trump e Melania ai party per celebrare l’arrivo dei suoi figli (anche se spesso pronunciava male il nome di uno dei figli dell’amica, che chiamava Taylor al posto di Tyler). Stephanie e Melania erano solite andare a pranzo nell’Upper East Side e avevano una chat di gruppo con l’amica Rachel Roy, stilista, nella quale la First Lady pare facesse un uso sproporzionato delle emoji. Winston Wolkoff ha registrato alcune sue conversazioni telefoniche con Melania (ha dichiarato di aver iniziato a farlo dopo l’elezione di Trump alla presidenza, «per protezione») e ha condiviso chat, scambi di mail e documenti ufficiali con alcuni giornalisti per scrollarsi di dosso l’accusa di frode.
L’operazione “Block Ivanka”
Tra gli aneddoti più succosi c’è sicuramente la conferma che tra Melania e Invanka Trump non corre buon sangue. Nella chat di gruppo con Roy, di cui nel libro si possono leggere ampi stralci, le tre donne avevano ufficialmente inaugurato l’operazione “Block Ivanka” per il giorno della cerimonia di inaugurazione. Secondo quanto riporta Winston Wolkoff, Ivanka aveva infatti tentato più volte di “infiltrarsi” nel programma della giornata: prima nella carovana di macchine al seguito del presidente, quindi tra le prime file nella sala del giuramento, alla ricerca di un posto che fosse centrale abbastanza da farla risultare in primo piano in tutte le foto ufficiali. Grazie alle macchinazioni di Melania e la sua squadra, però, Ivanka quel giorno non comparirà al fianco del padre come avrebbe voluto: al suo posto, ci saranno la stessa Melania e il figlio Barron. Una bella lezione per la “Princess”, come l’ha ribattezzata Melania con ironia, e una prova che la First Lady è tutt’altro che accomodante.
Una First Lady che non vuole per forza piacere a tutti
Quando, nel 2018, è scoppiata la crisi delle famiglie di migranti separate al confine tra il Messico e gli Stati Uniti, Melania non si è espressa pubblicamente, cosa per cui è stata molto criticata dai media, che da lei si sarebbero aspettati un’intercessione con il marito. Nel suo libro, Winston Wolkoff riporta una telefonata in cui la First Lady avrebbe detto «[I bambini, ndr] sono separati dai loro genitori, è molto triste. Ma gli agenti ci riferiscono che sono contenti di avere un letto, dei vestiti… è più di quello che hanno nel loro Paese, dove dormono sul pavimento», avrebbe commentato. Un tratto di Melania che emerge dal libro è proprio il suo rifiuto a scendere a patti con il suo ruolo: «Piacere a tutti non è la mia priorità», ripete spesso nel libro, così come non sembra essere troppo toccata dalle critiche che le vengono mosse. Anche quando le viene fatto notare che in pubblico è sempre molto fredda con il marito, al punto che più volte è sembrato scacciarlo bruscamente quando lui cercava di prenderle la mano, risponde laconica: «Non devo spiegare niente a nessuno».
«Avere a che fare con lei è come avere una sorella più grande, una sorella molto sicura di sé, perfettamente pettinata e impeccabile», scrive l’ex amica, «Il suo egoismo è così radicato che le permette di mantenere una distanza con il resto del mondo». Prima di trasferirsi alla Casa Bianca ha preteso di cambiare tutto l’arredamento dell’ala a lei dedicata, la East Wing, compresa lai docce e i sanitari: non l’ha avuta vinta sul colore del marmo, che lei avrebbe preferito in una tonalità più chiara ma che Trump ha voluto più scuro. «Ero lì all’inizio», scrive Winston Wolkoff, «Ho assistito alla trasformazione di Melania da oro placcato a oro 24 carati. Credevo che avesse il cuore per essere all’altezza del suo ruolo, che fosse sinceramente premurosa e amorevole e che meritasse tutta la nostra attenzione. Durante i primi anni della nostra amicizia, è stata all’altezza di ciò che avevo visto in lei. Guardandola ora, e vedendo che rimane solo il guscio d’oro, devo chiedermi se non sia stata sempre così, e se io non sia come quelli che comprano un orologio falso per strada».