Il piccolo Noah aveva tre anni quando Michael Bublé raccontò a milioni di fans la malattia del figlio, un tumore al fegato, che lo spinse ad abbandonare la musica. Poi vennero le cure al piccolo e la pandemia. Adesso il cantante più pagato al mondo (con un patrimonio di 96 milioni di dollari) piangendo può dire a tutti che sì, Noah dopo cinque anni è guarito. Piange lanciando il nuovo disco, Higher e l’inizio di un tour mondiale che partirà da Las Vegas. Il dolore più grande è alle spalle, il futuro ha un nuovo sapore che sa anche di dolcezza e famiglia. Bublé e la moglie, l’attrice argentina Luisana Lopilato, aspetterebbero infatti un altro figlio, il quarto, dopo Elias, Noah e Vida Amber Betty. I loro nomi Michael li ha tatuati sull’avambraccio: «Ne devo fare uno nuovo visto che è in arrivo il quarto» ha detto nella videoconferenza per il lancio del disco.

«Ho capito che non sono speciale»

Su Zoom il cantante canadese, che h anche il passaporto italiano, si apre e racconta le difficoltà e i momenti bui. «Quando è uscito Love nel 2018 non ero ancora pronto, ero un sopravvissuto, avevo subìto il colpo. Mia moglie mi ha preso e mi ha salvato. Ho capito che non sono speciale e che nella vita tutti passiamo da momenti duri e di sofferenza. Penso a chi nel mio Paese, e intendo l’Italia ha perso qualcuno durante la pandemia. Sono cose che o ti distruggono o ti costruiscono, ma per certo ti definiscono. Ora sono un uomo riconoscente e felice».

Qui Michael Bublé e la moglie Luisana Lopilato con Noah, il più grande, adesso guarito.
Qui Michael Bublé e la moglie Luisana Lopilato con Noah, il più grande, adesso guarito.

Il racconto del tumore di Noah nel 2016

Così il cantante rivelò al mondo la malattia del bambino: «Siamo devastati. Noah è attualmente in cura negli Stati Uniti. Io e Luisana abbiamo messo le nostre carriere da parte per dedicare tutto il nostro tempo e tutte le nostre attenzioni per aiutare Noah a guarire. In questo momento difficile, chiediamo solo le vostre preghiere e rispetto per la nostra privacy. Abbiamo un lungo viaggio davanti a noi e spero che, con il sostegno della famiglia, degli amici e dei fan di tutto il mondo, noi vinceremo questa battaglia, a Dio piacendo».

La notizia terribile si abbatté su una vita apparentemente dorata, una fiaba costruita su una famiglia unita ma anche su 55 milioni di dischi venduti nel mondo e quattro Grammy. Un patrimonio di privilegi su cui però la malattia, che non sceglie ma colpisce, non lesinò dolore e sofferenza. Altre star sono state colpite in famiglia da disabilità, malattia e lutti: Robert De Niro per esempio ha un figlio autistico; la stessa sorte era toccata a quello di John Travolta e Kelly Preston, morto appena 16enne; Colin Farrell purtroppo sa tutto della sindrome di Angelman e ci aveva commosso dicendo «Quando mio figlio ha mosso i primi passi, a 4 anni, mi ha straziato». Anche le vite da favola, insomma, spesso hanno lati oscuri.

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