Il fascino e la voce delle popstar, ma l’attitude dell’hip hop: Mida ha conquistato tutti durante l’edizione 2023 di Amici, ma il talent non è stato che una tappa del suo percorso di artista. La gavetta l’ha iniziata con Emis Killa, che lo ha scritturato nella sua Blocco Records e lo ha scelto come opener al suo tour quando aveva soli 16 anni. Prima e dopo, lui non ha mai smesso di scrivere, comporre e pubblicare singoli. È così che è stato uno dei pochi a partecipare a un talent show per emergenti con un brano già certificato Platino (Ricordarmi di scordarti), e l’unico ad avere la canzone simbolo dell’edizione: Rossofuoco.

Oggi torna con L’ANTIDOTO (uscito il 21 marzo), che anticipa un album in arrivo. Ma lui alla viralità effimera non crede, e lo dice senza mezzi termini. Il successo arriva per chi si impegna, lavora duro, e crede in sé stesso: ecco perché lui non ha dubbi su quello che lo aspetta. Ce lo racconta in questa intervista.

La nostra intervista a Mida

La cover de L’ANTIDOTO di Mida

L’ANTIDOTO, il tuo ultimo singolo, è uscito lo scorso 21 marzo. Inizia una nuova era: tu come la stai vivendo?

«Sto molto bene: sarà che è arrivata la primavera, io sono meteoropatico, quindi sono carico a molla!»

Come nasce questa canzone?

«È un brano che abbiamo scritto durante una sessione al Lago di Como: io e il mio team abbiamo scelto un posto dove poterci rilassare e pensare solo alla musica, ed è nato molto naturalmente.

Mi ha stupito quanto velocemente l’abbiamo creata, il tema di trovare la stabilità e il proprio antidoto mi sta molto a cuore e mi piace che unisca un sound moderno a ricordi degli anni Ottanta».

L’ANTIDOTO è quello che ci fa stare bene con noi stessi per poterci avvicinare agli altri?

«Sì e no: alla fine ognuno ha i suoi problemi. C’è chi vuole risolvere questioni con altri e chi deve lavorare su sé stesso, la cosa bella secondo me è che ognuno può leggerci quello che vuole».

È un singolo che arriva dopo un anno turbolento. A parte questa sessione al Lago, ti sei mai fermato?

«Ora che ci penso credo di no, ma ogni tanto bisogna. Mi sono fermato a livello fisico: sono arrivate le feste, ho avuto un problema a livello fisico che mi ha costretto a prendermi una pausa, sono dovuto stare a letto. Però ho sempre continuato a scrivere e pensare, quindi credo che ancora non sia arrivato il momento di fermarmi. Anzi, sono pieno di energia!»

Prima e dopo Amici, la carriera di Mida

La tua carriera è iniziata nel mondo del rap, mentre oggi sei quasi un’icona pop. Dove ti senti più a casa come artista?

«Musicalmente forse mi sento più pop, e comunque ne ascolto tantissimo. Ma nell’ambiente rap sono nato, mi ha cresciuto e questo non lo toglierà mai nessuno. Si può togliere il ragazzo dal quartiere, ma non il quartiere dal ragazzo: il rap influenzerà sempre la mia scrittura, il mio pensiero».

Penso agli artisti con cui hai collaborato (Emis Killa, Olly, Villabanks, ndr), e all’influenza di Maria De Filippi nella scuola. Senti di avere dei mentori che ti guidano?

«Onestamente no. Ovviamente sono grato a tutte le persone che hanno creduto in me, ma il primo a farlo sono sempre stato io. Qualcuno che mi ha indicato la via non c’è: c’è stato qualcuno che mi ha accompagnato, per vari periodi, e lo valorizzerò sempre».

Cosa ti hanno insegnato?

«Ognuno lascia quello che deve lasciare. Qualcuno mi ha dato consigli sulla scrittura, altri sulla vita, a volte anche senza rendersene conto».

Rossofuoco, tra TikTok e la scuola

Il tuo brano, Rossofuoco, è stato un fenomeno virale fin dall’inizio del programma. Come l’hai vissuta?

«A me questa definizione, virale, non piace. Oggi mi sembra che usiamo questo termine per non ammettere che un brano ha successo, per sminuirlo. E invece un brano può avere successo anche senza essere virale – come è capitato anche a me, che già avevo ricevuto riconoscimenti importanti con Ricordarmi di scordarti – e vice versa».

Però Rossofuoco è stata veramente un fenomeno…

«Sì, e io l’ho vissuta un po’ senza rendermene conto: all’interno della scuola non avevo Internet, è arrivato tutto a sorpresa».

Eri pronto per un successo così?

«Sì, perché mi era già capitato».

Ti ha influenzato quest’esperienza nella scrittura?

«No, assolutamente no. Quando scrivo non penso mai a TikTok né a nessun altro social: io scrivo per me, per esprimermi e non penso a nient’altro».

Guardare in avanti: fare musica all’estero

Hai da poco rilasciato anche Rojofuego, la versione spagnola. Ti vedi in futuro come un artista internazionale?

«Assolutamente sì, e credo che all’estero ci sia molta apertura in questo momento. Il mercato è meno saturo e cercano artisti che fanno generi come il mio e abbiano l’appeal italiano, perché in questo momento l’Italia sta vivendo un vero periodo d’oro. Sicuramente continuerò a lanciarmi sul fronte estero, America Latina e Spagna in primis».

E i tuoi prossimi obiettivi?

«Ora uscirà il disco, poi riprenderemo a girare per far sentire la musica a più gente possibile, come ho sempre fatto».