La morte della Regina Elisabetta II
La Regina Elisabetta II è deceduta l’8 Settembre a 96 anni nella sua tenuta di Balmoral, in Scozia. A darne notizia è stato Buckingham Palace affermando che “La Regina è morta questo pomeriggio e che il Re e la Regina Consorte passeranno la notte a Balmoral per fare ritorno a Londra solo domani“. Le bandiere in tutto il Regno Unito e nel Commonwealth resteranno a mezz’asta fino alle 8:00 del giorno dopo il funerale di Stato, il 19 settembre nell’abbazia di Westminster.
I solenni funerali di Stato
Dopo il lungo omaggio al feretro da parte dei sudditi e della famiglia, l’Abbazia di Westminster ospita duemila invitati alle esequie della Regina Elisabetta II. Tra loro molte teste coronate (dall’imperatore del Giappone Naruhito a Felipe VI di Spagna), oltre alle delegazioni provenienti da tutto il mondo (per l’Italia c’è il nostro presidente della Repubblica Sergio Mattarella accompagnato dalla figlia Laura).
Presenti ai funerali solenni anche i principini George e Charlotte di Galles, come da una settimana ci si riferisce loro dopo che papà William e mamma Kate sono stati ufficialmente nominati Principe e Principessa del Galles da Re Carlo III. Al termine della funzione religiosa, la bara della sovrana ha percorso le strade di Londra in un corteo funebre che si è concluso al Wellington Arch, ad Hyde Park, da dove è partita alla volta di Windsor. Una folla composta in buona parte di teste coronate e capi di Stato e governo hanno fatto da sfondo a quello che è già stato ribattezzato “l’evento del secolo” e che, come d’altro canto ci si aspettava, ha stabilito anche un record televisivo con oltre 4 miliardi di telespettatori collegato da ogni parte del mondo.
Il messaggio di Re Carlo III
Questo il primo messaggio di Re Carlo III mentre una folla di sudditi si sta radunando di fronte a Buckingham Palace per lasciare un omaggio floreale alla loro Regina: «Piangiamo profondamente la scomparsa di una cara sovrana e di una madre molto amata. So che la sua perdita sarà profondamente sentita in tutto il Paese, nei Regni e nel Commonwealth e da innumerevoli persone in tutto il mondo».
La Regina più amata di sempre
La Regina Elisabetta II, la più amata di sempre, ha governato da poco dopo la seconda guerra mondiale fino ad oggi, accompagnando la nazione dai fasti dell’epoca imperiale fino alla Brexit: una vera e propria icona che solo pochi mesi fa aveva festeggiato in grande stile insieme a tutta la sua famiglia il Giubileo di Platino. Elisabetta è la sovrana che più a lungo abbia mai regnato nella storia britannica. Il 9 settembre del 2015 ha superato infatti il record della trisavola, la regina Vittoria, che regnò 63 anni e sette mesi. Ed era anche la più longeva al mondo fra i monarchi superstiti viventi.
Regina “per caso”
E pensare che Elisabetta II è diventata regina per un caso fortuito: non doveva essere la sua “linea familiare” a salire al trono. Ma l’11 dicembre 1936, lo zio, Re Edoardo VIII, rinunciò alla corona per sposare l’americana divorziata (allora era impensabile!) Wallis Simpson, abdicando in favore del fratello, padre di Elisabetta, Bertie, che salì al trono col nome di Giorgio VI. Ovviamente, alla sua morte, Elisabetta, che era la primogenita, ne divenne l’erede.
La cerimonia di incoronazione della Regina Elisabetta è entrata nella storia della televisione: è stata infatti la prima trasmissione in Eurovisione; la BBC per la prima volta, diffuse le immagini in simultanea ad altre reti televisive europee. Si trattò nel 1952 di un evento senza precedenti e siamo certi, anche la sua morte avrà un impatto storico, mediatico e diplomatico senza eguali.
God save the (new) King
C’è grande tristezza e dolore in tutto il Regno (e non solo) pensando che, solo pochi giorni prima della sua morte la sovrana aveva accolto la nuova prima ministra Liz Truss e il predecessore Boris Johnson, come tradizione vuole, per chiedere all’inquilina di Downing Street di formare un nuovo governo, dopo il cambio al potere. Per la prima volta della sua reggenza, però, ciò era avvenuto nella tenuta scozzese di Balmoral, dove Elisabetta ha passato le vacanze estive. Sempre sorridente, la Regina era però apparsa piuttosto fragile e con ematomi sulle mani a dimostrazione delle cure cui si stava sottoponendo da qualche tempo.
La notizia del decesso è arrivato dopo che Buckingham Palace (che aveva anche interrotto tutte le cerimonie per il Cambio della Guardia già dalla tarda mattinata), in un raro comunicato, aveva ammesso che «I medici sono preoccupati» per la salute della sovrana.
Intanto Carlo III è il nuovo Re d’Inghilterra, l’inno nazionale si è già trasformato in “God save the King”, William e Kate non sono più solo il Duca e la Duchessa di Cambridge e di Cornovaglia, ma anche il Principe e la Principessa del Galles (per la prima volta dopo la morte di Lady Diana) e dai funerali di Stato inizia una nuova era per la Monarchia britannica orfana della loro nonna-regina.
Operazione “London Bridge”
Come stabilito, è stato il segretario personale della Regina, Sir Christopher Geidt il primo (dopo i familiari) a essere informato del decesso e, successivamente la notizia è arrivata al neo Primo Ministro Liz Truss.
Compito ingrato del Foreign Office’s Global Response Center invece di avvisare tutti gli altri governanti dei Paesi in cui Sua Maestà era sovrana, compresi Canada, Australia e tutte le altre nazioni del Commonwealth.
Solo dopo che i Capi di stato di tutti i Paesi del Commonwealth sono stati informati, la Press Association ne ha dato notizia ufficialmente al mondo. Nello stesso istante un valletto vestito a lutto è emerso dal portone di Buckingham Palace per appendere la notizia del decesso di Elisabetta II fuori dallo storico Palazzo.
Questa procedura, definita da anni, ha preso il nome di “Operazione London Bridge”: una precauzione necessaria per evitare indiscrezioni, almeno fino all’annuncio ufficiale (quando morì Giorgio VI il nome in codice era stato “Hyde Park Corner”).
Il caos economico per il funerale
Le borse e le banche hanno chiuso per il giorno del funerale e ciò “costerà” all’economia del Regno Unito miliardi di sterline. Ma con la festa nazionale dell’incoronazione di Carlo (seppur non così amato quanto Elisabetta e William) è stimato un impatto economico sul prodotto interno lordo tra 4 e 6 miliardi di sterline.
Non basterà però a colmare quel vuoto che ha lasciato l’amata Sovrana.
La sepoltura della Regina Elisabetta
La Regina Elisabetta II non verrà sepolta però, come si pensava inizialmente, all’interno di Westminster Abbey, a Sandringham o nella tenuta di Balmoral in Scozia dove ha passato gli ultimi momenti. La sua volontà è quella di restare nella cappella di St. George a Windsor dove si trova anche la tomba del padre re Giorgio VI e quella del principe Filippo, l’amato compagno di una vita passata al suo servizio.
Tutti i cambiamenti: l’inno, la valuta, la polizia
Il primo cambiamento, già in atto, riguarda l’inno nazionale britannico: “God Save The Queen” ha ora parti di testo nuove (o meglio, vecchie) e si è trasformato in “God Save The King”, cioè com’era prima che la regina Elisabetta II salisse al trono.
La valuta britannica porta da sempre le immagini del Monarca e quindi della Regina Elisabetta II da oltre 69 anni (anche se i ritratti di Charles sono già stati preparati ma la stampa partirà solo dopo i funerali solenni). L’intero stock di valuta infatti non verrà sostituito da un giorno all’altro ma solo col tempo e sarà una procedura che richiederà diversi anni. Intanto le banconote e le monete più vecchie vengono gradualmente rimosse già a partire da oggi dalla circolazione.
Anche la polizia da ora ha bisogno di nuovi simboli sui loro caschi, che attualmente mostrano le iniziali della regina (ER, cioè Elisabeth Regina) e il numero di regno (II). E allo stesso modo, una grande quantità di insegne militari, buche per le lettere e targhe in giro per il Regno Unito e per i Paesi del Commonwealth richiederanno un aggiornamento.
Il regno di Carlo d’Inghilterra
Carlo regnerà con il suo nome e salirà al trono come King Charles III. La stessa scelta che fece negli anni Cinquanta dall’allora principessa Elisabetta, a cui, quando fu chiesto quale voleva che fosse il suo nome regale, lei disse: “Il mio, naturalmente”. (Carlo avrebbe potuto utilizzare anche uno degli altri suoi nomi, Philip Arthur George e diventare Re Filippo, Re Artù oppure Re Giorgio).
E ora, per l’ultima volta, “God save the Queen”.