La vita a volte è proprio beffarda. Kenzo Takada, per tutti solo Kenzo, è morto all’età di 81 anni a causa del Covid proprio durante la settimana della moda parigina. Un momento di grande shock e commozione per tutti i grandi dell’Haute Couture che si trovano nella ville lumière in questi giorni. Il visionario stilista giapponese naturalizzato francese, si è spento all’ospedale americano di Neully-sur-Seine dove era ricoverato da giorni a causa del Coronavirus. La notizia ha immediatamente fatto il giro del mondo e tutte le grandi maison del lusso, Lvmh in primis – azienda di cui fa parte il suo brand creato nel 1970 – stanno omaggiando il designer che, lo scorso 30 settembre, proprio per le sue precarie condizioni di salute, non aveva potuto assistere alla sfilata del marchio che porta il suo nome. Kenzo, che comunque aveva lasciato le passerelle nel 1999 continuava comunque ad essere un punto di riferimento importante per quello che dagli anni Settanta ad oggi aveva raccontato con il suo stile, colorato e originale – dal flower power al colorblock fino al mitico animalier – frutto dalla sua sconfinata cultura, curiosità e grande amore per la vita: «Mi fa piacere che dicano che ho influenzato le persone, ma in realtà sono io ad essere sempre stato influenzato da loro. Il mondo in cui vivo è la mia influenza», aveva raccontato in una delle sue ultime interviste.
Kenzo Takada è nato a Himeji il 27 febbraio del 1939. Quinto di sette figli, sin da bambino sente un grande impulso che lo spinge verso la moda e gli abiti. Ma i suoi genitori non gli permettono di assecondare la sua creatività così appena compie 20 anni, prende la sua strada e parte per Tokyo, si iscrive a una scuola di moda (il famoso Bunka Fashion College fino ad allora aperto solo alle donne) e nel 1965 vola Parigi per non lasciarla più. Inizia come free lance, lasciandosi influenzare da Pierre Cardin e da Paco Rabanne, disegnando per altre case di moda, fino a quando nel 1970 apre finalmente la sua prima boutique, ribattezzata Jungle Jap per via della sua grande passione (mai abbandonata) per la stampa animalier, in un’antica bottega all’interno della Gallerie Vivienne, non lontana dal Pais Royal. In poco tempo i suoi abiti oversize, lo street-style, le coulisse nascoste, gli abiti lunghi i maglia, i disegni ironici e le sue mitiche e alquanto inusuali silhouette, unite all’unicità del suo negozio, colgono l’attenzione non solo del pubblico ma soprattutto degli addetti ai lavori. Così, nel 1983 lancia la sua prima collezione uomo e nel 1988 arriva il primo profumo, Kenzo de Kenzo Poi il grandissimo successo che arriva al top con il best seller del brand, Flower by Kenzo, lanciato nel 2000.
Schivo, molto timido ed estremamente riservato come quasi tutti i giapponesi, dopo la cessione a LVMH del suo brand era rimasto silenziosamente per altre sei anni alla guida del marchio, per poi ritirarsi definitivamente e occuparsi di teatro, cinema (disegnando meravigliosi costumi di scena) e dell’arredamento delle sue meravigliose case portando il suo nome, Takada, anche nel mondo del design che oggi lo piange.