La miniserie L’amica geniale, in onda su Rai1 dal 27 novembre, non è solo la fiction kolossal tratta dalla saga bestseller di Elena Ferrante. Diventa anche un’occasione per riflettere, genitori e figli insieme, su quel difficile passaggio tra l’infanzia e l’età adulta.
È un viaggio nel mondo emotivo dei bambini
Attraverso le protagoniste Lila e Lenù, Elena Ferrante racconta la storia di un’infanzia universale. Che ha a che fare con il dolore e i sogni, e permette a ciascuno di noi di immedesimarsi. A ogni età. Siamo una generazione di adulti protettivi, eppure incapaci di vedere i bisogni dei nostri figli: questa serie è un viaggio nel loro mondo emotivo.
Descrive l’archetipo dell’amicizia femminile
La frase «Quello che fai tu lo faccio io» è l’inizio di un legame profondo e complesso, che evolve nel corso dei 4 romanzi. L’archetipo dell’amicizia femminile. Le due bambine sono l’una l’opposto dell’altra, ma proprio per questo capaci di sostenersi a vicenda. Quando la più coraggiosa Lila getta la bambola di Lenù nello scantinato oscuro, aiuta l’amica a confrontarsi con la paura. Le 2 bambine l’attraversano insieme. Così come insieme decidono di scappare nel momento in cui il papà di Lila le vieta di studiare. Una fuga progettata sull’onda del dolore e della rabbia, che diventano disperazione quando un temporale le sorprende. Ma loro si riparano sotto un ponte e affrontano unite anche questa prova.
Insegna il valore della speranza
La Napoli del Dopoguerra dove è ambientata la serie è lo specchio rovesciato dell’Italia di oggi. In un momento storico in cui viviamo nell’incertezza di assicurare un futuro ai nostri figli L’amica geniale ci aiuta a ritrovare dei sentimenti che abbiamo smarrito: quella capacità di resistere, quella forza di riscattarsi, quella speranza nel futuro che appartenevano al tempo della ricostruzione. E che oggi vanno ritrovate.
(testo raccolto da Michela Ventrella)