Non lo avremmo mai immaginato, ma in questa Fase 3 abbiamo una grande e inaspettata fortuna: poter godere dei luoghi d’arte in una situazione davvero speciale, quasi in solitaria, grazie al distanziamento sociale e agli ingressi contingentati.
«Secondo lo storico d’arte Hector Obalk, i musei sono fatti per conservare le opere d’arte, ma non sono luoghi in cui osservarle. Per colpa di tutti quegli ostacoli che spesso impediscono una visione ottimale del capolavoro, primo fra tutti la troppa gente» scrive Jacopo Veneziani, giovane professore e dottorando in Storia dell’arte alla Sorbona di Parigi nella introduzione del suo primo libro #Divulgo (Rizzoli).
Questo allora è il momento giusto per riscoprire, con i consigli del nostro esperto, monumenti e musei in genere presi d’assalto e visitarli con un occhio diverso, attento a quei dettagli che, prima della pandemia, difficilmente si riuscivano a notare. Buon tour!
Musei Vaticani
Nella “corsa” verso la Cappella Sistina, c’è una zona che di solito si attraversa con un po’ di noncuranza, spinti anche dalla folla che incalza alle spalle. È la Sala degli animali. «La chiamano anche “zoo di marmo” e adesso, immerso in un silenzio inusuale, induce a rallentare il passo. Questa collezione del Settecento include animali esotici e fantastici, alcuni dei quali sono in marmo colorato per richiamare le sfumature del manto o del piumaggio» spiega Veneziani. Ma visitare i Musei Vaticani durante la Fase 3 è anche l’occasione per soffermarsi sui dettagli del capolavoro per eccellenza: il Giudizio universale. «Il mio preferito? La possente figura dell’apostolo Bartolomeo, seduto su una nuvola ai piedi di Cristo. Sulla pelle umana che il santo stringe in mano, c’è un terribile autoritratto di Michelangelo Buonarroti».
Info È obbligatoria la prenotazione della visita su tickets.museivaticani.va (gratuita per questo periodo) e gli accessi sono ogni 15 minuti.
Gallerie degli Uffizi
«In media trascorriamo tra i 15 e i 30 secondi di fronte a ogni opera. È un tempo troppo breve per cogliare la bellezza di alcuni particolari» dice l’esperto. Che, nelle Gallerie degli Uffizi, ce ne consiglia due. «C’è un dettaglio nascosto che mi emoziona ogni volta che lo vedo ma che rischia di passare inosservato a chi si lascia ipnotizzare dallo sguardo del giovane Bacco dipinto da Caravaggio verso il 1598. È il volto riflesso nella caraffa dipinta dall’artista in primo piano: secondo gli storici dell’arte è un autoritratto del giovane Caravaggio». «Ma anche la tavola del Battesimo di Cristo cela un segreto. L’angelo di sinistra e il paesaggio sullo sfondo furono dipinti da Leonardo da Vinci, allora poco più che ventenne. È un capolavoro da riscoprire!».
Info I gruppi non possono superare le 10 persone ed è richiesta la distanza interpersonale di 1,80 metri (uffizi.it).
Scavi di Pompei
Ora che puoi goderti a passo lento i suoi tesori archeologici, programma una sosta di qualche minuto extra nelle domus più significative, cercando di immaginarti come era la vita quotidiana al loro interno prima dell’eruzione del Vesuvio. «In particolare, nel colorato atrio della Casa di Casca Longus, trova un attimo per avvicinarti all’elegante tavolo in marmo sorretto da tre zampe di leone. Aguzzando la vista, puoi leggere il nome del proprietario di questo lussuoso oggetto: Publius Servilius Casca Long(us), uno dei congiurati che uccisero Giulio Cesare nel 44 a. C.» svela Veneziani. Ma non è finita. Avresti mai pensato di scovare un Mondrian ante litteram a Pompei? «Nel giardino che occupa la parte finale della Casa di Trebio Valente, il triclinio estivo ha una vivace decorazione sulla parete che vanta un ritmo cromatico degno delle opere del grande pittore olandese». Se riesci, goditi l’affresco alla luce viva del mattino (di sera, i colori si spengono a causa della pergola che lo copre).
Info Per visitare il parco archeologico, sono possibili due percorsi: uno che parte da piazza Anfiteatro e l’altro da Porta Marina (pompeiisites.org, per acquistare i biglietti ticketone.it).
Duomo di Milano
«Anche Milano ha la sua Statua della Libertà! In pochi la notano, trasportati dalla “corrente” frenetica che attraversa spesso piazza Duomo. Restando qualche istante con il naso all’insù, invece, puoi scorgere, sul lato sinistro del balcone sopra la grande porta centrale del Duomo, La Legge nuova (questo è il suo vero nome), realizzata nel 1810 da Camillo Pacetti. Secondo alcuni studiosi, questa scultura fu tra le principali fonti di ispirazioni della sua ben più nota collega newyorkese» suggerisce il nostro esperto. Ma, spostandoci all’interno del Duomo, c’è un’altra scultura che in genere passa inosservata. «Una volta varcata la soglia, nel braccio destro del transetto, c’è la statua di San Bartolomeo scorticato realizzato nel 1562 dallo scultore Marco d’Agrate. I dettagli anatomici del corpo del santo ti lasceranno senza fiato».
Info Dal 20 giugno, si potrà accedere di nuovo al rooftop in ascensore, ma solo il sabato e la domenica. Da luglio, tutti i giorni (duomomilano.it).
COM’È SOCIAL L’ARTE
Da cinque anni Jacopo Veneziani, dottorando in Storia dell’arte alla Sorbona di Parigi, scrive post sul suo profilo Twitter con l’hashtag #divulgo per condividere opere, artisti e beni culturali italiani poco conosciuti. Durante la quarantena ha aggiunto anche #Dueminutidievasione, brevi video dedicati a curiosità e aneddoti della storia dell’arte. E adesso presenta #Divulgo, il suo primo libro (Rizzoli) in cui accompagna il lettore in una passeggiata alla scoperta di 50 opere e dei loro particolari più nascosti (ma anche i più belli).